Nella stesura di questa tesi si è voluto compiere una panoramica delle normative elettorali della storia italiana, dall'unità del 1861 fino ad oggi. Parallelamente, si è cercato di compiere una riflessione su come sia mutato, nei decenni, il concetto di rappresentanza politica, il suo rapporto con il principio di governabilità e la percezione che i cittadini hanno avuto nei confronti dei diritto di voto. Ciò che ne è risultato è a metà tra una ricerca storica e una trattazione giuridica che ha visto il suo inizio con il Regio decreto 17 marzo 1848, n. 680 e la sua conclusione con la recentissima approvazione alla Camera dell' Italicum. Si è osservato come la rappresentanza politica, nelle prime tornate elettorali dopo l'unità e fino all'inizio del '900, sia estremamente limitata, a causa soprattutto del ridotta apertura del suffragio elettorale; a votare infatti era poco più dell'1% della popolazione e così rimarrà fino alla lotta per il suffragio universale portata avanti da Giolitti. Il percorso storico è proseguito poi con l'analisi di come l'avvento del regime fascista abbia sconvolto gli equilibri istituzionali del Paese e la democrazia stessa attraverso la legge Acerbo del 1923 e poi alle leggi n. 129 e 1019 del 1928 e 1019. Si due tra gli avvenimenti storici più importanti per il nostro Paese: l'apertura del voto al genere femminile nel 1946 e la nascita della Costituzione nel 1948. Nell seconda parte della tesi si analizzano le normative elettorali dell'età repubblicana, a partire dalla ¿legge truffa¿ di De Gasperi, per arrivare a riflettere in modo più specifico e approfondito sulle leggi Mattarella del 1993 e Calderoli del 2005. Oltre alle caratteristiche principali di queste leggi, si dà spazio alle numerosi discussioni e critiche che in dottrina si sono fatte, da diverse parti politiche e dai costituzionalisti. In particolare della legge 270/2005 si pongono in luce le aporie di costituzionalità di cui essa è stata accusata e che hanno portato alla nota vicenda giudiziaria iniziata dall'avvocato Bozzi e terminata con la recente sentenza 1/2014 della Corte costituzionale. Il percorso si conclude con il recentissimo accordo per la nuova legge elettorale tra Renzi e Berlusconi, il cosiddetto Italicum, che sulla scia della pronuncia della Consulta ha aperto gli orizzonti ad un nuovo scenario elettorale e ha portato la Camera dei deputati, in attesa del giudizio del Senato, ad approvare la proposta per la nuova normativa elettorale.

Il diritto di voto. Rappresentanza e Governabilità.

MANOLINO, ROBERTO
2012/2013

Abstract

Nella stesura di questa tesi si è voluto compiere una panoramica delle normative elettorali della storia italiana, dall'unità del 1861 fino ad oggi. Parallelamente, si è cercato di compiere una riflessione su come sia mutato, nei decenni, il concetto di rappresentanza politica, il suo rapporto con il principio di governabilità e la percezione che i cittadini hanno avuto nei confronti dei diritto di voto. Ciò che ne è risultato è a metà tra una ricerca storica e una trattazione giuridica che ha visto il suo inizio con il Regio decreto 17 marzo 1848, n. 680 e la sua conclusione con la recentissima approvazione alla Camera dell' Italicum. Si è osservato come la rappresentanza politica, nelle prime tornate elettorali dopo l'unità e fino all'inizio del '900, sia estremamente limitata, a causa soprattutto del ridotta apertura del suffragio elettorale; a votare infatti era poco più dell'1% della popolazione e così rimarrà fino alla lotta per il suffragio universale portata avanti da Giolitti. Il percorso storico è proseguito poi con l'analisi di come l'avvento del regime fascista abbia sconvolto gli equilibri istituzionali del Paese e la democrazia stessa attraverso la legge Acerbo del 1923 e poi alle leggi n. 129 e 1019 del 1928 e 1019. Si due tra gli avvenimenti storici più importanti per il nostro Paese: l'apertura del voto al genere femminile nel 1946 e la nascita della Costituzione nel 1948. Nell seconda parte della tesi si analizzano le normative elettorali dell'età repubblicana, a partire dalla ¿legge truffa¿ di De Gasperi, per arrivare a riflettere in modo più specifico e approfondito sulle leggi Mattarella del 1993 e Calderoli del 2005. Oltre alle caratteristiche principali di queste leggi, si dà spazio alle numerosi discussioni e critiche che in dottrina si sono fatte, da diverse parti politiche e dai costituzionalisti. In particolare della legge 270/2005 si pongono in luce le aporie di costituzionalità di cui essa è stata accusata e che hanno portato alla nota vicenda giudiziaria iniziata dall'avvocato Bozzi e terminata con la recente sentenza 1/2014 della Corte costituzionale. Il percorso si conclude con il recentissimo accordo per la nuova legge elettorale tra Renzi e Berlusconi, il cosiddetto Italicum, che sulla scia della pronuncia della Consulta ha aperto gli orizzonti ad un nuovo scenario elettorale e ha portato la Camera dei deputati, in attesa del giudizio del Senato, ad approvare la proposta per la nuova normativa elettorale.
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