Il presente lavoro intende analizzare i metodi sia traduttivi che critici di Fernanda Pivano, che seppe introdurre ai lettori italiani la letteratura statunitense fin dagli anni Quaranta. Legare il nome di Fernanda Pivano a un metodo operativo che lei stessa ha definito come "socio-biografia" significa qui identificare il suo approccio alla letteratura attraverso canoni semplici e precisi. Pivano connotò il suo stile secondo i seguenti tratti distintivi: analisi dell'opera, studio critico del contesto culturale di riferimento, conoscenza il più possibile diretta della vita dell'autore e stesura ricca di una gran quantità di aneddoti. Curiosità e storie di vita rappresentano il fulcro del metodo socio-biografico, che mira sì a far comprendere meglio al lettore la poetica del testo, ma anche a incuriosirlo circa l'approccio che gli scrittori stessi hanno alla vita e agli ideali. Ricostruite le fasi salienti della carriera dell'autrice e i suoi modelli culturali, la tesi si propone di analizzare il metodo critico e quello adoperato nella traduzione. A livello di traduzione, si evidenzia come, fin dall'inizio, Pivano lavorò con principi e tecniche che avrebbero trovato un proprio riconoscimento soltanto con la formulazione teorica dei Translation Studies degli anni Settanta. Nella trattazione, il cerchio si stringe poi sui cardini del metodo Pivano, appreso da Pavese. Si evidenzia come Pivano, anche nel tradurre, applicasse il metodo socio-biografico: continuamente in contatto con gli scrittori, fu una traduttrice presente e ansiosa di cogliere dagli autori stessi spunti e soluzioni che potessero rappresentare al meglio in italiano testi nati in americano, una lingua fresca e ricca di slang. Segue una breve analisi delle sei nuove traduzioni de Il Grande Gatsby pubblicate da altrettante case editrici nel 2011, ognuna differente dalla prima e ormai datata stesura di Pivano. Quanto alla socio-biografia applicata alla critica letteraria, il metodo fu costruito dopo un percorso di affermazione del Pragmatismo che Pivano apprese dal critico americano Malcolm Cowley e che modellò in base alle sue esigenze. A dimostrazione della particolarità del metodo, si tracciano le differenze tra due testi introduttivi firmati Pivano e due da critici italiani che ebbero l'occasione di introdurre H. Hemingway e W. Burroughs: Sandro Surace e Oreste Del Buono. Infine, si passa in rassegna l'attività giornalistica di Pivano. Dopo una breve introduzione alla Lost Generation, Beat Generation e ai Neoromantici (i tre principali movimenti letterari e culturali da lei studiati), l'interesse verte sul rapporto che l'autrice instaurò con quasi tutti gli artisti di cui scrisse. Lo stesso tipo di informazioni, legate principalmente ad aneddoti di vita che potessero far comprendere ai lettori il lato umano ed estremamente poetico degli autori, sono state scritte riguardo a vari musicisti italiani ed esteri con i quali Pivano ha stretto amicizia: da Fabrizio De Andrè a Bob Dylan, da Ligabue e Vasco Rossi. In linea generale, non si è notata una grande differenza di stile tra i saggi destinati a collane o prefazioni e gli articoli di giornale: il metodo socio-biografico è individuabile in tutto l'arco temporale in cui Pivano ha collaborato con riviste e quotidiani (1945-2009).
Fernanda Pivano: un caso di socio-biografia
PASTORE, ANGELA
2011/2012
Abstract
Il presente lavoro intende analizzare i metodi sia traduttivi che critici di Fernanda Pivano, che seppe introdurre ai lettori italiani la letteratura statunitense fin dagli anni Quaranta. Legare il nome di Fernanda Pivano a un metodo operativo che lei stessa ha definito come "socio-biografia" significa qui identificare il suo approccio alla letteratura attraverso canoni semplici e precisi. Pivano connotò il suo stile secondo i seguenti tratti distintivi: analisi dell'opera, studio critico del contesto culturale di riferimento, conoscenza il più possibile diretta della vita dell'autore e stesura ricca di una gran quantità di aneddoti. Curiosità e storie di vita rappresentano il fulcro del metodo socio-biografico, che mira sì a far comprendere meglio al lettore la poetica del testo, ma anche a incuriosirlo circa l'approccio che gli scrittori stessi hanno alla vita e agli ideali. Ricostruite le fasi salienti della carriera dell'autrice e i suoi modelli culturali, la tesi si propone di analizzare il metodo critico e quello adoperato nella traduzione. A livello di traduzione, si evidenzia come, fin dall'inizio, Pivano lavorò con principi e tecniche che avrebbero trovato un proprio riconoscimento soltanto con la formulazione teorica dei Translation Studies degli anni Settanta. Nella trattazione, il cerchio si stringe poi sui cardini del metodo Pivano, appreso da Pavese. Si evidenzia come Pivano, anche nel tradurre, applicasse il metodo socio-biografico: continuamente in contatto con gli scrittori, fu una traduttrice presente e ansiosa di cogliere dagli autori stessi spunti e soluzioni che potessero rappresentare al meglio in italiano testi nati in americano, una lingua fresca e ricca di slang. Segue una breve analisi delle sei nuove traduzioni de Il Grande Gatsby pubblicate da altrettante case editrici nel 2011, ognuna differente dalla prima e ormai datata stesura di Pivano. Quanto alla socio-biografia applicata alla critica letteraria, il metodo fu costruito dopo un percorso di affermazione del Pragmatismo che Pivano apprese dal critico americano Malcolm Cowley e che modellò in base alle sue esigenze. A dimostrazione della particolarità del metodo, si tracciano le differenze tra due testi introduttivi firmati Pivano e due da critici italiani che ebbero l'occasione di introdurre H. Hemingway e W. Burroughs: Sandro Surace e Oreste Del Buono. Infine, si passa in rassegna l'attività giornalistica di Pivano. Dopo una breve introduzione alla Lost Generation, Beat Generation e ai Neoromantici (i tre principali movimenti letterari e culturali da lei studiati), l'interesse verte sul rapporto che l'autrice instaurò con quasi tutti gli artisti di cui scrisse. Lo stesso tipo di informazioni, legate principalmente ad aneddoti di vita che potessero far comprendere ai lettori il lato umano ed estremamente poetico degli autori, sono state scritte riguardo a vari musicisti italiani ed esteri con i quali Pivano ha stretto amicizia: da Fabrizio De Andrè a Bob Dylan, da Ligabue e Vasco Rossi. In linea generale, non si è notata una grande differenza di stile tra i saggi destinati a collane o prefazioni e gli articoli di giornale: il metodo socio-biografico è individuabile in tutto l'arco temporale in cui Pivano ha collaborato con riviste e quotidiani (1945-2009).File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/129176