Nell'ambito delle nuove politiche europee volte a contrastare l'immigrazione clandestina, dal 6 maggio del 2009, in applicazione degli accordi bilaterali conclusi con la Libia, le autorità italiane hanno messo in pratica una nuova forma di controllo di migranti alle frontiere consistente nell'intercettare in alto mare le imbarcazioni sospettate di trasportare illegalmente dei migranti e di respingere questi ultimi rimandandoli in territorio libico. Sul piano strettamente giuridico, l'attuazione della nuova politica migratoria italiana solleva molteplici problemi relativi, innanzitutto, alla difficoltà di individuare di volta in volta il regime di diritto applicabile e quindi di verificarne il rispetto. Ci si può poi chiedere: qual è la base legale sulla quale si fondano le operazioni portate avanti dall'Italia? E ancora: in quale misura il fermo di imbarcazioni straniere in alto mare, benché sospettate di trasportare illegalmente dei migranti, è conforme al regime del diritto internazionale del mare vigente? E infine, il rinvio dei migranti intercettati in Libia, effettuato senza averli prima identificati, rispetta gli obblighi derivanti dal principio di non-refoulement? Non impedisce forse agli stessi di accedere alla procedura per vedersi accordata una forma di protezione internazionale? Il presente studio si concentrerà su tali interrogativi procedendo all'esame della legittimità delle diverse tappe e aspetti delle operazioni effettuate dall'Italia nella primavera-estate del 2009
I respingimenti italiani in alto mare: analisi della leggittimità degli accordi bilaterali italo-libici
MATTIROLO, MARINA
2010/2011
Abstract
Nell'ambito delle nuove politiche europee volte a contrastare l'immigrazione clandestina, dal 6 maggio del 2009, in applicazione degli accordi bilaterali conclusi con la Libia, le autorità italiane hanno messo in pratica una nuova forma di controllo di migranti alle frontiere consistente nell'intercettare in alto mare le imbarcazioni sospettate di trasportare illegalmente dei migranti e di respingere questi ultimi rimandandoli in territorio libico. Sul piano strettamente giuridico, l'attuazione della nuova politica migratoria italiana solleva molteplici problemi relativi, innanzitutto, alla difficoltà di individuare di volta in volta il regime di diritto applicabile e quindi di verificarne il rispetto. Ci si può poi chiedere: qual è la base legale sulla quale si fondano le operazioni portate avanti dall'Italia? E ancora: in quale misura il fermo di imbarcazioni straniere in alto mare, benché sospettate di trasportare illegalmente dei migranti, è conforme al regime del diritto internazionale del mare vigente? E infine, il rinvio dei migranti intercettati in Libia, effettuato senza averli prima identificati, rispetta gli obblighi derivanti dal principio di non-refoulement? Non impedisce forse agli stessi di accedere alla procedura per vedersi accordata una forma di protezione internazionale? Il presente studio si concentrerà su tali interrogativi procedendo all'esame della legittimità delle diverse tappe e aspetti delle operazioni effettuate dall'Italia nella primavera-estate del 2009File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/129170