L¿analisi inizia con un inquadramento storico-giornalistico sullo sviluppo della stampa torinese, punto di partenza di ogni ragionamento visto il ruolo pionieristico che Torino e il Piemonte hanno giocato nell¿avvento della libertà di stampa tramite lo Statuto albertino e, successivamente, nel processo di unificazione nazionale. Questi fattori hanno portato un ventata di vitalità editoriale tale da fare del Piemonte un simbolo per la fioritura del giornalismo moderno. Il primo capitolo è dunque un excursus che abbraccia un arco temporale piuttosto ampio, dagli anni ¿30 dell¿Ottocento con le sperimentazioni tecniche di Giuseppe Pomba fino agli anni ¿20 del Novecento con l¿avvento del fascismo e la perdita di quella libertà di stampa che proprio a Torino aveva messo i suoi primi germogli, dando il la alla nascita dei grandi quotidiani: la ¿Gazzetta del Popolo¿ prima e ¿La Stampa¿, erede della ¿Gazzetta Piemontese¿, sul finire del secolo. Dal secondo capitolo i riflettori si spostano sulla valle di Susa. Il saggio del 1915 scritto dal medico chirurgo segusino Gustavo Couvert è un po¿ la ¿bussola¿ di questa ricerca. Proprio come agli albori della stampa torinese, la lotta politica era l¿elemento distintivo dei primi giornali di valle. A quei tempi i periodici, come del resto i primi quotidiani, erano infatti lo strumento ideale per raggiungere le masse. Così nella seconda metà dell¿Ottocento questi fogli diventavano portavoce dei gruppi di potere e dei notabili del posto che si contendevano il primato politico e d¿immagine sulla città di Susa. L¿elemento curioso è che queste lotte politiche erano segnate esclusivamente da personalismi che coinvolgevano due uomini appartenenti alla stessa costellazione politica, nella fattispecie quella liberale che a quei tempi deteneva il primato politico nel paese. Invece verso il finire del secolo e con l¿inizio del Novecento, in particolare con l¿emergere del socialismo e con il fermento sociale che agitava l¿universo cattolico-clericale, la lotta politica si sposta sul terreno ideologico. L¿analisi di ciascuno degli otto periodici esaminati è il frutto di molte ore di ricerca d¿archivio e di consultazione delle raccolte cartacee. Ciascuno dei fogli locali analizzati è preceduto da una breve scheda tecnica, una sorta di ¿carta d¿identità¿ con i dati principali. Segue un paragrafo in cui vengono esaminati struttura, stile e contenuti del periodico. Alla ¿Gazzetta di Susa¿, scelto come ¿giornale campione¿, e a ¿La Dora Riparia¿ è stato dedicato un ampio capitolo sia per dare conto dei furibondi personalismi tra i due giornali e i rispettivi esponenti di riferimento, sia per analizzare dal punto di vista giornalistico alcuni aspetti peculiari dei periodici dell¿epoca, tra cui la cronaca locale. L¿ultimo capitolo si concentra invece sullo scontro politico a mezzo stampa nel vero senso della parola: liberali, clericali e socialisti se le suonano di santa ragione, con scontri ai limiti della diffamazione che talvolta sfociano anche in querele. Quella che ho prodotto vuol essere, dunque, un¿analisi che unisce frammenti di storia, di cronaca e di analisi del linguaggio giornalistico. Ed essendo la mia una dissertazione in linguaggio giornalistico, ho volutamente cercato di utilizzarne lo stile anche nella stesura della tesi, inserendo inoltre molti stralci tratti direttamente dai periodici locali dell¿epoca, proprio per trasferire su queste pagine il sapore antico e affascinante di certe espressioni.
Tra personalismi e lotta politica: la stampa torinese e i giornali locali valsusini tra Ottocento e Novecento
GIAVELLI, MARCO
2009/2010
Abstract
L¿analisi inizia con un inquadramento storico-giornalistico sullo sviluppo della stampa torinese, punto di partenza di ogni ragionamento visto il ruolo pionieristico che Torino e il Piemonte hanno giocato nell¿avvento della libertà di stampa tramite lo Statuto albertino e, successivamente, nel processo di unificazione nazionale. Questi fattori hanno portato un ventata di vitalità editoriale tale da fare del Piemonte un simbolo per la fioritura del giornalismo moderno. Il primo capitolo è dunque un excursus che abbraccia un arco temporale piuttosto ampio, dagli anni ¿30 dell¿Ottocento con le sperimentazioni tecniche di Giuseppe Pomba fino agli anni ¿20 del Novecento con l¿avvento del fascismo e la perdita di quella libertà di stampa che proprio a Torino aveva messo i suoi primi germogli, dando il la alla nascita dei grandi quotidiani: la ¿Gazzetta del Popolo¿ prima e ¿La Stampa¿, erede della ¿Gazzetta Piemontese¿, sul finire del secolo. Dal secondo capitolo i riflettori si spostano sulla valle di Susa. Il saggio del 1915 scritto dal medico chirurgo segusino Gustavo Couvert è un po¿ la ¿bussola¿ di questa ricerca. Proprio come agli albori della stampa torinese, la lotta politica era l¿elemento distintivo dei primi giornali di valle. A quei tempi i periodici, come del resto i primi quotidiani, erano infatti lo strumento ideale per raggiungere le masse. Così nella seconda metà dell¿Ottocento questi fogli diventavano portavoce dei gruppi di potere e dei notabili del posto che si contendevano il primato politico e d¿immagine sulla città di Susa. L¿elemento curioso è che queste lotte politiche erano segnate esclusivamente da personalismi che coinvolgevano due uomini appartenenti alla stessa costellazione politica, nella fattispecie quella liberale che a quei tempi deteneva il primato politico nel paese. Invece verso il finire del secolo e con l¿inizio del Novecento, in particolare con l¿emergere del socialismo e con il fermento sociale che agitava l¿universo cattolico-clericale, la lotta politica si sposta sul terreno ideologico. L¿analisi di ciascuno degli otto periodici esaminati è il frutto di molte ore di ricerca d¿archivio e di consultazione delle raccolte cartacee. Ciascuno dei fogli locali analizzati è preceduto da una breve scheda tecnica, una sorta di ¿carta d¿identità¿ con i dati principali. Segue un paragrafo in cui vengono esaminati struttura, stile e contenuti del periodico. Alla ¿Gazzetta di Susa¿, scelto come ¿giornale campione¿, e a ¿La Dora Riparia¿ è stato dedicato un ampio capitolo sia per dare conto dei furibondi personalismi tra i due giornali e i rispettivi esponenti di riferimento, sia per analizzare dal punto di vista giornalistico alcuni aspetti peculiari dei periodici dell¿epoca, tra cui la cronaca locale. L¿ultimo capitolo si concentra invece sullo scontro politico a mezzo stampa nel vero senso della parola: liberali, clericali e socialisti se le suonano di santa ragione, con scontri ai limiti della diffamazione che talvolta sfociano anche in querele. Quella che ho prodotto vuol essere, dunque, un¿analisi che unisce frammenti di storia, di cronaca e di analisi del linguaggio giornalistico. Ed essendo la mia una dissertazione in linguaggio giornalistico, ho volutamente cercato di utilizzarne lo stile anche nella stesura della tesi, inserendo inoltre molti stralci tratti direttamente dai periodici locali dell¿epoca, proprio per trasferire su queste pagine il sapore antico e affascinante di certe espressioni.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/129114