Il mio lavoro inizia con un paragrafo volto ad inquadrare il rinnovamento culturale promosso da Carlo Alberto, con la storia della Biblioteca Reale di Torino, a partire dalla sua ricostituzione nel 1831, ripercorrendone le acquisizioni precedenti e posteriori all¿ingresso della collezione Volpato. Si è scelto poi di analizzare il collezionismo di disegni in ambito privato, concentrandosi sulle più importanti raccolte torinesi. Si delinea poi la figura di Giovanni Volpato, abile incisore ed esperto conoscitore e collezionista. Il discorso prosegue ripercorrendo le tappe fondamentali che portarono alla vendita della sua raccolta di disegni a Carlo Alberto e analizzandone la consistenza e le caratteristiche. Allo scopo di indagare la provenienza dei fogli che costituiscono la collezione, viene poi proposto un excursus sulle più importanti collezioni private di grafica in ambito europeo, partendo dall¿individuazione dei timbri presenti sui disegni Volpato riconducibili alle suddette raccolte. La seconda parte è dedicata all¿attività di Giovanni Volpato a Torino e ai numerosi e prestigiosi incarichi che lo videro impegnato nell¿arco di più di trent¿anni. I suoi differenti ruoli sono stati analizzati in ordine cronologico, iniziando con l¿attività di Volpato come segretario contabile e docente d¿incisione presso l¿Accademia Albertina, incarichi che motivarono il suo rientro da Parigi nel 1837. Segue la Regia Galleria, dalla sua apertura pubblica nel 1832 sotto la direzione di Roberto d¿Azeglio all¿esperienza di Volpato come ispettore della quadreria, sottolineando le gravi tensioni con il direttore, che decise per l¿allontanamento del chierese. A chiudere il discorso vengono fornite numerose ed attendibili testimonianze, reperite nella Miscellanea Vico, circa la grande stima che i più importanti cultori dell¿arte del tempo nutrirono sempre nei confronti di Volpato, anche dopo il suo licenziamento dalla suddetta carica e fino a dopo la sua morte. Viene poi presa in considerazione l¿attività del chierese come conservatore di disegni e delle stampe di Sua Maestà, preceduta da un paragrafo volto ad illustrare gli allestimenti di disegni nel tempo e le modalità e i mezzi utilizzati per preservare l¿integrità dell¿opera grafica. Il discorso prosegue analizzando gli altri incarichi che Giovanni Volpato ricoprì a Torino, partecipando alla prima direzione della Società Promotrice delle Belle Arti e ricoprendo la carica di censore del Circolo degli Artisti. Fu inoltre impegnato nel riordino delle incisioni dell¿Accademia Albertina, per desiderio dell¿allora direttore Ferdinando di Breme, e di quelle conservate presso la Biblioteca dell¿Università, attività di cui il Vico fornisce un dettagliato resoconto. Ormai anziano, Volpato entrò anche nella commissione di esperti del Giurì, chiamata a valutare le opere da esporsi presso il Museo Municipale. Inoltre appare verosimile l¿intervento di Volpato nella formazione delle collezioni di disegni di Ferdinando di Breme e di Michelangelo Castelli. L¿ultimo paragrafo, infine, si propone di far luce, per quanto è possibile, sul destino di quella parte della collezione Volpato che non venne venduta a Carlo Alberto, a partire dal tentativo, fallito, dei figli di venderla al Museo Civico, fino al suo confluire, almeno in parte, all¿interno delle collezioni di grafica della Pinacoteca Sabauda.

Giovanni Volpato (1797-1871): collezionista, conoscitore e incisore piemontese

MAXIA, FRANCESCA
2009/2010

Abstract

Il mio lavoro inizia con un paragrafo volto ad inquadrare il rinnovamento culturale promosso da Carlo Alberto, con la storia della Biblioteca Reale di Torino, a partire dalla sua ricostituzione nel 1831, ripercorrendone le acquisizioni precedenti e posteriori all¿ingresso della collezione Volpato. Si è scelto poi di analizzare il collezionismo di disegni in ambito privato, concentrandosi sulle più importanti raccolte torinesi. Si delinea poi la figura di Giovanni Volpato, abile incisore ed esperto conoscitore e collezionista. Il discorso prosegue ripercorrendo le tappe fondamentali che portarono alla vendita della sua raccolta di disegni a Carlo Alberto e analizzandone la consistenza e le caratteristiche. Allo scopo di indagare la provenienza dei fogli che costituiscono la collezione, viene poi proposto un excursus sulle più importanti collezioni private di grafica in ambito europeo, partendo dall¿individuazione dei timbri presenti sui disegni Volpato riconducibili alle suddette raccolte. La seconda parte è dedicata all¿attività di Giovanni Volpato a Torino e ai numerosi e prestigiosi incarichi che lo videro impegnato nell¿arco di più di trent¿anni. I suoi differenti ruoli sono stati analizzati in ordine cronologico, iniziando con l¿attività di Volpato come segretario contabile e docente d¿incisione presso l¿Accademia Albertina, incarichi che motivarono il suo rientro da Parigi nel 1837. Segue la Regia Galleria, dalla sua apertura pubblica nel 1832 sotto la direzione di Roberto d¿Azeglio all¿esperienza di Volpato come ispettore della quadreria, sottolineando le gravi tensioni con il direttore, che decise per l¿allontanamento del chierese. A chiudere il discorso vengono fornite numerose ed attendibili testimonianze, reperite nella Miscellanea Vico, circa la grande stima che i più importanti cultori dell¿arte del tempo nutrirono sempre nei confronti di Volpato, anche dopo il suo licenziamento dalla suddetta carica e fino a dopo la sua morte. Viene poi presa in considerazione l¿attività del chierese come conservatore di disegni e delle stampe di Sua Maestà, preceduta da un paragrafo volto ad illustrare gli allestimenti di disegni nel tempo e le modalità e i mezzi utilizzati per preservare l¿integrità dell¿opera grafica. Il discorso prosegue analizzando gli altri incarichi che Giovanni Volpato ricoprì a Torino, partecipando alla prima direzione della Società Promotrice delle Belle Arti e ricoprendo la carica di censore del Circolo degli Artisti. Fu inoltre impegnato nel riordino delle incisioni dell¿Accademia Albertina, per desiderio dell¿allora direttore Ferdinando di Breme, e di quelle conservate presso la Biblioteca dell¿Università, attività di cui il Vico fornisce un dettagliato resoconto. Ormai anziano, Volpato entrò anche nella commissione di esperti del Giurì, chiamata a valutare le opere da esporsi presso il Museo Municipale. Inoltre appare verosimile l¿intervento di Volpato nella formazione delle collezioni di disegni di Ferdinando di Breme e di Michelangelo Castelli. L¿ultimo paragrafo, infine, si propone di far luce, per quanto è possibile, sul destino di quella parte della collezione Volpato che non venne venduta a Carlo Alberto, a partire dal tentativo, fallito, dei figli di venderla al Museo Civico, fino al suo confluire, almeno in parte, all¿interno delle collezioni di grafica della Pinacoteca Sabauda.
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