L¿idea da cui nasce questa tesi è stata quella di delineare meglio la figura dell¿abate Ramelli per capire come si inserisce nel contesto della sua epoca e quale sia stato il suo contributo artistico e culturale. Grazie alle Schede del Vesme ha preso avvio la mia ricerca: qui ho trovato le indicazioni per rintracciare buona parte dei documenti manoscritti che ho inserito nelle appendici. Nonostante col passare del tempo sia stato sempre più trascurato, nel XVIII secolo Ramelli era conosciuto e tenuto in grande considerazione. Non sono frequenti le notizie sull¿abate nato ad Asti nel 1666, che dopo soggiorni nel vercellese, a Venezia e a Bologna, visse per lo più a Roma, dove venne chiamato da papa Clemente XI. Dopo l¿elezione bolognese ad accademico clementino entrò anche nel novero degli accademici di San Luca e fu nominato abate privilegiato perpetuo e successivamente custode e restauratore dei codici miniati della Biblioteca Vaticana fino alla sua morte avvenuta nel 1741. Mi sono interessata ad una vicenda piuttosto complessa, ovvero la formazione e le trasformazioni del Gabinetto del Palazzo Reale di Torino contenente le miniature del Ramelli: ho cercato di ricostruirla tramite i documenti conservati presso l¿Archivio di Stato di Torino, insieme alle testimonianze dei viaggiatori e delle guide e descrizioni della città di Torino e dei suoi monumenti e palazzi. Ho fatto inoltre ricorso alle schede relative a parte delle miniature conservate a Torino presso la Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici del Piemonte. Felice Ramelli eseguì i restauri di alcuni manoscritti ridipingendo in maniera invasiva le miniature in essi contenute, come nel caso del prezioso Menologio di Basilio II, della Vita di Franc. Maria di Montefeltro della Rovere IIII. D. di Urbino e dei Fatti di Fed. di Montefeltro D. d¿Urbino miniati da Clovio. Probabilmente all¿abate è anche legata la commissione del dipinto di Pierre Subleyras realizzato per il refettorio del convento di Santa Maria Nuova dei Canonici Lateranensi di Asti: nel progetto originario della mia tesi si voleva indagare meglio il ruolo ricoperto dal Ramelli nella vicenda del grande quadro realizzato a Roma da un pittore di fama per il convento astigiano. Tuttavia dai documenti rinvenuti ciò non è stato possibile. Si sa che il canonico ha avuto una funzione presumibilmente importante, ma almeno per il momento non si sa ancora quale effettivamente sia stata. Tra le immagini vi sono i ritratti dell¿abate disposti in ordine cronologico, le miniature realizzate dal Ramelli, a cui, dove è stato possibile, sono affiancati gli originali che il canonico ha riprodotto, le miniature del Menologio con le incisioni più antiche che ne sono state tratte e in conclusione le immagini relative alla Cena a Casa di Simone. Spero di aver messo sufficientemente in evidenza la molteplicità di aspetti legata al Ramelli che è stato miniatore, restauratore, committente e anche conoscitore, come testimoniato dai documenti in cui è richiesta la sua opinione: tramite Martinotti, l¿abate consiglia al marchese di San Tommaso di rivolgersi ad Antonio Balestra per la realizzazione di due sovrapporte e la Carriera, chiamata dall¿Elettore Palatino a lavorare a Düsseldorf, scrive al canonico per sapere il suo parere a riguardo. Credo che sia emersa una personalità interessante e che si sia fatto un quadro più completo e dettagliato rispetto alle frammentarie pubblicazioni che finora esistenti sul Ramelli.
GIOVANNI FELICE RAMELLI, 1666-1741: UN ABATE ASTIGIANO «CELEBERRIMO PER LE MINIATURE»
SILVESTRI, CHIARA
2009/2010
Abstract
L¿idea da cui nasce questa tesi è stata quella di delineare meglio la figura dell¿abate Ramelli per capire come si inserisce nel contesto della sua epoca e quale sia stato il suo contributo artistico e culturale. Grazie alle Schede del Vesme ha preso avvio la mia ricerca: qui ho trovato le indicazioni per rintracciare buona parte dei documenti manoscritti che ho inserito nelle appendici. Nonostante col passare del tempo sia stato sempre più trascurato, nel XVIII secolo Ramelli era conosciuto e tenuto in grande considerazione. Non sono frequenti le notizie sull¿abate nato ad Asti nel 1666, che dopo soggiorni nel vercellese, a Venezia e a Bologna, visse per lo più a Roma, dove venne chiamato da papa Clemente XI. Dopo l¿elezione bolognese ad accademico clementino entrò anche nel novero degli accademici di San Luca e fu nominato abate privilegiato perpetuo e successivamente custode e restauratore dei codici miniati della Biblioteca Vaticana fino alla sua morte avvenuta nel 1741. Mi sono interessata ad una vicenda piuttosto complessa, ovvero la formazione e le trasformazioni del Gabinetto del Palazzo Reale di Torino contenente le miniature del Ramelli: ho cercato di ricostruirla tramite i documenti conservati presso l¿Archivio di Stato di Torino, insieme alle testimonianze dei viaggiatori e delle guide e descrizioni della città di Torino e dei suoi monumenti e palazzi. Ho fatto inoltre ricorso alle schede relative a parte delle miniature conservate a Torino presso la Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici del Piemonte. Felice Ramelli eseguì i restauri di alcuni manoscritti ridipingendo in maniera invasiva le miniature in essi contenute, come nel caso del prezioso Menologio di Basilio II, della Vita di Franc. Maria di Montefeltro della Rovere IIII. D. di Urbino e dei Fatti di Fed. di Montefeltro D. d¿Urbino miniati da Clovio. Probabilmente all¿abate è anche legata la commissione del dipinto di Pierre Subleyras realizzato per il refettorio del convento di Santa Maria Nuova dei Canonici Lateranensi di Asti: nel progetto originario della mia tesi si voleva indagare meglio il ruolo ricoperto dal Ramelli nella vicenda del grande quadro realizzato a Roma da un pittore di fama per il convento astigiano. Tuttavia dai documenti rinvenuti ciò non è stato possibile. Si sa che il canonico ha avuto una funzione presumibilmente importante, ma almeno per il momento non si sa ancora quale effettivamente sia stata. Tra le immagini vi sono i ritratti dell¿abate disposti in ordine cronologico, le miniature realizzate dal Ramelli, a cui, dove è stato possibile, sono affiancati gli originali che il canonico ha riprodotto, le miniature del Menologio con le incisioni più antiche che ne sono state tratte e in conclusione le immagini relative alla Cena a Casa di Simone. Spero di aver messo sufficientemente in evidenza la molteplicità di aspetti legata al Ramelli che è stato miniatore, restauratore, committente e anche conoscitore, come testimoniato dai documenti in cui è richiesta la sua opinione: tramite Martinotti, l¿abate consiglia al marchese di San Tommaso di rivolgersi ad Antonio Balestra per la realizzazione di due sovrapporte e la Carriera, chiamata dall¿Elettore Palatino a lavorare a Düsseldorf, scrive al canonico per sapere il suo parere a riguardo. Credo che sia emersa una personalità interessante e che si sia fatto un quadro più completo e dettagliato rispetto alle frammentarie pubblicazioni che finora esistenti sul Ramelli.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/129108