​The COVID-19 epidemic, caused by SARS-CoV-2, after its initial spread in China, is spreading to the rest of the world, particularly affecting Italy. Despite the preventive measures adopted, the number of cases is continuously growing, based on the available forecast models, the trend is likely to continue to increase for a few more weeks. The most reliable data available concern the number of deaths attributed to COVID-19 and the cumulative number of subjects treated in intensive areas for respiratory support needs. Much less accurate is the estimate of the subjects who have contracted the infection so far, due to different test execution strategies in the population and overtime and the low specificity of the symptoms, especially in mild forms, which are largely undiagnosed. Among hospitalized patients, the proportion of those who develop ARDS (Acute respiratory distress syndrome) and need to be intubated is quite variable, but according to data from Lombard hospitals it could be around 15-20% and hospital mortality around 10%, with wide variations in age and comorbidity. In the context of a health emergency, epidemiological surveillance systems at the population level and more in-depth monitoring systems in the structures where the cases are concentrated are of great utility. Requirements for these monitoring systems are an acceptable level of quality (completeness, accuracy, validity) and above all timeliness, to make available information that can improve decisions in the immediate term. The pathology proved to be highly contagious, transmissible through the aerosol expelled from the oral cavity and nose, having an R0 (during the period of the beginning and peak of the epidemic) varying between 2 and 6.47. The clinic is typical of respiratory infections with the presence of fever, dry cough and dyspnoea. Analyzing the characteristics of the affected population, it became clear that the elderly and those with comorbidities are the most affected. What our study wanted to bring out concerns the different types of patients and their management verified during the enrollment period. The results obtained described a progressive increase in the age of the infected population and an increase in the fraction of the female population. At the same time, it was observed that at the beginning of the enrollment period, the population was younger and, at the same time, more ill, with high percentages of subjects suffering from previous pathologies. Patient management also seems to have changed (in a positive sense) over time, resulting in less intensive care and less time spent in hospital, despite the increase in the elderly population affected.
L'epidemia della COVID-19, causata dal SARS-CoV-2, dopo l'iniziale diffusione in Cina, si sta diffondendo nel resto del mondo, interessando in modo particolare l'Italia. Nonostante le misure di prevenzione adottate, il numero di casi è in continua crescita e, sulla base dei modelli previsionali disponibili, è molto probabile che il trend continui ad aumentare ancora per alcune settimane. I dati più certi disponibili riguardano il numero di decessi attribuiti alla COVID-19 e il numero cumulativo di soggetti trattati in aree intensive per necessità di supporto respiratorio. Molto meno accurata è la stima dei soggetti che hanno finora contratto l'infezione, a causa di diverse strategie di esecuzione dei test nella popolazione e nel tempo e della scarsa specificità dei sintomi, soprattutto nelle forme lievi, che in gran parte non vengono diagnosticate. Tra i pazienti ricoverati la proporzione di quelli che sviluppano ARDS (Acute respiratory distress syndrome) e necessitano di essere intubati è piuttosto variabile, ma in base ai dati degli ospedali Lombardi potrebbe essere intorno al 15-20% e la mortalità ospedaliera intorno al 10%, con ampie variazioni per età e comorbidità. In un contesto di emergenza sanitaria rivestono grande utilità i sistemi di sorveglianza epidemiologica a livello di popolazione e i sistemi di monitoraggio più approfonditi nelle strutture dove si concentrano i casi. Requisiti di questi sistemi di monitoraggio sono un livello accettabile di qualità (completezza, accuratezza, validità) e soprattutto di tempestività, per rendere disponibili informazioni che possono migliorare le decisioni nell'immediato. La patologia si è dimostrata altamente contagiosa, trasmissibile attraverso l'aerosol espulso dalla cavità orale e dal naso e avente un R0 (durante il periodo di inizio e picco dell'epidemia) variabile tra 2 e 6,47. La clinica è tipica delle infezioni respiratorie con presenza di febbre, tosse secca e dispnea. Analizzando le caratteristiche della popolazione colpita, si è reso evidente che gli anziani e i soggetti con comorbidità sono i più colpiti. Ciò che il nostro studio ha voluto far emergere riguarda la diversa tipologia di pazienti e di gestione degli stessi verificate durante il periodo di arruolamento. I risultati ottenuti hanno descritto un aumento progressivo dell'età della popolazione contagiata e un aumento della frazione di popolazione femminile. Contemporaneamente è stato osservato che, all'inizio del periodo di arruolamento, la popolazione è risultata più giovane e,allo stesso tempo, più malata, con elevate percentuali di soggetti affetti da patologie pregresse. Anche la gestione dei pazienti sembra essersi modificata (in senso positivo) nel tempo, determinando ricoveri ad intensità di cure minore e minor tempo di permanenza in ospedale, nonostante l'aumento di popolazione anziana affetta. ​
Studio epidemiologico sui fattori prognostici in una coorte clinica di pazienti per COVID-19
RUFFINO, TOMMASO MARIA
2019/2020
Abstract
L'epidemia della COVID-19, causata dal SARS-CoV-2, dopo l'iniziale diffusione in Cina, si sta diffondendo nel resto del mondo, interessando in modo particolare l'Italia. Nonostante le misure di prevenzione adottate, il numero di casi è in continua crescita e, sulla base dei modelli previsionali disponibili, è molto probabile che il trend continui ad aumentare ancora per alcune settimane. I dati più certi disponibili riguardano il numero di decessi attribuiti alla COVID-19 e il numero cumulativo di soggetti trattati in aree intensive per necessità di supporto respiratorio. Molto meno accurata è la stima dei soggetti che hanno finora contratto l'infezione, a causa di diverse strategie di esecuzione dei test nella popolazione e nel tempo e della scarsa specificità dei sintomi, soprattutto nelle forme lievi, che in gran parte non vengono diagnosticate. Tra i pazienti ricoverati la proporzione di quelli che sviluppano ARDS (Acute respiratory distress syndrome) e necessitano di essere intubati è piuttosto variabile, ma in base ai dati degli ospedali Lombardi potrebbe essere intorno al 15-20% e la mortalità ospedaliera intorno al 10%, con ampie variazioni per età e comorbidità. In un contesto di emergenza sanitaria rivestono grande utilità i sistemi di sorveglianza epidemiologica a livello di popolazione e i sistemi di monitoraggio più approfonditi nelle strutture dove si concentrano i casi. Requisiti di questi sistemi di monitoraggio sono un livello accettabile di qualità (completezza, accuratezza, validità) e soprattutto di tempestività, per rendere disponibili informazioni che possono migliorare le decisioni nell'immediato. La patologia si è dimostrata altamente contagiosa, trasmissibile attraverso l'aerosol espulso dalla cavità orale e dal naso e avente un R0 (durante il periodo di inizio e picco dell'epidemia) variabile tra 2 e 6,47. La clinica è tipica delle infezioni respiratorie con presenza di febbre, tosse secca e dispnea. Analizzando le caratteristiche della popolazione colpita, si è reso evidente che gli anziani e i soggetti con comorbidità sono i più colpiti. Ciò che il nostro studio ha voluto far emergere riguarda la diversa tipologia di pazienti e di gestione degli stessi verificate durante il periodo di arruolamento. I risultati ottenuti hanno descritto un aumento progressivo dell'età della popolazione contagiata e un aumento della frazione di popolazione femminile. Contemporaneamente è stato osservato che, all'inizio del periodo di arruolamento, la popolazione è risultata più giovane e,allo stesso tempo, più malata, con elevate percentuali di soggetti affetti da patologie pregresse. Anche la gestione dei pazienti sembra essersi modificata (in senso positivo) nel tempo, determinando ricoveri ad intensità di cure minore e minor tempo di permanenza in ospedale, nonostante l'aumento di popolazione anziana affetta. File | Dimensione | Formato | |
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