Colorectal cancer is one of the most frequent malignances in Western countries. The presence of distant metastases, especially in liver or lung, is observed in 50% of patients, of whom only 20-30% are candidates for surgery. Therefore, this condition makes necessary to find innovative treatments to reduce invasiveness and at the same time to optimize results. In particular, percutaneous thermal ablation techniques are effective and widely utilized in local treatment for patients with colorectal cancel liver metastases according to ESMO and NCCN guidelines. Objectives: to investigate the presence of positive or negative predictors significantly related to local tumor progression in colorectal liver metastases treated by percutaneous thermal ablation in oligometastatic patients. Patients and methods: a cohort of 157 patients with colorectal liver metastases has been retrospectively evaluated (106 males, mean age 69 years). A total of 259 lesions were treated by percutaneous RFA (radiofrequency) or MW (microwave) ablation performed between 2015 and 2020 by Interventional radiology units of San Luigi Gonzaga Hospital, Orbassano, and Città della Salute e della Scienza, Torino. All patients were characterized by an oligometastatic setting and presented suitable characteristics for thermoablative therapy. Uni and multivariate analyses were performed using Chi square test and Cox-regression models. Results: the average measured size of the lesions at the moment of ablation was 19.3 mm (max. 50, min. 4), the time intercoursed between diagnosis of the metastasis and ablation was on average 147 days. Over 157 patients, 33 of them received a previous hepatic resection. Subcapsular lesions were 36%, while 23% was adjacent to a major vessel (major vessel: a vessel with a diameter of at least 3 mm). Local tumor progression (LTP) was observed in 34/157 (21.6%) patients and 55/259 lesions (21.2%). Univariate analysis has shown significant differences between the group with LTP and the one with no LTP about the number of patients with a lesion of size ≥ 2 cm (P=0.01), the presence of an adjuvant chemotherapy cycle (P=0.023), the adopted technique (P<0.001), the subcapsular position of lesion (P=0.01), and the onset of metastasis (P=0.017). Multivariate analysis has shown that LTP-free survival was significantly shorter in subjects with lesions larger or equal to 2 cm (P=0.012) while administration of adjuvant chemotherapy has increased the LTP-free survival. Conclusions: the study showed that a larger of 2 cm diameter of lesions is related to a worse outcome, with a shorter LTP free survival and a higher risk of local tumor progression. Post-ablation chemotherapic treatment seems instead to increase LTP free survival, highlighting the need of an individual risk factor evaluation for every patient, with the aim of identifying a suitable therapy to optimize the results of local thermal ablation treatment.
Il carcinoma del colon-retto è uno dei più comuni tumori maligni nei paesi occidentali. La comparsa di metastasi a distanza, in particolar modo a livello epatico, si registra nel 50% dei pazienti, di cui solo il 20-30% candidabile a intervento chirurgico; pertanto, si rende necessario individuare tecniche innovative e mini invasive per il trattamento delle secondarietà: in particolare, la termoablazione percutanea si è dimostrata un trattamento efficace e largamente utilizzato nell'approccio al paziente oligometastatico in accordo con le linee guida ESMO e NCCN. Obiettivi dello studio: valutare l'eventuale presenza di fattori predittivi negativi o positivi significativamente correlati al rischio di progressione locale di malattia (LTP) a livello di metastasi epatiche di carcinomi colorettali trattate mediante termoablazione percutanea in pazienti oligometastatici. Pazienti e metodi: è stata retrospettivamente valutata una coorte di 157 pazienti (106 maschi, età media 69 anni) con metastasi epatiche da carcinoma colorettale, sottoposti a un totale di 259 procedure termoablative mediante RFA (radiofrequenze) o MW (microonde) eseguite dal 2015 al 2020 presso i dipartimenti di Radiologia interventistica dell' A.O.U. San Luigi Gonzaga di Orbassano e dell'A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino. Tutti i pazienti presentavano caratteristiche oncologiche compatibili con la definizione di malattia oligometastatica ed erano idonei alla terapia locale mediante termoablazione percutanea. Sono state effettuate analisi statistiche univariate e multivariate mediante l'utilizzo del modello di regressione di Cox. Risultati: la dimensione media delle lesioni al momento dell'ablazione è risultata essere di 19.3 mm (max. 50 mm, min. 4 mm) con un tempo medio tra diagnosi e trattamento termoablativo di 147 giorni. Su 157 pazienti, 33 (21%) avevano subito una precedente metastasectomia epatica. Il 36% delle lesioni era in sede subcapsulare, mentre il 23% delle lesioni era adiacente a un vaso maggiore (diametro del vaso ≥ 3 mm). È stata osservata la presenza di progressione locale di malattia (LTP) in 34 (21.6%) pazienti su 157 e 55 (21.2%) lesioni su 259. Le analisi univariate hanno mostrato differenze significative tra il gruppo con progressione locale e quello senza progressione locale per quanto riguarda il numero di pazienti con lesioni di diametro uguale/superiore ai 2 cm (P=0.01), la somministrazione di chemioterapia adiuvante post-ablazione (P=0.023), la tecnica adottata (P <0.001), la sede della lesione (P=0.004) e il tempo di insorgenza delle secondarietà (P=0.017). All'analisi multivariata, il tasso di sopravvivenza libera da progressione locale di malattia (LTPFS) è risultato peggiore per i soggetti che presentavano un diametro massimo della lesione ≥ a 2 cm (P=0.012) mentre il trattamento termoablativo associato a chemioterapia adiuvante ha mostrato un allungamento medio del tempo di sopravvivenza libera da progressione locale (P <0.001). Conclusioni: lo studio ha dimostrato come la presenza di un diametro maggiore di 2 cm della lesione epatica correli a un maggior rischio di progressione locale di malattia, mentre il trattamento chemioterapico post-ablazione sembra di fatto migliorare la sopravvivenza LTP free, evidenziando la necessità di una valutazione dei fattori di rischio personalizzata per ogni paziente in modo tale da individuare la scelta terapeutica più idonea e ottimizzare i risultati della terapia termoablativa locale.
Trattamento mediante termoablazione percutanea di metastasi colorettali nel setting del paziente oligometastatico
GHIGNONE, FEDERICO
2019/2020
Abstract
Il carcinoma del colon-retto è uno dei più comuni tumori maligni nei paesi occidentali. La comparsa di metastasi a distanza, in particolar modo a livello epatico, si registra nel 50% dei pazienti, di cui solo il 20-30% candidabile a intervento chirurgico; pertanto, si rende necessario individuare tecniche innovative e mini invasive per il trattamento delle secondarietà: in particolare, la termoablazione percutanea si è dimostrata un trattamento efficace e largamente utilizzato nell'approccio al paziente oligometastatico in accordo con le linee guida ESMO e NCCN. Obiettivi dello studio: valutare l'eventuale presenza di fattori predittivi negativi o positivi significativamente correlati al rischio di progressione locale di malattia (LTP) a livello di metastasi epatiche di carcinomi colorettali trattate mediante termoablazione percutanea in pazienti oligometastatici. Pazienti e metodi: è stata retrospettivamente valutata una coorte di 157 pazienti (106 maschi, età media 69 anni) con metastasi epatiche da carcinoma colorettale, sottoposti a un totale di 259 procedure termoablative mediante RFA (radiofrequenze) o MW (microonde) eseguite dal 2015 al 2020 presso i dipartimenti di Radiologia interventistica dell' A.O.U. San Luigi Gonzaga di Orbassano e dell'A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino. Tutti i pazienti presentavano caratteristiche oncologiche compatibili con la definizione di malattia oligometastatica ed erano idonei alla terapia locale mediante termoablazione percutanea. Sono state effettuate analisi statistiche univariate e multivariate mediante l'utilizzo del modello di regressione di Cox. Risultati: la dimensione media delle lesioni al momento dell'ablazione è risultata essere di 19.3 mm (max. 50 mm, min. 4 mm) con un tempo medio tra diagnosi e trattamento termoablativo di 147 giorni. Su 157 pazienti, 33 (21%) avevano subito una precedente metastasectomia epatica. Il 36% delle lesioni era in sede subcapsulare, mentre il 23% delle lesioni era adiacente a un vaso maggiore (diametro del vaso ≥ 3 mm). È stata osservata la presenza di progressione locale di malattia (LTP) in 34 (21.6%) pazienti su 157 e 55 (21.2%) lesioni su 259. Le analisi univariate hanno mostrato differenze significative tra il gruppo con progressione locale e quello senza progressione locale per quanto riguarda il numero di pazienti con lesioni di diametro uguale/superiore ai 2 cm (P=0.01), la somministrazione di chemioterapia adiuvante post-ablazione (P=0.023), la tecnica adottata (P <0.001), la sede della lesione (P=0.004) e il tempo di insorgenza delle secondarietà (P=0.017). All'analisi multivariata, il tasso di sopravvivenza libera da progressione locale di malattia (LTPFS) è risultato peggiore per i soggetti che presentavano un diametro massimo della lesione ≥ a 2 cm (P=0.012) mentre il trattamento termoablativo associato a chemioterapia adiuvante ha mostrato un allungamento medio del tempo di sopravvivenza libera da progressione locale (P <0.001). Conclusioni: lo studio ha dimostrato come la presenza di un diametro maggiore di 2 cm della lesione epatica correli a un maggior rischio di progressione locale di malattia, mentre il trattamento chemioterapico post-ablazione sembra di fatto migliorare la sopravvivenza LTP free, evidenziando la necessità di una valutazione dei fattori di rischio personalizzata per ogni paziente in modo tale da individuare la scelta terapeutica più idonea e ottimizzare i risultati della terapia termoablativa locale.File | Dimensione | Formato | |
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