Il lavoro svolto esamina l'utilizzo, da parte della Corte costituzionale, di un nuovo genere di sentenze additive di principio, c.d. "per deficit di flessibilità". La Consulta, con queste pronunce, dichiara l'illegittimità della formulazione normativa, a causa di una eccessiva rigidità, con l'effetto di introdurre uno standard nomologico "a trama aperta". La disposizione, così, resta applicabile nella generalità dei casi; contestualmente, la Corte introduce una "norma sulla competenza" che attribuisce ai giudici comuni la possibilità di discostarsi dal bilanciamento cristallizato nella legge, procedendo ad un riequilibrio tra il principio protetto dalla legge e quelli emergenti dal caso concreto. Viene rivalutato il risalente principio di certezza del diritto: inteso questo in senso relativo, si addiviene ad una prospettiva che non può più trascurare il continuo emergere di esigenze sociali nuove, rinvenibili nei vari istituti, analizzati nella tesi, e rimodulati dalla Corte (la materia delle adozioni, vengono "flessibilizzati" gli automatismi in tema di misure di sicurezza e misure cautelari, quelli riguardanti l'automatica interdizione dai pubblici uffici in caso di avvio di procedimento penale, l'incompatibilità assoluta della custodia carceraria per i malati di AIDS, la materia di rimborsi spese sanitarie, ecc.). Il costante rinnovarsi delle combinazioni dei principi fondamentali comporta che la coerenza del nostro sistema prenda avvio dalla consapevolezza di contraddizioni feconde che, attraverso un adeguamento costante delle leggi alle istanze sociali, non possono essere ignorate. Il tutto è reso possibile dalla naturale propensione degli enunciati costituzionali ad "aprirsi" all'esperienza. La giuridicità intrinseca del caso concreto preme sulla riconformazione concettuale delle disposizioni costituzionali, che si riempiono di contenuti nuovi, alla luce delle nuove istanze sociali, permettendo e giustificando il sopra citato intervento di manipolazione della legge, ad opera della Consulta.
I giudici dinanzi agli automatismi legislativi.
AQUINO, RAFFAELLA
2012/2013
Abstract
Il lavoro svolto esamina l'utilizzo, da parte della Corte costituzionale, di un nuovo genere di sentenze additive di principio, c.d. "per deficit di flessibilità". La Consulta, con queste pronunce, dichiara l'illegittimità della formulazione normativa, a causa di una eccessiva rigidità, con l'effetto di introdurre uno standard nomologico "a trama aperta". La disposizione, così, resta applicabile nella generalità dei casi; contestualmente, la Corte introduce una "norma sulla competenza" che attribuisce ai giudici comuni la possibilità di discostarsi dal bilanciamento cristallizato nella legge, procedendo ad un riequilibrio tra il principio protetto dalla legge e quelli emergenti dal caso concreto. Viene rivalutato il risalente principio di certezza del diritto: inteso questo in senso relativo, si addiviene ad una prospettiva che non può più trascurare il continuo emergere di esigenze sociali nuove, rinvenibili nei vari istituti, analizzati nella tesi, e rimodulati dalla Corte (la materia delle adozioni, vengono "flessibilizzati" gli automatismi in tema di misure di sicurezza e misure cautelari, quelli riguardanti l'automatica interdizione dai pubblici uffici in caso di avvio di procedimento penale, l'incompatibilità assoluta della custodia carceraria per i malati di AIDS, la materia di rimborsi spese sanitarie, ecc.). Il costante rinnovarsi delle combinazioni dei principi fondamentali comporta che la coerenza del nostro sistema prenda avvio dalla consapevolezza di contraddizioni feconde che, attraverso un adeguamento costante delle leggi alle istanze sociali, non possono essere ignorate. Il tutto è reso possibile dalla naturale propensione degli enunciati costituzionali ad "aprirsi" all'esperienza. La giuridicità intrinseca del caso concreto preme sulla riconformazione concettuale delle disposizioni costituzionali, che si riempiono di contenuti nuovi, alla luce delle nuove istanze sociali, permettendo e giustificando il sopra citato intervento di manipolazione della legge, ad opera della Consulta.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/129002