In questa tesi viene descritta la natura e le diverse funzioni dell'istituto della praescriptio formulare, facendo soprattutto riferimento a come alcuni aspetti di tale istituto siano stati diversamente interpretati dalla dottrina romanistica e siano stati fondamentali per tutta una serie di prospettive di considerazioni. Indispensabile, seppur breve, ai fini di questo lavoro, è stata la preliminare indagine circa il diverso significato e, dunque, le diverse funzioni, che il termine generale praescriptio ha assunto nell'arco dei secoli della storia di Roma e quindi non solo in riferimento al processo formulare, oggetto di questo lavoro. Altrettanto indispensabile, per un'immediata comprensione delle tematiche che sono state sviluppate successivamente, è stato vedere come il processo per formulas si svolgesse, attraverso un'attenta analisi, non solo dei soggetti protagonisti, ma anche delle varie parti che lo compongono nelle due fasi (in iure e apud iudicem) fino all'emanazione della sentenza da parte del giudice giusdicente. Tutto ciò si è rilevato necessario per permettere al lettore di comprendere le varie ricostruzioni (altrimenti arbitrarie) della dottrina circa la praescriptio formulare, ma soprattutto i rapporti che intercorrevano tra quest'ultima e le altre parti della formula. Si è, dunque, passati all'analisi del trattato ¿De praescriptionibus¿, contenuto nel quarto commentario delle Istituzioni di Gaio e ritenuto testo fondamentale e di maggior riferimento per la dottrina nello studio di queste clausole. Nonostante la loro straordinaria e rivoluzionaria importanza, le Istituzioni di Gaio, non risolvono ogni problema interpretativo, ma certamente permettono di dare un senso a fonti completamente travisate fino alla loro scoperta Tuttavia, un'indagine assunta soltanto sulla base di quanto tramandatoci da Gaio, non risulta comunque priva di conseguenze: in alcuni casi, infatti, ha posto problemi di individuazione della funzione e del modo di operare dell'antica praescriptio e ha portato alla formazione di molteplici ricostruzioni, alcune delle quali appaiono superate, mentre altre ricevono ancora un diffuso consenso. Nella parte finale di questo lavoro, si passati a trattare due delle fonti esterne al trattato gaiano: un approfondimento autonomo è stato dedicato all'epigrafe vesuviana (unico documento che riporti una praescriptio diversa da quelle presentate negli esempi gaiani) e alle praescriptiones delle azioni interrogatoriae. L'analisi svolta sulla clausola ¿ea res agetur de sponsione¿ ha dimostrato che essa resta ancora, per molti aspetti, un mistero, soprattutto perché da nessuna delle tesi avanzate vengono risposte appaganti circa la sua funzione; stessa conclusione anche per le azioni interrogatoriae: l'impiego di una praescriptio per questo tipo di azioni, seppur prospettabile, rimane comunque priva di attestazione nelle fonti (anche indirette). Tali aspetti meriterebbero, dunque, di essere approfonditi nell'ottica di ricercare soluzioni interessanti e dare maggior chiarezza agli aspetti che rimangono, ancora oggi, avvolti da un alone di ambiguità e di incertezza.
La praescriptio come parte dell'azione formulare romana.
REVELLO, MARCO
2012/2013
Abstract
In questa tesi viene descritta la natura e le diverse funzioni dell'istituto della praescriptio formulare, facendo soprattutto riferimento a come alcuni aspetti di tale istituto siano stati diversamente interpretati dalla dottrina romanistica e siano stati fondamentali per tutta una serie di prospettive di considerazioni. Indispensabile, seppur breve, ai fini di questo lavoro, è stata la preliminare indagine circa il diverso significato e, dunque, le diverse funzioni, che il termine generale praescriptio ha assunto nell'arco dei secoli della storia di Roma e quindi non solo in riferimento al processo formulare, oggetto di questo lavoro. Altrettanto indispensabile, per un'immediata comprensione delle tematiche che sono state sviluppate successivamente, è stato vedere come il processo per formulas si svolgesse, attraverso un'attenta analisi, non solo dei soggetti protagonisti, ma anche delle varie parti che lo compongono nelle due fasi (in iure e apud iudicem) fino all'emanazione della sentenza da parte del giudice giusdicente. Tutto ciò si è rilevato necessario per permettere al lettore di comprendere le varie ricostruzioni (altrimenti arbitrarie) della dottrina circa la praescriptio formulare, ma soprattutto i rapporti che intercorrevano tra quest'ultima e le altre parti della formula. Si è, dunque, passati all'analisi del trattato ¿De praescriptionibus¿, contenuto nel quarto commentario delle Istituzioni di Gaio e ritenuto testo fondamentale e di maggior riferimento per la dottrina nello studio di queste clausole. Nonostante la loro straordinaria e rivoluzionaria importanza, le Istituzioni di Gaio, non risolvono ogni problema interpretativo, ma certamente permettono di dare un senso a fonti completamente travisate fino alla loro scoperta Tuttavia, un'indagine assunta soltanto sulla base di quanto tramandatoci da Gaio, non risulta comunque priva di conseguenze: in alcuni casi, infatti, ha posto problemi di individuazione della funzione e del modo di operare dell'antica praescriptio e ha portato alla formazione di molteplici ricostruzioni, alcune delle quali appaiono superate, mentre altre ricevono ancora un diffuso consenso. Nella parte finale di questo lavoro, si passati a trattare due delle fonti esterne al trattato gaiano: un approfondimento autonomo è stato dedicato all'epigrafe vesuviana (unico documento che riporti una praescriptio diversa da quelle presentate negli esempi gaiani) e alle praescriptiones delle azioni interrogatoriae. L'analisi svolta sulla clausola ¿ea res agetur de sponsione¿ ha dimostrato che essa resta ancora, per molti aspetti, un mistero, soprattutto perché da nessuna delle tesi avanzate vengono risposte appaganti circa la sua funzione; stessa conclusione anche per le azioni interrogatoriae: l'impiego di una praescriptio per questo tipo di azioni, seppur prospettabile, rimane comunque priva di attestazione nelle fonti (anche indirette). Tali aspetti meriterebbero, dunque, di essere approfonditi nell'ottica di ricercare soluzioni interessanti e dare maggior chiarezza agli aspetti che rimangono, ancora oggi, avvolti da un alone di ambiguità e di incertezza.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/128975