La malattia di Alzheimer è una patologia neurodegenerativa appartenente alla categoria delle demenze senili, caratterizzata dalla progressiva perdita delle funzioni cognitive e mnemoniche della persona quali la memoria e il linguaggio. Nel corso degli ultimi quindici anni sono stati analizzati centinaia di geni, nel tentativo di individuare quali fossero associati alla patologia per qualche mutazione o polimorfismo. Le principali mutazioni riscontrate sono quelle nei geni APP, APOE, e preseniline. Dallo studio delle forme familiari è emerso che la β-amiloide, derivata dalla proteolisi dell'APP, è una delle molecole cruciali nella patogenesi dell'Alzheimer, in quanto componente delle placche extracellulari responsabili della degenerazione neuronale. Il laboratorio di Neurogenetica Clinica dell'ospedale Molinette di Torino ha analizzato due geni, l'HCRT e l'HCRTR, (orexina e il suo recettore). L'orexina è un neuropeptide secreto da un gruppo di neuroni dell'area ipotalamica laterale con funzioni di segnalazione e regolazione nell'ambito dell'attenzione, dei cicli sonno-veglia e del food-intake. Il malfunzionamento del sistema dell'orexina causa patologie quali la narcolessia e disturbi del comportamento alimentare. Secondo alcuni dati della letteratura ci potrebbe essere una relazione tra il pathway dell'orexina e la malattia di Alzheimer, per una correlazione tra i livelli di β-amiloide (che risultano aumentati durante la veglia) e i disturbi del sonno. Lo scopo del lavoro dunque è stato quello di analizzare i geni HCRT/R 1 e 2, nei vari polimorfismi, in soggetti affetti da Alzheimer e in controlli neurologicamente sani, al fine di trovare un'associazione con la patologia. Nello studio, in cui sono stati esaminati 388 pazienti e 363 controlli, l'aplotipo TTG del gene HCRTR1 è risultato associato ad un ridotto rischio di malattia, mentre riguardo al gene HCRTR2 è stata evidenziata un'associazione significativa con la malattia dell'allele G, indicabile come potenziale fattore di rischio. I nostri risultati supportano così lo studio del 2009, confermando il coinvolgimento del sistema dell'orexina nella fisiopatogenesi dell'Alzheimer; se confermati, i nostri dati potrebbero suggerire nuove strategie terapeutiche per la patologia e per i disturbi del sonno ad essa correlati.

Polimorfismi dei geni del sistema orexina e malattia di Alzheimer: uno studio di associazione in una popolazione italiana

MOLLAR, LUISA
2010/2011

Abstract

La malattia di Alzheimer è una patologia neurodegenerativa appartenente alla categoria delle demenze senili, caratterizzata dalla progressiva perdita delle funzioni cognitive e mnemoniche della persona quali la memoria e il linguaggio. Nel corso degli ultimi quindici anni sono stati analizzati centinaia di geni, nel tentativo di individuare quali fossero associati alla patologia per qualche mutazione o polimorfismo. Le principali mutazioni riscontrate sono quelle nei geni APP, APOE, e preseniline. Dallo studio delle forme familiari è emerso che la β-amiloide, derivata dalla proteolisi dell'APP, è una delle molecole cruciali nella patogenesi dell'Alzheimer, in quanto componente delle placche extracellulari responsabili della degenerazione neuronale. Il laboratorio di Neurogenetica Clinica dell'ospedale Molinette di Torino ha analizzato due geni, l'HCRT e l'HCRTR, (orexina e il suo recettore). L'orexina è un neuropeptide secreto da un gruppo di neuroni dell'area ipotalamica laterale con funzioni di segnalazione e regolazione nell'ambito dell'attenzione, dei cicli sonno-veglia e del food-intake. Il malfunzionamento del sistema dell'orexina causa patologie quali la narcolessia e disturbi del comportamento alimentare. Secondo alcuni dati della letteratura ci potrebbe essere una relazione tra il pathway dell'orexina e la malattia di Alzheimer, per una correlazione tra i livelli di β-amiloide (che risultano aumentati durante la veglia) e i disturbi del sonno. Lo scopo del lavoro dunque è stato quello di analizzare i geni HCRT/R 1 e 2, nei vari polimorfismi, in soggetti affetti da Alzheimer e in controlli neurologicamente sani, al fine di trovare un'associazione con la patologia. Nello studio, in cui sono stati esaminati 388 pazienti e 363 controlli, l'aplotipo TTG del gene HCRTR1 è risultato associato ad un ridotto rischio di malattia, mentre riguardo al gene HCRTR2 è stata evidenziata un'associazione significativa con la malattia dell'allele G, indicabile come potenziale fattore di rischio. I nostri risultati supportano così lo studio del 2009, confermando il coinvolgimento del sistema dell'orexina nella fisiopatogenesi dell'Alzheimer; se confermati, i nostri dati potrebbero suggerire nuove strategie terapeutiche per la patologia e per i disturbi del sonno ad essa correlati.
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