L’antibiotico resistenza è una problematica di sanità pubblica che coinvolge tutto il mondo, l’OMS ha dichiarato che se non si mettono in atto delle misure appropriate entro il 2050 si arriverà ad avere 10 milioni di morti l’anno per antibiotico resistenza. Viene preso in considerazione l’ambiente suinicolo dove da anni l’antibiotico viene utilizzato in modo sconsiderato, dovuto principalmente alla carenza di figure professionali che seguono gli allevatori, pertanto questi risultano essere uno dei serbatoi per questi patogeni. Oggetto di studio risulta essere un allevamento suino da riproduzione in Lombardia, dove l’obbiettivo è la valutazione dell’esposizione a germi antibiotico resistenti quali lo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (MRSA) e l’Escherichia coli produttore di ESBL negli allevatori e negli operai che quotidianamente hanno contatti con gli animali, utilizzando il metodo FMEA. Per fare questo si è dovuto passare del tempo in allevamento dove sono state effettuate delle osservazioni e delle misurazioni, successivamente si è passati alla fase del campionamento animale ed ambientale, per un totale di 280 tamponi nasali, anali ed ambientali, sulle 5 fasi dell’allevamento. Successivamente si è passati alla fase di analisi fenotipica di laboratorio su terreni di coltura quali MacConkey Agar per E. coli produttori di ESBL e Mannitol Salt Agar per MRSA, mentre solo per alcuni campioni sono state effettuate le analisi molecolari con la PCR e le indagini mediante la spettrofotometria di massa con il MALDI-TOF. Le prevalenze ottenute dal primo esame fenotipico per gli Stafilococchi resistenti alla meticillina (MRS) hanno confermato quanto riportato in letteratura ovvero una prevalenza del 100% nei suinetti svezzati, mentre per quanto riguarda gli E. coli resistenti è stata rilevata una prevalenza molto elevata nelle scrofette. Per quanto riguarda la ricerca di MRSA è stata utilizzata la PCR triplex 16s_nuc_mecA, gold standard per MRSA, e nei 15 campioni MRS positivi ne sono stati riconfermati 13 come MRSA, mentre 1 dall’indagine con il MALDI-TOF è risultato S. sciuri. Per quanto riguarda le indagini molecolari per gli E. coli si è ricercato solamente il gene blaCTX-M sulle scrofette e sulle scrofe in gestazione, su 17 campioni analizzati solamente 10 sono risultati positivi, rispettivamente 8 per le scrofette e 2 per le scrofe in gestazione. L’ultima fase del progetto prevede di effettuare una classificazione decrescente delle pratiche lavorative che determinano una esposizione maggiore ai patogeni ricercati utilizzando l’FMEA. Dai risultati ottenuti si evince che tutte quelle pratiche a stretto contatto con i suinetti, quali la castrazione ed il tatuaggio risultano essere le fasi in cui l’esposizione nei lavoratori è elevata, come confermato dalla letteratura, mentre per quanto riguarda le scrofe risulta essere la fase di fecondazione.

Valutazione dell’esposizione a MRSA ed Escherichia coli produttori di ESBL nei lavoratori di un allevamento suino da riproduzione

RIVA, ENRICO GIOVANNI
2019/2020

Abstract

L’antibiotico resistenza è una problematica di sanità pubblica che coinvolge tutto il mondo, l’OMS ha dichiarato che se non si mettono in atto delle misure appropriate entro il 2050 si arriverà ad avere 10 milioni di morti l’anno per antibiotico resistenza. Viene preso in considerazione l’ambiente suinicolo dove da anni l’antibiotico viene utilizzato in modo sconsiderato, dovuto principalmente alla carenza di figure professionali che seguono gli allevatori, pertanto questi risultano essere uno dei serbatoi per questi patogeni. Oggetto di studio risulta essere un allevamento suino da riproduzione in Lombardia, dove l’obbiettivo è la valutazione dell’esposizione a germi antibiotico resistenti quali lo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (MRSA) e l’Escherichia coli produttore di ESBL negli allevatori e negli operai che quotidianamente hanno contatti con gli animali, utilizzando il metodo FMEA. Per fare questo si è dovuto passare del tempo in allevamento dove sono state effettuate delle osservazioni e delle misurazioni, successivamente si è passati alla fase del campionamento animale ed ambientale, per un totale di 280 tamponi nasali, anali ed ambientali, sulle 5 fasi dell’allevamento. Successivamente si è passati alla fase di analisi fenotipica di laboratorio su terreni di coltura quali MacConkey Agar per E. coli produttori di ESBL e Mannitol Salt Agar per MRSA, mentre solo per alcuni campioni sono state effettuate le analisi molecolari con la PCR e le indagini mediante la spettrofotometria di massa con il MALDI-TOF. Le prevalenze ottenute dal primo esame fenotipico per gli Stafilococchi resistenti alla meticillina (MRS) hanno confermato quanto riportato in letteratura ovvero una prevalenza del 100% nei suinetti svezzati, mentre per quanto riguarda gli E. coli resistenti è stata rilevata una prevalenza molto elevata nelle scrofette. Per quanto riguarda la ricerca di MRSA è stata utilizzata la PCR triplex 16s_nuc_mecA, gold standard per MRSA, e nei 15 campioni MRS positivi ne sono stati riconfermati 13 come MRSA, mentre 1 dall’indagine con il MALDI-TOF è risultato S. sciuri. Per quanto riguarda le indagini molecolari per gli E. coli si è ricercato solamente il gene blaCTX-M sulle scrofette e sulle scrofe in gestazione, su 17 campioni analizzati solamente 10 sono risultati positivi, rispettivamente 8 per le scrofette e 2 per le scrofe in gestazione. L’ultima fase del progetto prevede di effettuare una classificazione decrescente delle pratiche lavorative che determinano una esposizione maggiore ai patogeni ricercati utilizzando l’FMEA. Dai risultati ottenuti si evince che tutte quelle pratiche a stretto contatto con i suinetti, quali la castrazione ed il tatuaggio risultano essere le fasi in cui l’esposizione nei lavoratori è elevata, come confermato dalla letteratura, mentre per quanto riguarda le scrofe risulta essere la fase di fecondazione.
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