Il lavoro risulta diviso in sette capitoli. Il capitolo iniziale e introduttivo tratta un'analisi dell'articolo 416-bis c.p. nella sua evoluzione storica a partire dalle prime applicazioni giurisprudenziali delle misure di prevenzione, previste dalla l. 575/1965, arrivando all'introduzione del delitto di associazione di tipo mafioso, con la l. 646/1982. Il secondo capitolo tratta i caratteri essenziali del metodo mafioso, così come descritto dal legislatore nell'articolo 416-bis c.p., con i suoi connotati essenziali di utilizzo della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo e delle condizioni di assoggettamento e di omertà che ne conseguono. Viene analizzata, inoltre, l'aggravante dell'utilizzo del metodo mafioso e dell'agevolazione mafiosa, ora prevista dall'art. 416-bis.1 c.p., quale circostanza slegata dall'esistenza o dalla presenza in prima linea di un'associazione mafiosa. I capitoli centrali approfondiscono le nuove manifestazioni ed evoluzioni delle consorterie mafiose e gli approcci estensivi della giurisprudenza alla fattispecie, nell'ordine di soddisfare le esigenze repressive anche con riguardo alle continue mutazioni del fenomeno mafioso. Il capitolo terzo tratta il tema delle mafie “silenti” al Nord, con la loro peculiare (non) estrinsecazione del metodo mafioso verso una comunità non ricettiva del modus operandi tipico e un paragrafo di confronto con l'utilizzazione del metodo mafioso in zone dove, al contrario, sia presente un'associazione mafiosa “storica”. I capitoli quarto e quinto analizzano le piccole mafie, focalizzando l'attenzione sul caso “Mafia Capitale”(Capitolo IV), esaminando l'evoluzione delle decisioni della Cassazione e il suo finale cambio “di rotta”. Ilo capitolo quinto è incentrato sui clan Fasciani e Spada di Ostia: ai primi è stato riconosciuto il carattere mafioso dell'associazione e ai secondi l'utilizzo dell'aggravante del metodo mafioso, con analisi della sentenza della Cassazione riguardante il celebre caso della “testata” di Roberto Spada ad un giornalista televisivo. Nel capitolo sesto viene affrontato il tema delle mafie etniche, partendo dai primi approcci giurisprudenziali che negavano il riconoscimento di associazioni di tipo mafioso a consorterie di derivazione straniera, dunque ritenute troppo lontane dal paradigma che ha ispirato il legislatore del 1982, passando dall'introduzione legislativa del 2008 delle consorterie “anche straniere” nell'articolo 416-bis c.p., approdando all'analisi del loro peculiare utilizzo del metodo mafioso all'interno delle comunità di riferimento, spesso impercettibile all'esterno, dalla popolazione “indigena”. Nell'ultimo capitolo, il settimo, viene affrontata l'analisi dell'infiltrazione mafiosa all'interno delle logge massoniche e associazioni segrete, al fine di interferire nelle funzioni degli organi costituzionali e delle amministrazioni pubbliche, esaminando la sentenza del 2018 della Cassazione riguardo all'operazione “Mammasantissima” svoltasi a Reggio Calabria.

L'associazione di tipo mafioso: tradizionali e nuovi ambiti di applicazione

SANNA, FEDERICA
2019/2020

Abstract

Il lavoro risulta diviso in sette capitoli. Il capitolo iniziale e introduttivo tratta un'analisi dell'articolo 416-bis c.p. nella sua evoluzione storica a partire dalle prime applicazioni giurisprudenziali delle misure di prevenzione, previste dalla l. 575/1965, arrivando all'introduzione del delitto di associazione di tipo mafioso, con la l. 646/1982. Il secondo capitolo tratta i caratteri essenziali del metodo mafioso, così come descritto dal legislatore nell'articolo 416-bis c.p., con i suoi connotati essenziali di utilizzo della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo e delle condizioni di assoggettamento e di omertà che ne conseguono. Viene analizzata, inoltre, l'aggravante dell'utilizzo del metodo mafioso e dell'agevolazione mafiosa, ora prevista dall'art. 416-bis.1 c.p., quale circostanza slegata dall'esistenza o dalla presenza in prima linea di un'associazione mafiosa. I capitoli centrali approfondiscono le nuove manifestazioni ed evoluzioni delle consorterie mafiose e gli approcci estensivi della giurisprudenza alla fattispecie, nell'ordine di soddisfare le esigenze repressive anche con riguardo alle continue mutazioni del fenomeno mafioso. Il capitolo terzo tratta il tema delle mafie “silenti” al Nord, con la loro peculiare (non) estrinsecazione del metodo mafioso verso una comunità non ricettiva del modus operandi tipico e un paragrafo di confronto con l'utilizzazione del metodo mafioso in zone dove, al contrario, sia presente un'associazione mafiosa “storica”. I capitoli quarto e quinto analizzano le piccole mafie, focalizzando l'attenzione sul caso “Mafia Capitale”(Capitolo IV), esaminando l'evoluzione delle decisioni della Cassazione e il suo finale cambio “di rotta”. Ilo capitolo quinto è incentrato sui clan Fasciani e Spada di Ostia: ai primi è stato riconosciuto il carattere mafioso dell'associazione e ai secondi l'utilizzo dell'aggravante del metodo mafioso, con analisi della sentenza della Cassazione riguardante il celebre caso della “testata” di Roberto Spada ad un giornalista televisivo. Nel capitolo sesto viene affrontato il tema delle mafie etniche, partendo dai primi approcci giurisprudenziali che negavano il riconoscimento di associazioni di tipo mafioso a consorterie di derivazione straniera, dunque ritenute troppo lontane dal paradigma che ha ispirato il legislatore del 1982, passando dall'introduzione legislativa del 2008 delle consorterie “anche straniere” nell'articolo 416-bis c.p., approdando all'analisi del loro peculiare utilizzo del metodo mafioso all'interno delle comunità di riferimento, spesso impercettibile all'esterno, dalla popolazione “indigena”. Nell'ultimo capitolo, il settimo, viene affrontata l'analisi dell'infiltrazione mafiosa all'interno delle logge massoniche e associazioni segrete, al fine di interferire nelle funzioni degli organi costituzionali e delle amministrazioni pubbliche, esaminando la sentenza del 2018 della Cassazione riguardo all'operazione “Mammasantissima” svoltasi a Reggio Calabria.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/128838