Background: In the last two years, the SARS-CoV-2 pandemic had a special significance both on the sanitary aspect and the economic and social aspect all over the world. The high contagiousness and infectiousness of the disease were crucial factors in spreading this illness all around the world. The developement of the vaccines contributed heavily to the prevention and control over the epidemic, both in the general population and the health workers community. The latter are, in fact, more at risk of being exposed to the virus and, subsequently, getting infected than the other population, considering that the vaccines are not 100% efficient in preventing the disease, especially with the new numerous variants of it. The aim of this study is to identify and evaluate the importance of the risk factor that can increase the number of positive health workers despite having completed the primary vaccine cycle. Matierials and methods: in the study we used the multiparametrc logistic regression with the purpose of comparing the data. The health care workers in a large piedmontese hospital that have been in contact with a high risk exposure subject must fill in a segnalation paper and must be covid tested after 72 hours from the suspected contact. The health care workers that presented symptoms must be COVID-19 tested as soon as possible. We then selected the ones that has tested positive and were vaccinated within 14 days and collected their personal informations and job descriptions. The control group are the employees that have been in contact with a suspected case, vaccinated with two doses within 14 days and tested negative after 72 hours. We collected datas from February 2021 to October 2021. Results: 83 health care workers tested postive over 2813 that have been in contact with a suspected case. We evaluated the results based on gender, age and job description. For the gender evaluation, the Odds Ratio is 0,6 [95% CI 0,35 – 1,03) for the females over the males ones. This data has no particular significance (P-value 0,064) but it does show a trend. For the age evaluation, the Odds Ratio has raised of 1,28 [95% CI 1,03 – 1,59] every 10 years (P-value 0,027). About the job discrimination, doctors have an Odds Ratio, over the ones working in administration, of 1,7 [95% CI 0,67 – 4,34], nurses of 1,04 [95% CI 0,42 – 2,58] (P-value not significant) Conclusion: The data we collected show a trend of more infection rate in the males rather than females, conferming other similar studies on the same topic. The risk of infection increase gradually in relation with age af the subject, the result is statistically significant. Some jobs manifested a higher risk of infection. In particular doctors and nurses, due probably to contact with contagious patients during care and diagnosis tasks, show a higher chance of infection. This study is foundamental in order to better evaluate the vaccination coverage and risk factors after the booster dose and the increasing number of new virus variants.

Introduzione La pandemia da SARS-CoV-2 ha ricoperto negli ultimi 2 anni un’importanza particolare, dal punto di vista sanitario, economico e sociale in tutto il mondo. L’alta contagiosità della malattia e la sua trasmissione per via aerea hanno fatto sì che la patologia sia diventata rapidamente pandemica. Lo sviluppo dei vaccini ha contribuito in maniera fondamentale a controllare la diffusione di questa patologia, sia nella popolazione generale sia negli operatori sanitari. Questi ultimi, infatti, sono tra le categorie più a rischio di contagio nonostante la campagna di vaccinazione, considerato che l’efficacia dei vaccini nel prevenire la malattia non è del 100% soprattutto con l’avvento delle nuove varianti del virus. L’obiettivo di questo studio è stato quello di identificare e valutare l’importanza di alcuni fattori di rischio che possono portare gli operatori sanitari a contrarre l’infezione da SARS-CoV-2 nonostante il completamento del primo ciclo vaccinale (due dosi). Materiali e metodi Lo studio utilizza uno strumento di regressione logistica multiparametrica per confrontare le coorti. Gli operatori sanitari (OS) di una grande Azienda Ospedaliera Universitaria piemontese con contatto a rischio, come da protocollo compilano la scheda di segnalazione e si sottopongono a tampone dopo 72 ore dal contatto. Gli OS che presentano sintomi suggestivi effettuano accertamenti microbiologici (tampone nasofaringeo). Abbiamo selezionato, tra questi, quelli che sono risultati positivi ed erano vaccinati da almeno 14 giorni e, tramite le schede di rientro del Rischio Occupazionale, abbiamo raccolto informazioni anagrafiche e lavorative. Come gruppo di controllo abbiamo considerato i dipendenti con contatto a rischio, primo ciclo vaccinale completato da almeno 14 giorni ma con tampone negativo dopo 72 ore. Il periodo di osservazione è stato da febbraio 2021 a ottobre dello stesso anno. Risultati 83 OS sono risultati positivi su un totale di 2813 contatti a rischio. Abbiamo stratificato i risultati riguardo a genere, età e titolo lavorativo. L’infezione nelle donne ha un Odds Ratio di 0,6 [95% CI 0,35-1,03] rispetto al riferimento maschile. Il dato non è statisticamente significativo (P-value 0,064) ma evidenzia una tendenza. Considerando l’età c’è un aumento dell’Odds Ratio di 1,28 [95% CI 1,03-1,59] per ogni 10 anni di età (P-value 0,027). Per quanto riguarda il titolo lavorativo rispetto agli amministrativi, che sono il riferimento, i medici presentano un Odds Ratio di 1,7 [95% CI 0,67-4,34], gli infermieri di 1,04 [95% CI 0,42-2,58] (P-value non statisticamente significativi). Conclusioni I dati ottenuti dallo studio evidenziano una tendenza di aumentato rischio di contrarre COVID-19 negli uomini rispetto alle donne, in accordo con quanto rilevato in letteratura. Per quanto riguarda l’età, è stato evidenziato che c’è un rischio crescente di contrarre la malattia al crescere delle fasce di età. Infine, alcune categorie di lavoratori presentano un rischio aumentato di contrarre l’infezione rispetto ad altre. Nello specifico medici e personale infermieristico sembrano avere un rischio maggiore, probabilmente dovuto alle attività di diagnosi e cura verso pazienti infetti o probabilmente infetti. Questo lavoro fornisce la base per poter approfondire la valutazione della copertura vaccinale e un’analisi dei fattori di rischio dopo la somministrazione della dose booster e dopo l’avvento delle nuove mutazioni del virus.

Infezione da Sars-Cov-2 in stretto rapporto temporale con il completamento del primo ciclo vaccinale: dati relativi al personale sanitario di una grande Azienda Ospedaliera Piemontese

PIOVANO, COSTANZA ORSOLA
2020/2021

Abstract

Introduzione La pandemia da SARS-CoV-2 ha ricoperto negli ultimi 2 anni un’importanza particolare, dal punto di vista sanitario, economico e sociale in tutto il mondo. L’alta contagiosità della malattia e la sua trasmissione per via aerea hanno fatto sì che la patologia sia diventata rapidamente pandemica. Lo sviluppo dei vaccini ha contribuito in maniera fondamentale a controllare la diffusione di questa patologia, sia nella popolazione generale sia negli operatori sanitari. Questi ultimi, infatti, sono tra le categorie più a rischio di contagio nonostante la campagna di vaccinazione, considerato che l’efficacia dei vaccini nel prevenire la malattia non è del 100% soprattutto con l’avvento delle nuove varianti del virus. L’obiettivo di questo studio è stato quello di identificare e valutare l’importanza di alcuni fattori di rischio che possono portare gli operatori sanitari a contrarre l’infezione da SARS-CoV-2 nonostante il completamento del primo ciclo vaccinale (due dosi). Materiali e metodi Lo studio utilizza uno strumento di regressione logistica multiparametrica per confrontare le coorti. Gli operatori sanitari (OS) di una grande Azienda Ospedaliera Universitaria piemontese con contatto a rischio, come da protocollo compilano la scheda di segnalazione e si sottopongono a tampone dopo 72 ore dal contatto. Gli OS che presentano sintomi suggestivi effettuano accertamenti microbiologici (tampone nasofaringeo). Abbiamo selezionato, tra questi, quelli che sono risultati positivi ed erano vaccinati da almeno 14 giorni e, tramite le schede di rientro del Rischio Occupazionale, abbiamo raccolto informazioni anagrafiche e lavorative. Come gruppo di controllo abbiamo considerato i dipendenti con contatto a rischio, primo ciclo vaccinale completato da almeno 14 giorni ma con tampone negativo dopo 72 ore. Il periodo di osservazione è stato da febbraio 2021 a ottobre dello stesso anno. Risultati 83 OS sono risultati positivi su un totale di 2813 contatti a rischio. Abbiamo stratificato i risultati riguardo a genere, età e titolo lavorativo. L’infezione nelle donne ha un Odds Ratio di 0,6 [95% CI 0,35-1,03] rispetto al riferimento maschile. Il dato non è statisticamente significativo (P-value 0,064) ma evidenzia una tendenza. Considerando l’età c’è un aumento dell’Odds Ratio di 1,28 [95% CI 1,03-1,59] per ogni 10 anni di età (P-value 0,027). Per quanto riguarda il titolo lavorativo rispetto agli amministrativi, che sono il riferimento, i medici presentano un Odds Ratio di 1,7 [95% CI 0,67-4,34], gli infermieri di 1,04 [95% CI 0,42-2,58] (P-value non statisticamente significativi). Conclusioni I dati ottenuti dallo studio evidenziano una tendenza di aumentato rischio di contrarre COVID-19 negli uomini rispetto alle donne, in accordo con quanto rilevato in letteratura. Per quanto riguarda l’età, è stato evidenziato che c’è un rischio crescente di contrarre la malattia al crescere delle fasce di età. Infine, alcune categorie di lavoratori presentano un rischio aumentato di contrarre l’infezione rispetto ad altre. Nello specifico medici e personale infermieristico sembrano avere un rischio maggiore, probabilmente dovuto alle attività di diagnosi e cura verso pazienti infetti o probabilmente infetti. Questo lavoro fornisce la base per poter approfondire la valutazione della copertura vaccinale e un’analisi dei fattori di rischio dopo la somministrazione della dose booster e dopo l’avvento delle nuove mutazioni del virus.
ITA
Background: In the last two years, the SARS-CoV-2 pandemic had a special significance both on the sanitary aspect and the economic and social aspect all over the world. The high contagiousness and infectiousness of the disease were crucial factors in spreading this illness all around the world. The developement of the vaccines contributed heavily to the prevention and control over the epidemic, both in the general population and the health workers community. The latter are, in fact, more at risk of being exposed to the virus and, subsequently, getting infected than the other population, considering that the vaccines are not 100% efficient in preventing the disease, especially with the new numerous variants of it. The aim of this study is to identify and evaluate the importance of the risk factor that can increase the number of positive health workers despite having completed the primary vaccine cycle. Matierials and methods: in the study we used the multiparametrc logistic regression with the purpose of comparing the data. The health care workers in a large piedmontese hospital that have been in contact with a high risk exposure subject must fill in a segnalation paper and must be covid tested after 72 hours from the suspected contact. The health care workers that presented symptoms must be COVID-19 tested as soon as possible. We then selected the ones that has tested positive and were vaccinated within 14 days and collected their personal informations and job descriptions. The control group are the employees that have been in contact with a suspected case, vaccinated with two doses within 14 days and tested negative after 72 hours. We collected datas from February 2021 to October 2021. Results: 83 health care workers tested postive over 2813 that have been in contact with a suspected case. We evaluated the results based on gender, age and job description. For the gender evaluation, the Odds Ratio is 0,6 [95% CI 0,35 – 1,03) for the females over the males ones. This data has no particular significance (P-value 0,064) but it does show a trend. For the age evaluation, the Odds Ratio has raised of 1,28 [95% CI 1,03 – 1,59] every 10 years (P-value 0,027). About the job discrimination, doctors have an Odds Ratio, over the ones working in administration, of 1,7 [95% CI 0,67 – 4,34], nurses of 1,04 [95% CI 0,42 – 2,58] (P-value not significant) Conclusion: The data we collected show a trend of more infection rate in the males rather than females, conferming other similar studies on the same topic. The risk of infection increase gradually in relation with age af the subject, the result is statistically significant. Some jobs manifested a higher risk of infection. In particular doctors and nurses, due probably to contact with contagious patients during care and diagnosis tasks, show a higher chance of infection. This study is foundamental in order to better evaluate the vaccination coverage and risk factors after the booster dose and the increasing number of new virus variants.
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