L’emergenza pandemica da “Covid–19”, impattando su un contesto già in difficoltà, ha comportato gravi ripercussioni sul precario tessuto economico e sociale del Paese, così favorendo le infiltrazioni della criminalità economica, anche di tipo organizzato, nel mondo imprenditoriale. Come l’esperienza giudiziaria insegna, non di rado i delitti di tipo mafioso e i reati tributari possono essere in varia misura fattualmente collegati. In tal senso, la progressiva presa di coscienza dell’avvenuta trasformazione delle mafie da “tradizionali” a “imprenditrici”, unitamente allo sviluppo massiccio del fenomeno illecito fiscale e dell’evasione di massa, hanno dato avvio a una legislazione adeguatrice tendente sempre più a valorizzare, nell’ambito delle strategie di contrasto, l’esigenza di aggredire le ricchezze illecite reimpiegate in attività economiche. Nella lotta contro l’evasione fiscale “patologica” uno dei principali ostacoli che le Autorità devono affrontare è senz’altro rappresentato dalla possibilità di recuperare le somme indebitamente sottratte alle casse erariali. Per questo motivo, preso atto della necessità di superare le originarie previsioni codicistiche che, in una concezione sostanzialmente statica delle dinamiche criminali, erano fortemente incentrate sui beni direttamente collegati all’attività illecita, lo schema canonico tradizionale ha lasciato via via spazio a meccanismi di confisca inizialmente concepiti per il contrasto delle mafie e da ultimo estesi, tra gli altri, anche ai crimini di natura tributaria. È proprio seguendo la direttrice volta a rendere maggiormente svantaggiosa la scelta di delinquere, che sono sorte, a fianco degli ordinari strumenti ablativi, nuove forme di aggressione dai connotati marcatamente afflittivi (che operano in base agli archetipi “per equivalente” e “per sproporzione”), più “agevoli” nel processo applicativo, che, previlegiando l’efficienza (talvolta a discapito di alcune garanzie processuali) mirano a colpire l’arricchimento illecito – anche allorquando radicato nel tempo – nelle sue differenti manifestazioni. In tale quadro, una crescente importanza hanno assunto le misure di prevenzione antimafia, nell’ambito delle quali, il concetto di “pericolosità sociale”, presupposto indefettibile per la relativa applicazione, ben si presta a ricomprendere anche quelle condotte illecite connesse ai più gravi fenomeni evasivi. Alla luce di quanto sopra, adottando un approccio metodologico di natura teorico–operativa, il presente elaborato si prefigge lo scopo di illustrare i principali strumenti giuridici e normativi che il Legislatore nazionale ha coniato nel tempo per consentire al moderno investigatore di contrastare efficacemente i più gravi fenomeni illecito–criminali connessi all’evasione fiscale “criminale”. È da questa prospettiva, quella della polizia giudiziaria che conduce le indagini, che sono tratteggiati i contorni di un articolato e complesso sistema di prevenzione e repressione, incentrato sull’ablazione delle ricchezze illecite, nell’ambito del quale gli inquirenti sono chiamati ad adottare metodologie investigative all’avanguardia, sempre più strutturate e trasversali, che richiedono il possesso di specifiche competenze di tipo giuridico–contabile a cui si devono aggiungere, per fronteggiare la nuova sfida delle valute virtuali, finanche cognizioni di natura informatica.
IL SEQUESTRO PER SPROPORZIONE, ULTIMO APPRODO A CONTRASTO DELL’EVASIONE FISCALE CRIMINALE
GIANGIORGI, DAVIDE
2020/2021
Abstract
L’emergenza pandemica da “Covid–19”, impattando su un contesto già in difficoltà, ha comportato gravi ripercussioni sul precario tessuto economico e sociale del Paese, così favorendo le infiltrazioni della criminalità economica, anche di tipo organizzato, nel mondo imprenditoriale. Come l’esperienza giudiziaria insegna, non di rado i delitti di tipo mafioso e i reati tributari possono essere in varia misura fattualmente collegati. In tal senso, la progressiva presa di coscienza dell’avvenuta trasformazione delle mafie da “tradizionali” a “imprenditrici”, unitamente allo sviluppo massiccio del fenomeno illecito fiscale e dell’evasione di massa, hanno dato avvio a una legislazione adeguatrice tendente sempre più a valorizzare, nell’ambito delle strategie di contrasto, l’esigenza di aggredire le ricchezze illecite reimpiegate in attività economiche. Nella lotta contro l’evasione fiscale “patologica” uno dei principali ostacoli che le Autorità devono affrontare è senz’altro rappresentato dalla possibilità di recuperare le somme indebitamente sottratte alle casse erariali. Per questo motivo, preso atto della necessità di superare le originarie previsioni codicistiche che, in una concezione sostanzialmente statica delle dinamiche criminali, erano fortemente incentrate sui beni direttamente collegati all’attività illecita, lo schema canonico tradizionale ha lasciato via via spazio a meccanismi di confisca inizialmente concepiti per il contrasto delle mafie e da ultimo estesi, tra gli altri, anche ai crimini di natura tributaria. È proprio seguendo la direttrice volta a rendere maggiormente svantaggiosa la scelta di delinquere, che sono sorte, a fianco degli ordinari strumenti ablativi, nuove forme di aggressione dai connotati marcatamente afflittivi (che operano in base agli archetipi “per equivalente” e “per sproporzione”), più “agevoli” nel processo applicativo, che, previlegiando l’efficienza (talvolta a discapito di alcune garanzie processuali) mirano a colpire l’arricchimento illecito – anche allorquando radicato nel tempo – nelle sue differenti manifestazioni. In tale quadro, una crescente importanza hanno assunto le misure di prevenzione antimafia, nell’ambito delle quali, il concetto di “pericolosità sociale”, presupposto indefettibile per la relativa applicazione, ben si presta a ricomprendere anche quelle condotte illecite connesse ai più gravi fenomeni evasivi. Alla luce di quanto sopra, adottando un approccio metodologico di natura teorico–operativa, il presente elaborato si prefigge lo scopo di illustrare i principali strumenti giuridici e normativi che il Legislatore nazionale ha coniato nel tempo per consentire al moderno investigatore di contrastare efficacemente i più gravi fenomeni illecito–criminali connessi all’evasione fiscale “criminale”. È da questa prospettiva, quella della polizia giudiziaria che conduce le indagini, che sono tratteggiati i contorni di un articolato e complesso sistema di prevenzione e repressione, incentrato sull’ablazione delle ricchezze illecite, nell’ambito del quale gli inquirenti sono chiamati ad adottare metodologie investigative all’avanguardia, sempre più strutturate e trasversali, che richiedono il possesso di specifiche competenze di tipo giuridico–contabile a cui si devono aggiungere, per fronteggiare la nuova sfida delle valute virtuali, finanche cognizioni di natura informatica.File | Dimensione | Formato | |
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