Background: Newborns’ feeding in their first weeks of life, especially during hospitalization, may be cause of discomfort for infants and for their mothers. Many factors are involved, including infants’ not fully developed gastrointestinal functions, their not proper sucking and low tolerance of external stimuli as well as the lack of maternal experience. Objective and instruments: The aim of the study was to measure the feeding-related discomfort in infants not suffering from gastrointestinal malfunction or any organic pathology through skin conductance fluctuations (SCF), recorded using of Medstorm™ Skin Conductance Algesimeter. Patients and methods: Eligible newborns for the study have been selected among those admitted to the Enlarged Early Childhood Sub-intensive Ward of the Department of General and Specialized Paediatrics of the “Regina Margherita” Paediatric Hospital - Turin, over a period of 16 months (September 2020- December 2021). Selection criteria: not ascertained gastrointestinal, genetic or surgical disease, no antiacid or painkillers treatment, enteral feeding. A total of 50 infants have been recruited, none of them born before 30 weeks of gestation, and they have been grouped according to their gestational age, the kind of milk and the feeding mode. SCF 15 minutes before, after and during feeding have been measured in each infant. Study protocol was shared and approved by Professor Storm, Physiologist at the University of Oslo, Norway. Data analysis was performed with the SPSS statistical application version 24.0. In all analyses, p<0.05 was taken to be statistically significant. Results: Pre-feeding SCF mean values were 0.16 peaks/second, showing discomfort in all infants, regardless of their gestational age, the type, and their feeding mode. The average values tend to decrease during the infants’ feeding and they are under threshold of 0.13 peaks/second also after it. After comparing the different groups of infants, statistically significant differences were recorded in the first 10 minutes of their feeding, as SCF was higher in the term infants. No significant differences have been found regarding the gestational age, the kind and the mode of their feeding. Interestingly a significant association exists with the amount of milk taken by the infants and the skin conductance values per second right after their feeding: the higher the quantity of milk, the higher the skin conductance values after 10 mins (r: 0.026; pvalue: 0.045), after 15 mins (r: 0.049; pvalue: 0.014) have been recorded. Conclusions: Our findings show that infants feel discomfort before being fed and for this reason they tend to cry, to be restless and to wince. The discomfort decreases during and after feeding as expected, since it represents a satisfying moment. The volume of milk given to term infants is higher and may cause discomfort after 10 minutes of feeding. This supports the opportunity of fractionising milk feeds consistently with international guidelines. Future studies are needed to investigate with the same procedure feeding discomfort in newborns with congenital or surgical diseases and to evaluate effectiveness of medical treatment and dietary approach
Background: L’alimentazione dei neonati nelle prime epoche di vita, soprattutto per quelli ricoverati, può rappresentare un momento delicato per le madri e di non completo benessere per i lattanti. In questo meccanismo entrano in gioco diverse componenti quali l’immaturità delle funzioni gastrointestinali del bambino, la sua difficoltà di suzione con i diversi stimoli ambientali unitamente all’inesperienza materna. Obiettivo e strumenti: L’obiettivo dello studio è stato quello di misurare il disagio correlato all’alimentazione nei neonati sani, attraverso la valutazione effettuata con l’innovativa metodica Medstorm™ Skin Conductance Algesimeter che registra le fluttuazioni della conduttanza cutanea (SCF). Soggetti e metodi: I neonati eleggibili per lo studio sono stati arruolati tra i pazienti ricoverati nel reparto Subintensiva allargata alla prima infanzia dell’Ospedale Regina Margherita, Torino, nel periodo compreso tra settembre 2020 e dicembre 2021. Criteri di arruolamento: assenza di patologia gastrointestinale accertata, di patologia genetica o chirurgica; assenza di terapia con antiacidi o analgesici; nutrizione esclusivamente svolta per via enterale. I 50 neonati arruolati sono stati suddivisi in base all’età gestazionale, alla tipologia di latte utilizzato e alla modalità di alimentazione al momento della misurazione. Per ogni neonato sono state misurate le SCF 15 minuti prima, durante e dopo il pasto. Il protocollo è stato approvato dalla prof.ssa Storm, fisiologa dell’università di Oslo, Norvegia. Le analisi statistiche sono state realizzate attraverso il software SPSS versione 24.0. Risultati: I valori registrati nella fase pre-prandiale sono risultati indicativi di disagio (0.16 picchi al secondo) in tutti i neonati indipendentemente dall’età gestazionale, dal tipo e dalla modalità di somministrazione del pasto. I valori medi rilevati tendono a scendere durante il pasto e rimangono sotto soglia anche nella fase post prandiale. Comparando le diverse categorie di neonati, si sono identificate differenze significative nei valori registrati durante i primi 10 minuti del pasto dei neonati a termine (p-value: 0.03). Non sono significative le differenze in relazione al tipo e alla modalità di somministrazione del pasto. Inoltre, i dati raccolti hanno evidenziato una correlazione statisticamente significativa in merito ai volumi di latte assunti: all’aumentare della quantità, i valori di SCF dopo 10 minuti (r: 0.026 p-value: 0.045) e dopo 15 minuti (r: 0.049; p-value: 0.014) dal pasto, risultano più elevati. Conclusioni: I dati raccolti evidenziano nella fase pre-prandiale la presenza di un significativo disagio da parte del neonato che è spesso manifestato con pianto, smorfie faciali e irrequietezza. Il discomfort si attenua durante e dopo il pasto, che rappresenta quindi un momento di soddisfazione. In relazione ai volumi assunti, la presenza di un maggior discomfort in chi ha assunto quantità maggiori di latte supporta la necessità di un adeguato frazionamento del pasto, come indicato dalle linee guida. Analogamente, i valori più alti registrati durante i primi 10 minuti del pasto nel neonato a termine, sono da attribuire alla maggiore quantità di latte assunto. I dati raccolti aprono la possibilità ad ulteriori ricerche basate sull’utilizzo della medesima metodica per approfondire l’argomento nel contesto di patologie chirurgiche o genetiche neonatali e per valutare l’efficacia di trattamenti dietetici o farmacologici
Valutazione del discomfort correlato all'alimentazione enterale nei neonati attraverso la misura della conduttanza cutanea
DI FEBO, CORRADO MATTEO
2021/2022
Abstract
Background: L’alimentazione dei neonati nelle prime epoche di vita, soprattutto per quelli ricoverati, può rappresentare un momento delicato per le madri e di non completo benessere per i lattanti. In questo meccanismo entrano in gioco diverse componenti quali l’immaturità delle funzioni gastrointestinali del bambino, la sua difficoltà di suzione con i diversi stimoli ambientali unitamente all’inesperienza materna. Obiettivo e strumenti: L’obiettivo dello studio è stato quello di misurare il disagio correlato all’alimentazione nei neonati sani, attraverso la valutazione effettuata con l’innovativa metodica Medstorm™ Skin Conductance Algesimeter che registra le fluttuazioni della conduttanza cutanea (SCF). Soggetti e metodi: I neonati eleggibili per lo studio sono stati arruolati tra i pazienti ricoverati nel reparto Subintensiva allargata alla prima infanzia dell’Ospedale Regina Margherita, Torino, nel periodo compreso tra settembre 2020 e dicembre 2021. Criteri di arruolamento: assenza di patologia gastrointestinale accertata, di patologia genetica o chirurgica; assenza di terapia con antiacidi o analgesici; nutrizione esclusivamente svolta per via enterale. I 50 neonati arruolati sono stati suddivisi in base all’età gestazionale, alla tipologia di latte utilizzato e alla modalità di alimentazione al momento della misurazione. Per ogni neonato sono state misurate le SCF 15 minuti prima, durante e dopo il pasto. Il protocollo è stato approvato dalla prof.ssa Storm, fisiologa dell’università di Oslo, Norvegia. Le analisi statistiche sono state realizzate attraverso il software SPSS versione 24.0. Risultati: I valori registrati nella fase pre-prandiale sono risultati indicativi di disagio (0.16 picchi al secondo) in tutti i neonati indipendentemente dall’età gestazionale, dal tipo e dalla modalità di somministrazione del pasto. I valori medi rilevati tendono a scendere durante il pasto e rimangono sotto soglia anche nella fase post prandiale. Comparando le diverse categorie di neonati, si sono identificate differenze significative nei valori registrati durante i primi 10 minuti del pasto dei neonati a termine (p-value: 0.03). Non sono significative le differenze in relazione al tipo e alla modalità di somministrazione del pasto. Inoltre, i dati raccolti hanno evidenziato una correlazione statisticamente significativa in merito ai volumi di latte assunti: all’aumentare della quantità, i valori di SCF dopo 10 minuti (r: 0.026 p-value: 0.045) e dopo 15 minuti (r: 0.049; p-value: 0.014) dal pasto, risultano più elevati. Conclusioni: I dati raccolti evidenziano nella fase pre-prandiale la presenza di un significativo disagio da parte del neonato che è spesso manifestato con pianto, smorfie faciali e irrequietezza. Il discomfort si attenua durante e dopo il pasto, che rappresenta quindi un momento di soddisfazione. In relazione ai volumi assunti, la presenza di un maggior discomfort in chi ha assunto quantità maggiori di latte supporta la necessità di un adeguato frazionamento del pasto, come indicato dalle linee guida. Analogamente, i valori più alti registrati durante i primi 10 minuti del pasto nel neonato a termine, sono da attribuire alla maggiore quantità di latte assunto. I dati raccolti aprono la possibilità ad ulteriori ricerche basate sull’utilizzo della medesima metodica per approfondire l’argomento nel contesto di patologie chirurgiche o genetiche neonatali e per valutare l’efficacia di trattamenti dietetici o farmacologiciFile | Dimensione | Formato | |
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