Il presente lavoro intende discutere l'eventuale rilevanza dell'empatia per la consulenza filosofica: in vista di questo obiettivo viene tracciata una genealogia del concetto alla ricerca di una sua definizione. Nel primo capitolo discutiamo prima di tutto il mito genealogico secondo cui il concetto di empatia, introdotto da Theodor Lipps nella riflessione estetica, troverebbe i suoi natali nell'alveo della cultura romantica tedesca. In seguito ripercorriamo l'opera lippsiana per inquadrare l'uso che il filosofo fa del concetto di empatia. In un secondo momento viene dato conto delle critiche mosse da Max Scheler ed Edith Stein alla posizione lippsiana. Nel secondo capitolo, dopo aver fornito una panoramica storica delle riflessioni portate avanti nell'ambito della psicologia scientifica, individuiamo una definizione di empatia che tiene conto tanto del contributo dei filosofi tanto di quello degli psicologi che si sono interessati alla questione. Viene poi descritto il ruolo operativo riconosciuto all'empatia da Sigmund Freud e Carl Rogers. Nel terzo capitolo, dopo aver individuato una definizione positiva di consulenza filosofica e averne chiarito natura e intenzionalità, descriviamo il ruolo ricoperto dall'empatia all'interno degli incontri consulenziali. Dalla nostra indagine emerge che, pur rifiutando all'empatia lo statuto di costrutto metodologico, occorre nondimeno riconoscerle un ruolo non operative.

Il concetto di empatia tra filosofia, psicologia e consulenza filosofica

CAPUANO, MAURIZIO
2011/2012

Abstract

Il presente lavoro intende discutere l'eventuale rilevanza dell'empatia per la consulenza filosofica: in vista di questo obiettivo viene tracciata una genealogia del concetto alla ricerca di una sua definizione. Nel primo capitolo discutiamo prima di tutto il mito genealogico secondo cui il concetto di empatia, introdotto da Theodor Lipps nella riflessione estetica, troverebbe i suoi natali nell'alveo della cultura romantica tedesca. In seguito ripercorriamo l'opera lippsiana per inquadrare l'uso che il filosofo fa del concetto di empatia. In un secondo momento viene dato conto delle critiche mosse da Max Scheler ed Edith Stein alla posizione lippsiana. Nel secondo capitolo, dopo aver fornito una panoramica storica delle riflessioni portate avanti nell'ambito della psicologia scientifica, individuiamo una definizione di empatia che tiene conto tanto del contributo dei filosofi tanto di quello degli psicologi che si sono interessati alla questione. Viene poi descritto il ruolo operativo riconosciuto all'empatia da Sigmund Freud e Carl Rogers. Nel terzo capitolo, dopo aver individuato una definizione positiva di consulenza filosofica e averne chiarito natura e intenzionalità, descriviamo il ruolo ricoperto dall'empatia all'interno degli incontri consulenziali. Dalla nostra indagine emerge che, pur rifiutando all'empatia lo statuto di costrutto metodologico, occorre nondimeno riconoscerle un ruolo non operative.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/128749