Il mio lavoro ha come scopo l'analisi linguistica dei ¿pizzini¿: questi testi, diventati famosi in Italia dopo la cattura del capo mafioso Bernardo Provenzano, rappresentano una documentazione di grande interesse anche dal punto di vista sociolinguistico. L'analisi è partita da un primo inquadramento storico della cultura comunicativa della criminalità organizzata siciliana, che ha trovato sviluppo e implemento nel sistema dei pizzini elaborato da Provenzano, con il quale il padrino amministrava gli affari di Cosa Nostra e gestiva i suoi fedeli uomini d'onore, attraverso una rete di fidati messaggeri. Successivamente sono stati evidenziati tutti quei tratti linguistici che avvicinano la lingua dei pizzini alla variante italiano popolare; numerosi i tratti fonetici peculiari sui quali ha influsso il dialetto nativo del redattore, come il raddoppiamento fonosintattico, la resa dei nessi -nd- e -mb-, la geminazione da pronuncia dialettale. Presenti anche diversi tratti morfosintattici socialmente marcati e lessicografia che risente dell'influenza da altri modelli linguistici e dalla varietà regionale. Un capitolo è stato dedicato anche alla trattazione della lingua dei pizzini come gergo, con un linguaggio eufemistico e metaforico ed elementi criptici e di non facile decodifica per chi non faceva parte del clan. Presenti anche elementi vicini alle lingue di settore con lessico specifico per gli addetti ai lavori. Sono stati, tuttavia, anche messi in evidenza tratti caratteristici della lingua dei pizzini che hanno fatto emergere un vero e proprio stile di Provenzano, come gli elementi di religiosità e la struttura dei pizzini che prevedeva sempre la medesima organizzazione del testo scritto. L'ultima parte, infine, è stata dedicata ad un breve confronto con altri redattori dei pizzini, ai quali Provenzano impartiva i propri ordini e con i quali interloquiva di continuo, evidenziando come il boss abbia dato vita ad un vero e proprio modello linguistico che è stato emulato dai propri uomini.

LA LINGUA DEI PIZZINI

BERTOLO, CINZIA
2010/2011

Abstract

Il mio lavoro ha come scopo l'analisi linguistica dei ¿pizzini¿: questi testi, diventati famosi in Italia dopo la cattura del capo mafioso Bernardo Provenzano, rappresentano una documentazione di grande interesse anche dal punto di vista sociolinguistico. L'analisi è partita da un primo inquadramento storico della cultura comunicativa della criminalità organizzata siciliana, che ha trovato sviluppo e implemento nel sistema dei pizzini elaborato da Provenzano, con il quale il padrino amministrava gli affari di Cosa Nostra e gestiva i suoi fedeli uomini d'onore, attraverso una rete di fidati messaggeri. Successivamente sono stati evidenziati tutti quei tratti linguistici che avvicinano la lingua dei pizzini alla variante italiano popolare; numerosi i tratti fonetici peculiari sui quali ha influsso il dialetto nativo del redattore, come il raddoppiamento fonosintattico, la resa dei nessi -nd- e -mb-, la geminazione da pronuncia dialettale. Presenti anche diversi tratti morfosintattici socialmente marcati e lessicografia che risente dell'influenza da altri modelli linguistici e dalla varietà regionale. Un capitolo è stato dedicato anche alla trattazione della lingua dei pizzini come gergo, con un linguaggio eufemistico e metaforico ed elementi criptici e di non facile decodifica per chi non faceva parte del clan. Presenti anche elementi vicini alle lingue di settore con lessico specifico per gli addetti ai lavori. Sono stati, tuttavia, anche messi in evidenza tratti caratteristici della lingua dei pizzini che hanno fatto emergere un vero e proprio stile di Provenzano, come gli elementi di religiosità e la struttura dei pizzini che prevedeva sempre la medesima organizzazione del testo scritto. L'ultima parte, infine, è stata dedicata ad un breve confronto con altri redattori dei pizzini, ai quali Provenzano impartiva i propri ordini e con i quali interloquiva di continuo, evidenziando come il boss abbia dato vita ad un vero e proprio modello linguistico che è stato emulato dai propri uomini.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/128659