Nello studio, suddiviso in tre capitoli, viene analizzato l'istituto delle disposizioni anticipate di trattamento (DAT), introdotto nell'ordinamento giuridico italiano grazie alla legge n. 219 del 22 dicembre 2017, recante “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 12 del 16 gennaio 2018 ed entrata in vigore alla fine dello stesso mese. Nel capitolo primo della trattazione, viene posto in evidenza come il Parlamento abbia provveduto a consacrare in un provvedimento legislativo i principi ormai consolidatisi nella giurisprudenza più recente, sia di merito sia costituzionale, in materia di autodeterminazione terapeutica dei pazienti: un'attenta analisi del contenuto di alcune celebri pronunce giudiziarie consente infatti di constatare la progressiva affermazione del diritto al consenso informato. Nel secondo capitolo viene condotto uno studio approfondito della disciplina dettata dal legislatore ormai tre anni fa relativamente alle disposizioni anticipate di trattamento, le quali consentono a tutte le persone maggiorenni e dotate della piena capacità di intendere e di volere di esercitare il proprio diritto al consenso/dissenso ad un determinato trattamento terapeutico in un momento antecedente rispetto a quello dell'instaurazione della relazione di cura con un medico. Ampio spazio è dedicato ad una riflessione circa il ruolo del fiduciario, ovvero la persona che, ai sensi del comma di apertura dell'art. 4 della legge n. 219/2017, “faccia le veci del disponente e lo rappresenti nelle relazioni con il medico e con le strutture sanitarie”, mentre nella parte conclusiva del capitolo vengono evidenziate le principali analogie, nonché le differenze più significative, fra il corpus di regole vigenti nel nostro ordinamento in materia di DAT e quelle introdotte qualche anno prima in altri Stati europei. L'ultimo capitolo dello studio è dedicato al tema della raccolta delle copie delle disposizioni anticipate di trattamento redatte dai cittadini, indispensabile per garantire l'effettiva tutela del diritto all'autodeterminazione terapeutica di questi, eppure non affrontato dal provvedimento legislativo già citato: viene rilevato come tale lacuna sia stata colmata grazie al decreto del Ministero della Salute n. 168 del 10 dicembre 2019, contenente il “Regolamento concernente la banca dati nazionale destinata alla registrazione delle disposizioni anticipate di trattamento (DAT)”, entrato in vigore all'inizio del mese di febbraio di quest'anno. Dopo avere sottolineato gli aspetti più rilevanti dei numerosi atti preliminari all'istituzione del registro telematico per la raccolta delle DAT, adottati fra il 2018 ed il 2019 da autorevoli soggetti quali, fra gli altri, il Garante per la protezione dei dati personali, il Consiglio di Stato ed il Consiglio Nazionale del Notariato, le pagine conclusive della trattazione sono dedicate all'analisi delle principali regole dettate dal Ministero con l'obiettivo di garantire l'efficienza del database nazionale.

Disposizioni anticipate di trattamento (DAT) La banca dati nazionale

DEUFEMIA, STEFANO
2019/2020

Abstract

Nello studio, suddiviso in tre capitoli, viene analizzato l'istituto delle disposizioni anticipate di trattamento (DAT), introdotto nell'ordinamento giuridico italiano grazie alla legge n. 219 del 22 dicembre 2017, recante “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 12 del 16 gennaio 2018 ed entrata in vigore alla fine dello stesso mese. Nel capitolo primo della trattazione, viene posto in evidenza come il Parlamento abbia provveduto a consacrare in un provvedimento legislativo i principi ormai consolidatisi nella giurisprudenza più recente, sia di merito sia costituzionale, in materia di autodeterminazione terapeutica dei pazienti: un'attenta analisi del contenuto di alcune celebri pronunce giudiziarie consente infatti di constatare la progressiva affermazione del diritto al consenso informato. Nel secondo capitolo viene condotto uno studio approfondito della disciplina dettata dal legislatore ormai tre anni fa relativamente alle disposizioni anticipate di trattamento, le quali consentono a tutte le persone maggiorenni e dotate della piena capacità di intendere e di volere di esercitare il proprio diritto al consenso/dissenso ad un determinato trattamento terapeutico in un momento antecedente rispetto a quello dell'instaurazione della relazione di cura con un medico. Ampio spazio è dedicato ad una riflessione circa il ruolo del fiduciario, ovvero la persona che, ai sensi del comma di apertura dell'art. 4 della legge n. 219/2017, “faccia le veci del disponente e lo rappresenti nelle relazioni con il medico e con le strutture sanitarie”, mentre nella parte conclusiva del capitolo vengono evidenziate le principali analogie, nonché le differenze più significative, fra il corpus di regole vigenti nel nostro ordinamento in materia di DAT e quelle introdotte qualche anno prima in altri Stati europei. L'ultimo capitolo dello studio è dedicato al tema della raccolta delle copie delle disposizioni anticipate di trattamento redatte dai cittadini, indispensabile per garantire l'effettiva tutela del diritto all'autodeterminazione terapeutica di questi, eppure non affrontato dal provvedimento legislativo già citato: viene rilevato come tale lacuna sia stata colmata grazie al decreto del Ministero della Salute n. 168 del 10 dicembre 2019, contenente il “Regolamento concernente la banca dati nazionale destinata alla registrazione delle disposizioni anticipate di trattamento (DAT)”, entrato in vigore all'inizio del mese di febbraio di quest'anno. Dopo avere sottolineato gli aspetti più rilevanti dei numerosi atti preliminari all'istituzione del registro telematico per la raccolta delle DAT, adottati fra il 2018 ed il 2019 da autorevoli soggetti quali, fra gli altri, il Garante per la protezione dei dati personali, il Consiglio di Stato ed il Consiglio Nazionale del Notariato, le pagine conclusive della trattazione sono dedicate all'analisi delle principali regole dettate dal Ministero con l'obiettivo di garantire l'efficienza del database nazionale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/128605