In medicina veterinaria, sono molteplici i casi in cui è raccomandata la terapia insulinica e la condizione più comune nel cane e nel gatto è il diabete mellito. Il diabete mellito si presenta nelle due specie con frequenza, predisposizione e fattori di rischio differenti; per questo motivo, anche la terapia varia a seconda delle specie e della gravità raggiunta dalla patologia. Le complicazioni del diabete mellito possono essere numerose e più o meno gravi, come la chetoacidosi diabetica (DKA), condizione potenzialmente fatale. La DKA, infatti, necessita di una terapia insulinica differente dal diabete mellito, relativamente al tipo di insulina, alla velocità d'azione, alla via di somministrazione ed al monitoraggio. È fondamentale conoscere i differenti protocolli di terapia ed i protocolli alternativi per trattarla adeguatamente. In letteratura sono presenti diversi lavori che supportano l'utilizzo dell'insulina a breve durata d'azione Actrapid® per trattare la chetoacidosi diabetica; anche se sono stati proposti negli ultimi anni altri tipi di insulina, l'insulina regolare a breve durata d'azione è quella che attualmente continua ad essere utilizzata di routine nei pazienti ospedalizzati. Questo studio si propone di descrivere, nei cani e gatti ricoverati in terapia intensiva, l'utilizzo dell'insulina a breve durata d'azione Actrapid® nel trattamento della chetoacidosi diabetica, del diabete mellito e di altre condizioni cliniche come la pancreatite e l'ascesso pancreatico. Lo studio è stato condotto utilizzando la casistica riferita presso l'Ospedale Veterinario Universitario (OVU) di Torino, nel periodo tra gennaio 2014 e dicembre 2018. È stata eseguita una ricerca retrospettiva delle cartelle cartacee di degenza dell'archivio dell'ospedale, che appartenevano a cani e gatti ricoverati presso il reparto di terapia intensiva. Sono stati ricercati tutti i casi in cui compariva la somministrazione di Actrapid. È stata poi condotta una ulteriore ricerca sul software gestionale, per completare le informazioni della casistica. Sono state ricercare le informazioni sul segnalamento, anamnesi riferita dal proprietario e valori dei parametri del triage in entrata della terapia intensiva; i reperti clinici riscontrati durante la visita in pronto soccorso e il ricovero e le diagnosi finali dei pazienti. Sono inoltre stati ricercati i valori degli esami laboratoriali (emocromo, biochimico, emogas analisi, esame chimico-fisico e del sedimento delle urine, urocoltura) e tutte le indagini collaterali (ecografia addominale, tests degli enzimi pancreatici e per la presenza di malattie infettive); i protocolli di terapia insulinica (via di somministrazione, tipo di insulina, dosaggi), le altre terapie eseguite durante il ricovero e la fluidoterapia; i giorni di ricovero e l'outcome. I sintomi clinici e le alterazioni di laboratorio riscontrati nello studio hanno trovato riscontro con quanto riportato in letteratura, ad eccezione di pochi parametri. Il protocollo di terapia insulinica utilizzato all'OVU, invece, è un unico protocollo (intramuscolare intermittente), nonostante numerosi studi abbiano dimostrato l'efficacia di nuovi tipi di insulina e nuove associazioni. Potrebbe essere interessante implementare la terapia intensiva con nuovi protocolli e utilizzare nuovi tipi di insulina o diverse integrazioni di elettroliti durante la degenza, ad esempio effettuando un nuovo studio prospettico, con casistica più ampia per dimostrarne l'efficacia.

Utilizzo dell'insulina a breve durata d'azione in cani e gatti ospedalizzati: indagine retrospettiva (2014-2018)

CRESCENTE, OLGA
2019/2020

Abstract

In medicina veterinaria, sono molteplici i casi in cui è raccomandata la terapia insulinica e la condizione più comune nel cane e nel gatto è il diabete mellito. Il diabete mellito si presenta nelle due specie con frequenza, predisposizione e fattori di rischio differenti; per questo motivo, anche la terapia varia a seconda delle specie e della gravità raggiunta dalla patologia. Le complicazioni del diabete mellito possono essere numerose e più o meno gravi, come la chetoacidosi diabetica (DKA), condizione potenzialmente fatale. La DKA, infatti, necessita di una terapia insulinica differente dal diabete mellito, relativamente al tipo di insulina, alla velocità d'azione, alla via di somministrazione ed al monitoraggio. È fondamentale conoscere i differenti protocolli di terapia ed i protocolli alternativi per trattarla adeguatamente. In letteratura sono presenti diversi lavori che supportano l'utilizzo dell'insulina a breve durata d'azione Actrapid® per trattare la chetoacidosi diabetica; anche se sono stati proposti negli ultimi anni altri tipi di insulina, l'insulina regolare a breve durata d'azione è quella che attualmente continua ad essere utilizzata di routine nei pazienti ospedalizzati. Questo studio si propone di descrivere, nei cani e gatti ricoverati in terapia intensiva, l'utilizzo dell'insulina a breve durata d'azione Actrapid® nel trattamento della chetoacidosi diabetica, del diabete mellito e di altre condizioni cliniche come la pancreatite e l'ascesso pancreatico. Lo studio è stato condotto utilizzando la casistica riferita presso l'Ospedale Veterinario Universitario (OVU) di Torino, nel periodo tra gennaio 2014 e dicembre 2018. È stata eseguita una ricerca retrospettiva delle cartelle cartacee di degenza dell'archivio dell'ospedale, che appartenevano a cani e gatti ricoverati presso il reparto di terapia intensiva. Sono stati ricercati tutti i casi in cui compariva la somministrazione di Actrapid. È stata poi condotta una ulteriore ricerca sul software gestionale, per completare le informazioni della casistica. Sono state ricercare le informazioni sul segnalamento, anamnesi riferita dal proprietario e valori dei parametri del triage in entrata della terapia intensiva; i reperti clinici riscontrati durante la visita in pronto soccorso e il ricovero e le diagnosi finali dei pazienti. Sono inoltre stati ricercati i valori degli esami laboratoriali (emocromo, biochimico, emogas analisi, esame chimico-fisico e del sedimento delle urine, urocoltura) e tutte le indagini collaterali (ecografia addominale, tests degli enzimi pancreatici e per la presenza di malattie infettive); i protocolli di terapia insulinica (via di somministrazione, tipo di insulina, dosaggi), le altre terapie eseguite durante il ricovero e la fluidoterapia; i giorni di ricovero e l'outcome. I sintomi clinici e le alterazioni di laboratorio riscontrati nello studio hanno trovato riscontro con quanto riportato in letteratura, ad eccezione di pochi parametri. Il protocollo di terapia insulinica utilizzato all'OVU, invece, è un unico protocollo (intramuscolare intermittente), nonostante numerosi studi abbiano dimostrato l'efficacia di nuovi tipi di insulina e nuove associazioni. Potrebbe essere interessante implementare la terapia intensiva con nuovi protocolli e utilizzare nuovi tipi di insulina o diverse integrazioni di elettroliti durante la degenza, ad esempio effettuando un nuovo studio prospettico, con casistica più ampia per dimostrarne l'efficacia.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/128591