¿Bread and butter¿ è un'espressione idiomatica inglese utilizzata anche in funzione aggettivante per indicare il ¿quotidiano¿. Il presente studio è un'analisi letteraria della produzione di racconti di Raymond Carver che si propone di mettere a fuoco l'esplorazione della dimensione del quotidiano e dell'ordinario nell'opera dell'autore. L'assunto di base dell'analisi è che Raymond Carver attraversi degli anni storicamente connotati da rivoluzioni in ambito economico, scientifico, tecnologico, sociale e sessuale, mantenendo tuttavia un profilo narrativo che apparentemente non ne resta scalfito e, anzi, adotta temi più umili. Alla luce di tali considerazioni si cerca di approfondire le eventuali connessioni tra l'autore e l'epoca in cui si dedica alla produzione delle sue raccolte di racconti, seguendone le vicissitudini di pubblicazione e analizzando il dibattito che si solleva intorno alla questione del ¿minimalismo¿ letterario di cui, immotivatamente, Carver è stato definito il padre. Una volta adottate delle puntuali prospettive di impianto sociologico riguardo gli anni settanta, la ricerca prende in esame l'alternativa offerta da Carver rispetto all'imponente tradizione letteraria di fronte alla quale, senza un particolare desiderio di affermazione, si è trovato nella posizione di giustificarsi. Superati questi necessari approfondimenti, l'analisi si concentra su una delle forme che il ¿quotidiano¿ assume in Carver ossia quella del cibo e in particolar modo si verificano i significati che il cibo, pur appartenendo a uno statuto ordinario, acquista in alcuni racconti di Carver. Nella sezione conclusiva del saggio si tenta di motivare questa forte aderenza dell'autore a una scrittura realista e incentrata sulle ¿cose piccole ma buone¿ attraverso l'analisi testuale di sei racconti; con riferimento ad alcuni studi di carattere antropologico condotti sul cibo si presenta la scelta stilistica adottata da Carver la quale prevede l'adozione di alcuni paradigmi del cibo elevati al ruolo di sineddoche per indicare il significato dell'intero racconto e, in modo più esteso, quello dell'epoca storica di riferimento. Considerando infine come un mezzo di comunicazione, l'analisi si serve anche del supporto di studi semiotici per valutare la portata e le forme espressive di un tale linguaggio attraverso lo studio del cibo e degli attrezzi culinari esaminati in qualità di ¿testi¿.

Bread and butter. Il realismo lirico nei racconti di Raymond Carver.

BOIOLI, GIULIA
2010/2011

Abstract

¿Bread and butter¿ è un'espressione idiomatica inglese utilizzata anche in funzione aggettivante per indicare il ¿quotidiano¿. Il presente studio è un'analisi letteraria della produzione di racconti di Raymond Carver che si propone di mettere a fuoco l'esplorazione della dimensione del quotidiano e dell'ordinario nell'opera dell'autore. L'assunto di base dell'analisi è che Raymond Carver attraversi degli anni storicamente connotati da rivoluzioni in ambito economico, scientifico, tecnologico, sociale e sessuale, mantenendo tuttavia un profilo narrativo che apparentemente non ne resta scalfito e, anzi, adotta temi più umili. Alla luce di tali considerazioni si cerca di approfondire le eventuali connessioni tra l'autore e l'epoca in cui si dedica alla produzione delle sue raccolte di racconti, seguendone le vicissitudini di pubblicazione e analizzando il dibattito che si solleva intorno alla questione del ¿minimalismo¿ letterario di cui, immotivatamente, Carver è stato definito il padre. Una volta adottate delle puntuali prospettive di impianto sociologico riguardo gli anni settanta, la ricerca prende in esame l'alternativa offerta da Carver rispetto all'imponente tradizione letteraria di fronte alla quale, senza un particolare desiderio di affermazione, si è trovato nella posizione di giustificarsi. Superati questi necessari approfondimenti, l'analisi si concentra su una delle forme che il ¿quotidiano¿ assume in Carver ossia quella del cibo e in particolar modo si verificano i significati che il cibo, pur appartenendo a uno statuto ordinario, acquista in alcuni racconti di Carver. Nella sezione conclusiva del saggio si tenta di motivare questa forte aderenza dell'autore a una scrittura realista e incentrata sulle ¿cose piccole ma buone¿ attraverso l'analisi testuale di sei racconti; con riferimento ad alcuni studi di carattere antropologico condotti sul cibo si presenta la scelta stilistica adottata da Carver la quale prevede l'adozione di alcuni paradigmi del cibo elevati al ruolo di sineddoche per indicare il significato dell'intero racconto e, in modo più esteso, quello dell'epoca storica di riferimento. Considerando infine come un mezzo di comunicazione, l'analisi si serve anche del supporto di studi semiotici per valutare la portata e le forme espressive di un tale linguaggio attraverso lo studio del cibo e degli attrezzi culinari esaminati in qualità di ¿testi¿.
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