Il ruolo e l'importanza dei fattori territoriali e, in particolare, della dimensione locale nell'organizzazione dei sistemi di riciclo e smaltimento dei rifiuti solidi urbani rappresentano l'interesse fondamentale di studio del presente lavoro di tesi che, nello specifico, indaga i casi della provincia di Torino e di un "bacino secondario di energia" della provincia di Cuneo. Di queste due distinte realtà territoriali la tesi analizza, ponendole in relazione alle diverse strutture socio-economiche e insediative, la produzione delle rispettive quantità di rifiuti e le differenti risposte poste in essere rispetto alla gestione complessiva dei rifiuti, alle modalità di raccolta differenziata, al coinvolgimento della cittadinanza, alle soluzioni impiantistiche per il trattamento dei flussi di materiali, sia di quelli raccolti in modo separato, sia di quelli residui. In ciascuno scenario, vengono osservati i flussi di materiale tenendo conto delle varie fasi di lavorazione e degli scarti che si generano in ciascuna fase, fonte di input per altre fasi, ricostruendone i costi di gestione e i ricavi. Ne derivano due differenti forme di governance territoriali, cui rispondono delle reti di attori locali che differiscono in modo sostanziale per vari aspetti, evidenziando come l'efficienza delle diverse soluzioni non sia una questione strettamente tecnologica ma anche, e fondamentalmente, territoriale. In Torino e provincia l'aver messo sotto controllo la produzione ed i flussi di rifiuto indifferenziato e differenziato (avviato al riciclo) consente la gestione delle criticità impiantistiche rendendo possibile la gestione transitoria dello smaltimento in discarica. Di conseguenza si procede con la realizzazione del termovalorizzatore del Gerbido capace di smaltire 421.000 su 552.000 t annue di RSU, di produrre energia e il 15% delle scorie si può utilizzare come materiale per sottofondi stradali e / o similari. Nel bacino secondario di energia con l'impianto collocato a Villafalletto (CN) si trattano, si valorizzano i rifiuti di metà della provincia di Cuneo (63.440 t annue di RSU) con produzione di CDR, recupero energetico biogas, recupero e produzione energia da fonti rinnovabili. La valutazione dei dati permette di affermare che il sistema integrato gestito, promosso, coordinato dal C.S.E.A, su un territorio meno esteso di quello torinese, agevola la collaborazione degli attori in rete, riduce i costi dei Comuni, il numero dei siti impegnati e compromessi dalle discariche, migliora l'igiene ambientale e la qualità della vita. Le aziende di recupero rappresentano una filiera sempre più rilevante, con potenzialità d'incremento ancora spendibili e avvallano l'importanza delle azioni predisposte con obiettivi comuni agli attori in rete. Questo studio conferma che il coinvolgimento di più attori funziona poiché porta alla ricerca del dialogo e alla messa in campo di azioni e di proposte nel rispetto di una maggiore sostenibilità territoriale e ambientale. Sviluppo locale e cooperazione locale assumono un nuovo significato di confronto e di condivisione del lavoro che parte dai bisogni e dalle particolarità di ogni contesto. Infatti, il Bacino secondario di energia della provincia di Cuneo risulta un "laboratorio di cooperazione locale e di cittadinanza attiva" che senza molte controversie gestisce, trasforma e valorizza il rifiuto con un sistema applicabile in modo vincente in situazioni con le stesse caratteristiche territoriali di fabbisogno.

Modelli sostenibili nella gestione e valorizzazione dei rifiuti solidi urbani. Analisi dei casi in Torino e provincia e di un Bacino secondario di energia della provincia di Cuneo.

VINASSA, VALENTINA ALICE
2010/2011

Abstract

Il ruolo e l'importanza dei fattori territoriali e, in particolare, della dimensione locale nell'organizzazione dei sistemi di riciclo e smaltimento dei rifiuti solidi urbani rappresentano l'interesse fondamentale di studio del presente lavoro di tesi che, nello specifico, indaga i casi della provincia di Torino e di un "bacino secondario di energia" della provincia di Cuneo. Di queste due distinte realtà territoriali la tesi analizza, ponendole in relazione alle diverse strutture socio-economiche e insediative, la produzione delle rispettive quantità di rifiuti e le differenti risposte poste in essere rispetto alla gestione complessiva dei rifiuti, alle modalità di raccolta differenziata, al coinvolgimento della cittadinanza, alle soluzioni impiantistiche per il trattamento dei flussi di materiali, sia di quelli raccolti in modo separato, sia di quelli residui. In ciascuno scenario, vengono osservati i flussi di materiale tenendo conto delle varie fasi di lavorazione e degli scarti che si generano in ciascuna fase, fonte di input per altre fasi, ricostruendone i costi di gestione e i ricavi. Ne derivano due differenti forme di governance territoriali, cui rispondono delle reti di attori locali che differiscono in modo sostanziale per vari aspetti, evidenziando come l'efficienza delle diverse soluzioni non sia una questione strettamente tecnologica ma anche, e fondamentalmente, territoriale. In Torino e provincia l'aver messo sotto controllo la produzione ed i flussi di rifiuto indifferenziato e differenziato (avviato al riciclo) consente la gestione delle criticità impiantistiche rendendo possibile la gestione transitoria dello smaltimento in discarica. Di conseguenza si procede con la realizzazione del termovalorizzatore del Gerbido capace di smaltire 421.000 su 552.000 t annue di RSU, di produrre energia e il 15% delle scorie si può utilizzare come materiale per sottofondi stradali e / o similari. Nel bacino secondario di energia con l'impianto collocato a Villafalletto (CN) si trattano, si valorizzano i rifiuti di metà della provincia di Cuneo (63.440 t annue di RSU) con produzione di CDR, recupero energetico biogas, recupero e produzione energia da fonti rinnovabili. La valutazione dei dati permette di affermare che il sistema integrato gestito, promosso, coordinato dal C.S.E.A, su un territorio meno esteso di quello torinese, agevola la collaborazione degli attori in rete, riduce i costi dei Comuni, il numero dei siti impegnati e compromessi dalle discariche, migliora l'igiene ambientale e la qualità della vita. Le aziende di recupero rappresentano una filiera sempre più rilevante, con potenzialità d'incremento ancora spendibili e avvallano l'importanza delle azioni predisposte con obiettivi comuni agli attori in rete. Questo studio conferma che il coinvolgimento di più attori funziona poiché porta alla ricerca del dialogo e alla messa in campo di azioni e di proposte nel rispetto di una maggiore sostenibilità territoriale e ambientale. Sviluppo locale e cooperazione locale assumono un nuovo significato di confronto e di condivisione del lavoro che parte dai bisogni e dalle particolarità di ogni contesto. Infatti, il Bacino secondario di energia della provincia di Cuneo risulta un "laboratorio di cooperazione locale e di cittadinanza attiva" che senza molte controversie gestisce, trasforma e valorizza il rifiuto con un sistema applicabile in modo vincente in situazioni con le stesse caratteristiche territoriali di fabbisogno.
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