In the last few years, the impact of human activities on the environment is increased, compromising the environmental balance. For this reason, it is necessary to introduce rules that can prevent and condemn certain behaviors. The purpose of this paper is to analyze the problems and possible solutions set by International Criminal Law of the Environment. Undeniably, the environmental issue is one of the crises that the international community are facing. It is a global problem affecting all the Countries, with greater repercussions on developing countries. Nevertheless, the international Community has created a solid international criminal law framework, it has left the decision on environmental matters to individual country or Regional Organizations. Several lawyers and organizations are fighting today for recognize the 'ecocide' as a new international crime that can fall within the jurisdiction of the International Criminal Court. Before that, the environmental issue has been dealt with from international headquarters for years ( the 1972 United Nations Conference on the Human Environment in Stockholm; the 1992 Rio Conference on Environment and Development; the 2007 Kyoto Protocol; the 2002 World Summit on Sustainable Development in Johannesburg), so that the international environmental law seemed to be in continuous, but only apparent, evolution. Treaties are more complex and have become articulated, but progress has remained modest in terms of effectiveness. International Law has not afforded adequate protection to the environment. The reasons why this happens will be analyzed in the first chapter of the paper and they must be sought in the heterogeneous nature of the matter. In particular, some crucial issues will be highlighted: international law: countries' attachment to sovereignty and the jurisdiction problem; criminal law: the difficulty in the constructing of the legal case; the contrast between anthropocentric and ecocentric approach; and the socio-economic issues that determine the policies of different States. Despite these problems, in view of the characteristics of environmental damage, several commentators argue the need for a criminal instrument - the only one that can act on the punitive-repressive side but also on the preventive one- and, at the same time, internationally. For these reasons, an International Court seemed to be the most suitable instrument. The second chapter will identify the International Criminal Court as the designated forum, thanks to the innovations made by the 2016 Policy Paper of the procurator office. The third and final chapter will be addressed to the analysis of the case of ecocide and the various campaigns that have been conducted (Polly Higgings; Valérie Cabanes) and prospects of amendment.
Negli ultimi decenni l'impatto delle attività umane sull'ambiente è aumentato mettendo in pericolo l'equilibrio dell'ecosistema. Si è raggiunto un livello di gravità tale che risulta imprescindibile la creazione di un meccanismo internazionale che possa prevenire e condannare determinate condotte che danneggiano la Terra. Il presente elaborato si propone di analizzare le problematiche e le eventuali soluzioni poste dal diritto penale internazionale dell'ambiente, con una particolare attenzione circa la possibilità di estendere la giurisdizione della Corte Penale Internazionale sulla fattispecie di ecocidio. Infatti, la questione ambientale è una delle crisi cui deve far fronte la comunità internazionale dal momento che rappresenta un problema globale che ha ripercussioni su tutti i Paesi. Nonostante essa sia intervenuta più volte nella creazione di un sistema penale di protezione dei diritti umani, l'ambiente non è mai stato considerato un bene giuridico degno di tutela. Nonostante ciò, consapevoli delle conseguenze del modello di sviluppo neoliberale sullo sfruttamento illimitato delle risorse naturali, gli Stati si sono occupati della materia ambientale in diverse occasioni. Si pensi alla Conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente umano tenutasi a Stoccolma del 1972, alla Conferenza di Rio su ambiente e sviluppo del 1992, al Protocollo di Kyoto o al Summit mondiale sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg del 2002. Apparentemente questi incontri sono stati indice di una continua evoluzione del diritto internazionale dell'ambiente, sebbene si siano rivelati manchevoli sul piano dell'efficacia. Ad oggi il diritto non è riuscito a offrire una protezione adeguata all'ecosistema. Le ragioni per cui questo accade saranno analizzate nel primo capitolo dell'elaborato e risiedono nella natura eterogenea della disciplina. Verranno evidenziati alcuni nodi cruciali del diritto internazionale, in particolare l'attaccamento alla sovranità da parte degli Stati e i problemi di giurisdizione. Seguirà una riflessione sull'importanza del piano assiologico e sulla contrapposizione tra impostazione antropocentrica ed ecocentrica. Infine, l'attenzione si sposterà sulle difficoltà nella costruzione della fattispecie giuridica poste dal diritto penale e sulle questioni socioeconomiche che non possono essere ignorate affrontando tale tematica. Nonostante tali problematiche, alla luce delle caratteristiche dei danni ambientali, diversi commentatori sostengono la necessità di uno strumento penale – l'unico che possa agire sul lato punitivo-repressiva ma anche preventivo – e, allo stesso tempo, internazionale. Per questi motivi, una Corte Internazionale è sembrata essere lo strumento più adatto. Nel secondo capitolo si individuerà la Corte Penale Internazionale come il foro designato, anche alla luce delle novità apportate dal Policy Paper del 2016 dell'Office of The Prosecutor. Il terzo e ultimo capitolo sarà invece dedicato all'analisi della nozione di ecocidio, la possibilità che esso venga riconosciuto come crimine internazionale e le diverse proposte sorte dagli anni Sessanta a oggi. In particolar modo, si valuterà la possibilità di riconoscere la Terra come bene e non come risorsa. Tale conclusione equivarrebbe a una presa di posizione della comunità internazionale circa la volontà di proteggere la vita nel suo complesso, non solo quella umana.
Diritto penale internazionale dell'ambiente: verso un ampliamento della giurisdizione della Corte Penale Internazionale?
MAIORANO, FRANCESCA
2019/2020
Abstract
Negli ultimi decenni l'impatto delle attività umane sull'ambiente è aumentato mettendo in pericolo l'equilibrio dell'ecosistema. Si è raggiunto un livello di gravità tale che risulta imprescindibile la creazione di un meccanismo internazionale che possa prevenire e condannare determinate condotte che danneggiano la Terra. Il presente elaborato si propone di analizzare le problematiche e le eventuali soluzioni poste dal diritto penale internazionale dell'ambiente, con una particolare attenzione circa la possibilità di estendere la giurisdizione della Corte Penale Internazionale sulla fattispecie di ecocidio. Infatti, la questione ambientale è una delle crisi cui deve far fronte la comunità internazionale dal momento che rappresenta un problema globale che ha ripercussioni su tutti i Paesi. Nonostante essa sia intervenuta più volte nella creazione di un sistema penale di protezione dei diritti umani, l'ambiente non è mai stato considerato un bene giuridico degno di tutela. Nonostante ciò, consapevoli delle conseguenze del modello di sviluppo neoliberale sullo sfruttamento illimitato delle risorse naturali, gli Stati si sono occupati della materia ambientale in diverse occasioni. Si pensi alla Conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente umano tenutasi a Stoccolma del 1972, alla Conferenza di Rio su ambiente e sviluppo del 1992, al Protocollo di Kyoto o al Summit mondiale sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg del 2002. Apparentemente questi incontri sono stati indice di una continua evoluzione del diritto internazionale dell'ambiente, sebbene si siano rivelati manchevoli sul piano dell'efficacia. Ad oggi il diritto non è riuscito a offrire una protezione adeguata all'ecosistema. Le ragioni per cui questo accade saranno analizzate nel primo capitolo dell'elaborato e risiedono nella natura eterogenea della disciplina. Verranno evidenziati alcuni nodi cruciali del diritto internazionale, in particolare l'attaccamento alla sovranità da parte degli Stati e i problemi di giurisdizione. Seguirà una riflessione sull'importanza del piano assiologico e sulla contrapposizione tra impostazione antropocentrica ed ecocentrica. Infine, l'attenzione si sposterà sulle difficoltà nella costruzione della fattispecie giuridica poste dal diritto penale e sulle questioni socioeconomiche che non possono essere ignorate affrontando tale tematica. Nonostante tali problematiche, alla luce delle caratteristiche dei danni ambientali, diversi commentatori sostengono la necessità di uno strumento penale – l'unico che possa agire sul lato punitivo-repressiva ma anche preventivo – e, allo stesso tempo, internazionale. Per questi motivi, una Corte Internazionale è sembrata essere lo strumento più adatto. Nel secondo capitolo si individuerà la Corte Penale Internazionale come il foro designato, anche alla luce delle novità apportate dal Policy Paper del 2016 dell'Office of The Prosecutor. Il terzo e ultimo capitolo sarà invece dedicato all'analisi della nozione di ecocidio, la possibilità che esso venga riconosciuto come crimine internazionale e le diverse proposte sorte dagli anni Sessanta a oggi. In particolar modo, si valuterà la possibilità di riconoscere la Terra come bene e non come risorsa. Tale conclusione equivarrebbe a una presa di posizione della comunità internazionale circa la volontà di proteggere la vita nel suo complesso, non solo quella umana.File | Dimensione | Formato | |
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