Lo scopo del presente lavoro è di affrontare le problematiche concernenti i provvedimenti presidenziali nell'interesse della prole e dei coniugi nel procedimento di separazione e divorzio,confrontando le varie tesi dottrinali e analizzando le diverse pronunce giurisprudenziali spesso in contrasto tra loro. Nel primo capitolo affronterò alcuni aspetti concernenti l'ordinanza presidenziale, con specifico riferimento alla discussa natura di tali provvedimenti cercando di fornire un inquadramento storico della problematica in esame, prestando particolare attenzione alle teorie sviluppate dalle dottrina e dalle varie pronunce della giurisprudenza divise tra i sostenitori della natura volontaria, tra quelli della natura anticipatoria e tra quelli della natura cautelare. Inoltre mi occuperò del contenuto di dette ordinanze e dei poteri del presidente. Successivamente analizzerò il tema della durata dei provvedimenti presidenziali e della c.d. ultrattività espressamente prevista dall'articolo 189 delle disposizioni di attuazione del Codice di procedura civile; infine tratterò dell'ammissibilità dei provvedimenti atipici ex art. 700 c.p.c. Nel secondo capitolo delineerò la struttura del reclamo avverso i provvedimenti presidenziali delineati dall'art. 708, 4° comma c.p.c. introdotto dalla legge n. 54/2006 sull'affidamento condiviso, il quale prevede che l'ordinanza presidenziale sia impugnabile con reclamo alla Corte d'appello, la quale si pronuncia in camera di consiglio, e che tale reclamo vada proposto nel termine perentorio di dieci giorni dalla notificazione del provvedimento. Analizzerò il panorama dottrinale e giurisprudenziale prima della riforma attuata dalla legge n. 54 del 2006. Successivamente cercherò di fornire una soluzione ai dubbi che la scarna disciplina contenuta nella L. 14 maggio 2005, n. 80 e nella L. 8 febbraio 2006, n. 54, ha sollevato. Inoltre mi occuperò dei rapporti tra gli istituti del reclamo alla Corte d'appello e della revoca e modifica ad opera del giudice istruttore, riepilogando le varie teorie elaborate dalla dottrina e dalla giurisprudenza sul tema e cercando di individuare quale sia l'ambito di applicazione di ciascuno strumento di controllo. Nel terzo capitolo tratterò del problema concernente il reclamo avverso i provvedimenti del giudice istruttore a fronte della mancata previsione di una forma di riesame avanti ad un organo superiore avverso tali provvedimenti ai sensi dell'art. 709, ultimo comma, c.p.c., cercando di individuare quale sia lo strumento più idoneo cui fare ricorso per colmare la lacuna che si dovesse ritenere esistente nel dato normativo. Infine analizzerò una recente pronuncia sul tema della Corte di Cassazione.

I provvedimenti presidenziali in materia di separazione e divorzio

BIOLATTI, ELENA
2013/2014

Abstract

Lo scopo del presente lavoro è di affrontare le problematiche concernenti i provvedimenti presidenziali nell'interesse della prole e dei coniugi nel procedimento di separazione e divorzio,confrontando le varie tesi dottrinali e analizzando le diverse pronunce giurisprudenziali spesso in contrasto tra loro. Nel primo capitolo affronterò alcuni aspetti concernenti l'ordinanza presidenziale, con specifico riferimento alla discussa natura di tali provvedimenti cercando di fornire un inquadramento storico della problematica in esame, prestando particolare attenzione alle teorie sviluppate dalle dottrina e dalle varie pronunce della giurisprudenza divise tra i sostenitori della natura volontaria, tra quelli della natura anticipatoria e tra quelli della natura cautelare. Inoltre mi occuperò del contenuto di dette ordinanze e dei poteri del presidente. Successivamente analizzerò il tema della durata dei provvedimenti presidenziali e della c.d. ultrattività espressamente prevista dall'articolo 189 delle disposizioni di attuazione del Codice di procedura civile; infine tratterò dell'ammissibilità dei provvedimenti atipici ex art. 700 c.p.c. Nel secondo capitolo delineerò la struttura del reclamo avverso i provvedimenti presidenziali delineati dall'art. 708, 4° comma c.p.c. introdotto dalla legge n. 54/2006 sull'affidamento condiviso, il quale prevede che l'ordinanza presidenziale sia impugnabile con reclamo alla Corte d'appello, la quale si pronuncia in camera di consiglio, e che tale reclamo vada proposto nel termine perentorio di dieci giorni dalla notificazione del provvedimento. Analizzerò il panorama dottrinale e giurisprudenziale prima della riforma attuata dalla legge n. 54 del 2006. Successivamente cercherò di fornire una soluzione ai dubbi che la scarna disciplina contenuta nella L. 14 maggio 2005, n. 80 e nella L. 8 febbraio 2006, n. 54, ha sollevato. Inoltre mi occuperò dei rapporti tra gli istituti del reclamo alla Corte d'appello e della revoca e modifica ad opera del giudice istruttore, riepilogando le varie teorie elaborate dalla dottrina e dalla giurisprudenza sul tema e cercando di individuare quale sia l'ambito di applicazione di ciascuno strumento di controllo. Nel terzo capitolo tratterò del problema concernente il reclamo avverso i provvedimenti del giudice istruttore a fronte della mancata previsione di una forma di riesame avanti ad un organo superiore avverso tali provvedimenti ai sensi dell'art. 709, ultimo comma, c.p.c., cercando di individuare quale sia lo strumento più idoneo cui fare ricorso per colmare la lacuna che si dovesse ritenere esistente nel dato normativo. Infine analizzerò una recente pronuncia sul tema della Corte di Cassazione.
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