Le impronte digitali sono utili per l'analisi dattiloscopica atta ad identificare in maniera certa un individuo grazie alle loro caratteristiche di individualità, immutabilità, inalterabilità. I progressi della biologia molecolare hanno portato i genetisti forensi ad interrogarsi se detto materiale biologico possa essere considerato una fonte di DNA ai fini della tipizzazione di un profilo genetico da utilizzare per un confronto in ambito forense. Le impronte rinvenute durante i sopralluoghi sono spesso ¿latenti¿, ciò rende necessario l'utilizzo di particolari tecniche per la loro esaltazione. In questo progetto di tesi è stata analizzata la possibilità di isolare con tre diverse metodiche di estrazione (microsfere paramagnetiche, resina chelante e colonne a scambio ionico con membrana di silice) DNA in quantità e di qualità idonee allo studio di polimorfismi STR partendo da tracce di sangue, saliva e impronte digitali sottoposte all'azione degli esteri cianoacrilici, tecnica comunemente impiegata per l'esaltazione delle impronte latenti lasciate su substrati non porosi. I campioni sono stati sottoposti al trattamento per l'esaltazione a tempi differenti dalla deposizione. Inoltre sono stati allestiti campioni di controllo al fine di confrontare la qualità e la quantità di DNA estratto dai medesimi materiali biologici non sottoposti a trattamento. Dall'analisi dei dati è emerso che in realtà, qualunque sia il metodo di estrazione utilizzato e indipendentemente dal processo di esaltazione, la quantità di DNA isolata dalle impronte digitali si aggira intorno ai 3 pg/ μl, quantità non idonea ad ottenere profili genetici utili per un confronto. Viceversa l'analisi dei dati ottenuti con l'estrazione di sangue e saliva sottoposti all'azione dei cianoacrilati evidenzia che l'esaltazione attraverso gli esteri cianoacrilici non inficia le successive analisi di laboratorio. Delle tre metodiche testate per l'estrazione, quella che utilizza resine chelanti è risultata poco adatta allo scopo, in quanto la quantità di DNA genomico ricavata con questo metodo è risultata 10 volte inferiore rispetto alle altre tecniche; l'uso di colonne e di microsfere paramagnetiche ha permesso di isolare quantità di DNA idonee ai successivi studi di polimorfismi STR
ESTRAZIONE DEL DNA DOPO TRATTAMENTO CON CIANOACRILATI: COMPARAZIONE TRA TRE METODICHE
ROMANELLI, ALMA
2012/2013
Abstract
Le impronte digitali sono utili per l'analisi dattiloscopica atta ad identificare in maniera certa un individuo grazie alle loro caratteristiche di individualità, immutabilità, inalterabilità. I progressi della biologia molecolare hanno portato i genetisti forensi ad interrogarsi se detto materiale biologico possa essere considerato una fonte di DNA ai fini della tipizzazione di un profilo genetico da utilizzare per un confronto in ambito forense. Le impronte rinvenute durante i sopralluoghi sono spesso ¿latenti¿, ciò rende necessario l'utilizzo di particolari tecniche per la loro esaltazione. In questo progetto di tesi è stata analizzata la possibilità di isolare con tre diverse metodiche di estrazione (microsfere paramagnetiche, resina chelante e colonne a scambio ionico con membrana di silice) DNA in quantità e di qualità idonee allo studio di polimorfismi STR partendo da tracce di sangue, saliva e impronte digitali sottoposte all'azione degli esteri cianoacrilici, tecnica comunemente impiegata per l'esaltazione delle impronte latenti lasciate su substrati non porosi. I campioni sono stati sottoposti al trattamento per l'esaltazione a tempi differenti dalla deposizione. Inoltre sono stati allestiti campioni di controllo al fine di confrontare la qualità e la quantità di DNA estratto dai medesimi materiali biologici non sottoposti a trattamento. Dall'analisi dei dati è emerso che in realtà, qualunque sia il metodo di estrazione utilizzato e indipendentemente dal processo di esaltazione, la quantità di DNA isolata dalle impronte digitali si aggira intorno ai 3 pg/ μl, quantità non idonea ad ottenere profili genetici utili per un confronto. Viceversa l'analisi dei dati ottenuti con l'estrazione di sangue e saliva sottoposti all'azione dei cianoacrilati evidenzia che l'esaltazione attraverso gli esteri cianoacrilici non inficia le successive analisi di laboratorio. Delle tre metodiche testate per l'estrazione, quella che utilizza resine chelanti è risultata poco adatta allo scopo, in quanto la quantità di DNA genomico ricavata con questo metodo è risultata 10 volte inferiore rispetto alle altre tecniche; l'uso di colonne e di microsfere paramagnetiche ha permesso di isolare quantità di DNA idonee ai successivi studi di polimorfismi STRFile | Dimensione | Formato | |
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