L’Italia è stato il primo paese europeo a doversi confrontare con l’epidemia virale da Covid-19 che ha conosciuto i momenti più drammatici tra i mesi di febbraio e aprile del 2020. Lo studio intrapreso vuole concentrarsi proprio sul primo periodo della pandemia, le cc.dd. “Fase 1” e “Fase 2” dell’emergenza sanitaria, in cui tutte le istituzioni (politiche, sanitarie, sociali) sono state chiamate a svolgere un ruolo tanto imprevisto quanto inedito. L’imponenza di questo evento, senza precedenti nella storia della Repubblica italiana, ha posto delle perplessità sulla capacità di tenuta del nostro ordinamento giuridico sotto vari profili. Per questo, in prima facie, l’analisi si è rivolta sugli strumenti giuridici utilizzati per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19. In particolare ci si è interrogati sull’esistenza di una disciplina dell’emergenza nella nostra Costituzione, come il costituente ha previsto l’attribuzione dei poteri d’urgenza e in che termini gestire una situazione di straordinaria portata. Di fatto, capire come sia stata affrontata, oggi, l’emergenza nel sistema delle fonti. La necessità di reagire alla crisi in tempi rapidissimi ha sottolineato il ruolo assunto dal governo, e dei poteri legislativi e amministrativi in suo possesso. L’impego in rapida successione di una pluralità di strumenti (ordinanze di ambito nazionale, regionale e locale; decreti legge, d.P.C.M.) con un crescendo di intensità collegato all’aggravarsi dei contagi da Covid-19, ha reso necessario il tentativo di una ricostruzione sistematica delle fonti emergenziali, indirizzata a sollevare dubbi e criticità nella prospettiva del diritto costituzionale, con l’apertura a vecchie teorie, come quella del maestro Carlo Esposito che offre un’importante lettura sulla decretazione d’urgenza. Le forme e i contenuti delle misure restrittive adottate, per contenere la diffusione del virus, hanno implicato numerose alterazioni degli equilibri costituzionali, non solo rispetto agli assetti istituzionali e al sistema delle fonti ma anche ai rapporti tra diritti individuali e interessi pubblici. Pertanto, nel secondo capitolo si intende esaminare quella porzione di diritti costituzionali coinvolti nell’epidemia; in che termini questi sono stati limitati dai provvedimenti del governo; come si giustificano gli obblighi e i divieti posti davanti al diritto alla salute con la conseguente compressione degli spazi di libertà riconosciuti dalla Costituzione. In modo imprescindibile, risulta approfondire la tecnica del bilanciamento dei diritti: in che modo è stato possibile perseguire il delicato equilibrio tra l’interesse della collettività e la tutela dei diritti costituzionali dei cittadini. Da ultimo, l’elaborato si focalizza sulla disamina dei decreti-legge nn. 6/2020 e 19/2020, i primi ad essere emanati dopo la Dichiarazione dello stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all'insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili, su delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020. I summenzionati atti aventi forza di legge riferiscono le misure restrittive da adottare nell’emergenza sanitaria al fine di ridurre i contagi, e affidando il profilo attuativo di dette limitazioni a fonti di rango secondario, tra cui i decreti del presidente del consiglio (d.P.C.M.).

IL DECRETO-LEGGE NELL'EMERGENZA SANITARIA DA COVID-19

RUFFINO, LAURA
2020/2021

Abstract

L’Italia è stato il primo paese europeo a doversi confrontare con l’epidemia virale da Covid-19 che ha conosciuto i momenti più drammatici tra i mesi di febbraio e aprile del 2020. Lo studio intrapreso vuole concentrarsi proprio sul primo periodo della pandemia, le cc.dd. “Fase 1” e “Fase 2” dell’emergenza sanitaria, in cui tutte le istituzioni (politiche, sanitarie, sociali) sono state chiamate a svolgere un ruolo tanto imprevisto quanto inedito. L’imponenza di questo evento, senza precedenti nella storia della Repubblica italiana, ha posto delle perplessità sulla capacità di tenuta del nostro ordinamento giuridico sotto vari profili. Per questo, in prima facie, l’analisi si è rivolta sugli strumenti giuridici utilizzati per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19. In particolare ci si è interrogati sull’esistenza di una disciplina dell’emergenza nella nostra Costituzione, come il costituente ha previsto l’attribuzione dei poteri d’urgenza e in che termini gestire una situazione di straordinaria portata. Di fatto, capire come sia stata affrontata, oggi, l’emergenza nel sistema delle fonti. La necessità di reagire alla crisi in tempi rapidissimi ha sottolineato il ruolo assunto dal governo, e dei poteri legislativi e amministrativi in suo possesso. L’impego in rapida successione di una pluralità di strumenti (ordinanze di ambito nazionale, regionale e locale; decreti legge, d.P.C.M.) con un crescendo di intensità collegato all’aggravarsi dei contagi da Covid-19, ha reso necessario il tentativo di una ricostruzione sistematica delle fonti emergenziali, indirizzata a sollevare dubbi e criticità nella prospettiva del diritto costituzionale, con l’apertura a vecchie teorie, come quella del maestro Carlo Esposito che offre un’importante lettura sulla decretazione d’urgenza. Le forme e i contenuti delle misure restrittive adottate, per contenere la diffusione del virus, hanno implicato numerose alterazioni degli equilibri costituzionali, non solo rispetto agli assetti istituzionali e al sistema delle fonti ma anche ai rapporti tra diritti individuali e interessi pubblici. Pertanto, nel secondo capitolo si intende esaminare quella porzione di diritti costituzionali coinvolti nell’epidemia; in che termini questi sono stati limitati dai provvedimenti del governo; come si giustificano gli obblighi e i divieti posti davanti al diritto alla salute con la conseguente compressione degli spazi di libertà riconosciuti dalla Costituzione. In modo imprescindibile, risulta approfondire la tecnica del bilanciamento dei diritti: in che modo è stato possibile perseguire il delicato equilibrio tra l’interesse della collettività e la tutela dei diritti costituzionali dei cittadini. Da ultimo, l’elaborato si focalizza sulla disamina dei decreti-legge nn. 6/2020 e 19/2020, i primi ad essere emanati dopo la Dichiarazione dello stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all'insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili, su delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020. I summenzionati atti aventi forza di legge riferiscono le misure restrittive da adottare nell’emergenza sanitaria al fine di ridurre i contagi, e affidando il profilo attuativo di dette limitazioni a fonti di rango secondario, tra cui i decreti del presidente del consiglio (d.P.C.M.).
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