L’uso diffuso di creme solari ha portato ad un aumento della concentrazione di filtri organici solari nelle acque naturali. Alcuni filtri organici solari vengono considerati contaminanti emergenti per i loro possibili effetti dannosi sugli ecosistemi.[1] Risulta, quindi, importante sviluppare tecniche analitiche che permettano di monitorare la concentrazione di queste sostanze in matrici ambientali. Il mio lavoro di tesi si è basato sulla messa a punto di un metodo per la determinazione quantitativa dei filtri solari nelle acque; in particolare, è stata utilizzata la voltammetria, una tecnica analitica versatile, che permette la determinazione di sostanze anche a livello di tracce, economica e applicabile per determinazioni in campo. Le sostanze considerate sono state l’octocrylene, l’oxybenzone (benzofenone-3) e l’octinoxate, definiti filtri solari organici, che vengono inseriti come ingredienti nelle creme solari per la loro capacità di assorbire le radiazioni UV. Quando queste molecole vengono esposte alla luce, assorbono l’energia dei raggi UV passando ad uno stato eccitato. In questo stato, i filtri solari trasferiscono l’energia assorbita ad altre molecole presenti nella formulazione della crema solare tornando al loro stato iniziale. In questo modo impediscono alle radiazioni UV di penetrare gli strati della pelle.[2] Lo scopo di questo lavoro di ricerca è stato quello di mettere a punto un metodo per la rilevazione simultanea di questi tre analiti, applicabile anche ad analisi in campo. Sono state testate diverse condizioni operative, ottimizzando i parametri strumentali, quali intervallo di potenziale, tempo e potenziale di deposizione, la modalità di scansione, frequenza ed ampiezza degli impulsi. Sono stati testati diversi elettroliti di supporto, tra cui NaCl a diverse concentrazioni per valutare l’applicazione della tecnica per l’analisi di acqua di mare e l’utilizzo o meno di diversi solventi organici per facilitare la solubilizzazione delle sostanze. Sono state valutate anche la ripetibilità, la linearità e il range di concentrazione di applicabilità della metodica. Al fine di incrementare la sensibilità del metodo è stato anche valutato l’utilizzo di un materiale adsorbente al fine di preconcentrare gli analiti prima dell’analisi. I risultati hanno dimostrato che la voltammetria ha ottime potenzialità per essere applicata alla determinazione di filtri solari ed altri residui organici (ad es farmaci) nelle acque, rilevando concentrazioni fino a livello di tracce. La messa a punto di un metodo portatile, semplice ed economico permetterebbe un aumento nel numero dei controlli ed un migliore monitoraggio di tali sostanze nell’ambiente.
Metodi voltammetrici per il monitoraggio di residui di filtri solari organici nelle acque.
BOSCO, ANDREA
2021/2022
Abstract
L’uso diffuso di creme solari ha portato ad un aumento della concentrazione di filtri organici solari nelle acque naturali. Alcuni filtri organici solari vengono considerati contaminanti emergenti per i loro possibili effetti dannosi sugli ecosistemi.[1] Risulta, quindi, importante sviluppare tecniche analitiche che permettano di monitorare la concentrazione di queste sostanze in matrici ambientali. Il mio lavoro di tesi si è basato sulla messa a punto di un metodo per la determinazione quantitativa dei filtri solari nelle acque; in particolare, è stata utilizzata la voltammetria, una tecnica analitica versatile, che permette la determinazione di sostanze anche a livello di tracce, economica e applicabile per determinazioni in campo. Le sostanze considerate sono state l’octocrylene, l’oxybenzone (benzofenone-3) e l’octinoxate, definiti filtri solari organici, che vengono inseriti come ingredienti nelle creme solari per la loro capacità di assorbire le radiazioni UV. Quando queste molecole vengono esposte alla luce, assorbono l’energia dei raggi UV passando ad uno stato eccitato. In questo stato, i filtri solari trasferiscono l’energia assorbita ad altre molecole presenti nella formulazione della crema solare tornando al loro stato iniziale. In questo modo impediscono alle radiazioni UV di penetrare gli strati della pelle.[2] Lo scopo di questo lavoro di ricerca è stato quello di mettere a punto un metodo per la rilevazione simultanea di questi tre analiti, applicabile anche ad analisi in campo. Sono state testate diverse condizioni operative, ottimizzando i parametri strumentali, quali intervallo di potenziale, tempo e potenziale di deposizione, la modalità di scansione, frequenza ed ampiezza degli impulsi. Sono stati testati diversi elettroliti di supporto, tra cui NaCl a diverse concentrazioni per valutare l’applicazione della tecnica per l’analisi di acqua di mare e l’utilizzo o meno di diversi solventi organici per facilitare la solubilizzazione delle sostanze. Sono state valutate anche la ripetibilità, la linearità e il range di concentrazione di applicabilità della metodica. Al fine di incrementare la sensibilità del metodo è stato anche valutato l’utilizzo di un materiale adsorbente al fine di preconcentrare gli analiti prima dell’analisi. I risultati hanno dimostrato che la voltammetria ha ottime potenzialità per essere applicata alla determinazione di filtri solari ed altri residui organici (ad es farmaci) nelle acque, rilevando concentrazioni fino a livello di tracce. La messa a punto di un metodo portatile, semplice ed economico permetterebbe un aumento nel numero dei controlli ed un migliore monitoraggio di tali sostanze nell’ambiente.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/128144