Dal secondo dopoguerra alla fine del primo decennio degli anni duemila i tratti caratterizzanti dell'industria alimentare italiana sono profondamente mutati. Dalla diffusa polverizzazione che caratterizza gli anni '50, con la presenza di numerose piccole imprese organizzate soprattutto in ditte individuali, si è avviata una ristrutturazione del settore a partire dagli anni '60, seppure in modo graduale e con un percorso parzialmente diverso rispetto alla tendenza riscontrata nel resto del settore manifatturiero, relativamente al quale si è ridotto il numero di imprese e di impianti, con un parallelo aumento della dimensione media. L'espansione industriale è poi proseguita nei decenni successivi in modo eterogeneo tra i diversi comparti dell'industria alimentare e tra le diverse aree del Paese. L'avvio della fase di internazionalizzazione e liberalizzazione dei mercati nazionali degli anni '90 coincide con la diminuzione della numerosità delle classi di imprese di dimensioni intermedie e con lo sviluppo di processi di accorpamento e concentrazione di quelle di dimensioni maggiori ed una notevole espansione di quelle più piccole, che iniziano a giocare un ruolo più dinamico nel mercato. Dopo aver delineato i tratti essenziali dell'evoluzione storica dell'industria alimentare, la tesi si concentra sulla sua analisi strutturale, sia dal punto di vista dimensionale, sia da quello geografico (oltre che settoriale), nonché sullo studio delle principali strategie messe in atto, e dei risultati raggiunti nel contesto internazionale, nel primo decennio degli anni duemila. La disamina svolta porta a rilevare da una parte la prevalenza di ridotte dimensioni di imprese ed impianti e, dall'altra, quella di grandi gruppi e multinazionali, che optano principalmente per l'implementazione di strategie non-price (comunicazione ed innovazione). Il contesto attuale di crisi ha tuttavia costretto a rivedere, almeno in parte, in aggiunta al ruolo dei governi, il cui intervento viene invocato ormai ovunque (in Europa, nel mondo anglosassone, in Giappone), il ruolo della stessa industria alimentare all'interno del sistema agroalimentare, anche se il settore in questione è riuscito a contenere gli effetti della crisi evidenziando una dinamica (se non positiva) almeno migliore rispetto alla media del manifatturiero, grazie principalmente all'export. La seconda parte della tesi è dedicata ad un caso di studio, il Gruppo Ferrero, relativamente al quale si ripercorre l'evoluzione storica, focalizzando successivamente l'attenzione sull'analisi della sua struttura e delle principali strategie messe in atto nel contesto competitivo entro il quale esso opera (anche attraverso un confronto con alcune delle multinazionali concorrenti, tra cui Barilla, Perfetti, Unilever, Kraft, Lindt e Mars). L'analisi si conclude affrontando il tema della reputazione aziendale che, specialmente nell'attuale contesto di crisi economica, costituisce un'ulteriore leva strategica rilevante per il miglioramento della performance aziendale, oltre che uno ¿strumento¿ utile ai fini della riduzione dell'incertezza a favore degli stakeholder.

L'industria alimentare italiana nel contesto internazionale

OCCELLI, ELISA
2011/2012

Abstract

Dal secondo dopoguerra alla fine del primo decennio degli anni duemila i tratti caratterizzanti dell'industria alimentare italiana sono profondamente mutati. Dalla diffusa polverizzazione che caratterizza gli anni '50, con la presenza di numerose piccole imprese organizzate soprattutto in ditte individuali, si è avviata una ristrutturazione del settore a partire dagli anni '60, seppure in modo graduale e con un percorso parzialmente diverso rispetto alla tendenza riscontrata nel resto del settore manifatturiero, relativamente al quale si è ridotto il numero di imprese e di impianti, con un parallelo aumento della dimensione media. L'espansione industriale è poi proseguita nei decenni successivi in modo eterogeneo tra i diversi comparti dell'industria alimentare e tra le diverse aree del Paese. L'avvio della fase di internazionalizzazione e liberalizzazione dei mercati nazionali degli anni '90 coincide con la diminuzione della numerosità delle classi di imprese di dimensioni intermedie e con lo sviluppo di processi di accorpamento e concentrazione di quelle di dimensioni maggiori ed una notevole espansione di quelle più piccole, che iniziano a giocare un ruolo più dinamico nel mercato. Dopo aver delineato i tratti essenziali dell'evoluzione storica dell'industria alimentare, la tesi si concentra sulla sua analisi strutturale, sia dal punto di vista dimensionale, sia da quello geografico (oltre che settoriale), nonché sullo studio delle principali strategie messe in atto, e dei risultati raggiunti nel contesto internazionale, nel primo decennio degli anni duemila. La disamina svolta porta a rilevare da una parte la prevalenza di ridotte dimensioni di imprese ed impianti e, dall'altra, quella di grandi gruppi e multinazionali, che optano principalmente per l'implementazione di strategie non-price (comunicazione ed innovazione). Il contesto attuale di crisi ha tuttavia costretto a rivedere, almeno in parte, in aggiunta al ruolo dei governi, il cui intervento viene invocato ormai ovunque (in Europa, nel mondo anglosassone, in Giappone), il ruolo della stessa industria alimentare all'interno del sistema agroalimentare, anche se il settore in questione è riuscito a contenere gli effetti della crisi evidenziando una dinamica (se non positiva) almeno migliore rispetto alla media del manifatturiero, grazie principalmente all'export. La seconda parte della tesi è dedicata ad un caso di studio, il Gruppo Ferrero, relativamente al quale si ripercorre l'evoluzione storica, focalizzando successivamente l'attenzione sull'analisi della sua struttura e delle principali strategie messe in atto nel contesto competitivo entro il quale esso opera (anche attraverso un confronto con alcune delle multinazionali concorrenti, tra cui Barilla, Perfetti, Unilever, Kraft, Lindt e Mars). L'analisi si conclude affrontando il tema della reputazione aziendale che, specialmente nell'attuale contesto di crisi economica, costituisce un'ulteriore leva strategica rilevante per il miglioramento della performance aziendale, oltre che uno ¿strumento¿ utile ai fini della riduzione dell'incertezza a favore degli stakeholder.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
337579_tesi_occelli_elisa.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 1.69 MB
Formato Adobe PDF
1.69 MB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/128085