Il presente elaborato affronta il tema dell'«attivazione» nelle misure di contrasto ai fenomeni della povertà ed esclusione, dove con tale termine si indica l'introduzione di una connessione più stringente ed esplicita tra protezione sociale ed attività lavorativa. L'attivazione ha conosciuto una crescente popolarità nel dibattito politico del Welfare europeo ed italiano ma, come sarà argomentato, ha un significato di per sé vago ed ambiguo, idoneo a fondare strategie ed interventi estremamente diversificati ed, in certa misura, divergenti. Sulla base del principio dell'attivazione sono stati infatti adottati, a seconda delle realtà e fasi storiche analizzate, tanto misure di sostegno e tutela della cittadinanza, quanto forme di controllo stigmatizzanti per i beneficiari degli interventi. Allo scopo di cogliere i significati teorici e le implicazioni operative derivanti dall'estensione di active policies, il termine attivazione è stato analizzato sotto diversi profili, considerando sia le sue elaborazioni ideologico-concettuali sia le modalità attraverso cui i diversi livelli istituzionali lo hanno attualizzato. Dopo aver identificato i principali approcci e tipologie dell'attivazione, se ne è poi effettuata una contestualizzazione con riferimento alla realtà italiana ed alle specificità con cui questa ha affrontato il legame tra povertà e strategie di empowerment. A tal fine si è scelto di non ampliare il campo della ricerca alla totalità degli interventi redistributivi esistenti in Italia, ma di focalizzarsi su quelle misure che prevedono erogazioni economiche condizionate ad un progetto individuale di potenziamento delle capacità/responsabilità dei beneficiari e finalizzato ad incidere sui fattori che alimentano povertà ed esclusione. Sono stati quindi approfonditi gli approcci e gli interventi rivolti agli adulti abili al lavoro, ovvero soggetti con età compresa tra i 18 e i 65 anni, privi di disabilità, considerati sia come singoli sia all'interno di un nucleo familiare. Da una prospettiva nazionale e di livello macro, si è poi passati ad un analisi delle micro-interazioni tra istituzioni locali e cittadini mediante un'indagine di tipo survey, svolta coinvolgendo tre amministrazioni locali italiane. Tale studio ha consentito di approfondire presupposti, contenuti ed implicazioni operative connesse all'impiego della progettazione individualizzata quale strumento tipico attraverso cui l'attivazione si realizza. Le analisi svolte negli ambiti locali sono state poi confrontate con gli esiti elaborati dagli studi comparativi europei allo scopo di sviluppare ulteriori considerazioni sul tema. Ne è emerso un quadro articolato, in cui si sono indagate le condizioni alle quali l'attivazione sviluppa le proprie potenzialità od i propri limiti, provando a formulare , infine, alcune ipotesi in merito a come i servizi locali possano implementare misure coerenti con gli esiti attesi dalle active policies.

Sfide del Welfare abilitante: verso una progettazione individualizzata nelle misure di sostegno al reddito. Analisi di alcune esperienze.

MUSCATELLO, GIOVANNA
2012/2013

Abstract

Il presente elaborato affronta il tema dell'«attivazione» nelle misure di contrasto ai fenomeni della povertà ed esclusione, dove con tale termine si indica l'introduzione di una connessione più stringente ed esplicita tra protezione sociale ed attività lavorativa. L'attivazione ha conosciuto una crescente popolarità nel dibattito politico del Welfare europeo ed italiano ma, come sarà argomentato, ha un significato di per sé vago ed ambiguo, idoneo a fondare strategie ed interventi estremamente diversificati ed, in certa misura, divergenti. Sulla base del principio dell'attivazione sono stati infatti adottati, a seconda delle realtà e fasi storiche analizzate, tanto misure di sostegno e tutela della cittadinanza, quanto forme di controllo stigmatizzanti per i beneficiari degli interventi. Allo scopo di cogliere i significati teorici e le implicazioni operative derivanti dall'estensione di active policies, il termine attivazione è stato analizzato sotto diversi profili, considerando sia le sue elaborazioni ideologico-concettuali sia le modalità attraverso cui i diversi livelli istituzionali lo hanno attualizzato. Dopo aver identificato i principali approcci e tipologie dell'attivazione, se ne è poi effettuata una contestualizzazione con riferimento alla realtà italiana ed alle specificità con cui questa ha affrontato il legame tra povertà e strategie di empowerment. A tal fine si è scelto di non ampliare il campo della ricerca alla totalità degli interventi redistributivi esistenti in Italia, ma di focalizzarsi su quelle misure che prevedono erogazioni economiche condizionate ad un progetto individuale di potenziamento delle capacità/responsabilità dei beneficiari e finalizzato ad incidere sui fattori che alimentano povertà ed esclusione. Sono stati quindi approfonditi gli approcci e gli interventi rivolti agli adulti abili al lavoro, ovvero soggetti con età compresa tra i 18 e i 65 anni, privi di disabilità, considerati sia come singoli sia all'interno di un nucleo familiare. Da una prospettiva nazionale e di livello macro, si è poi passati ad un analisi delle micro-interazioni tra istituzioni locali e cittadini mediante un'indagine di tipo survey, svolta coinvolgendo tre amministrazioni locali italiane. Tale studio ha consentito di approfondire presupposti, contenuti ed implicazioni operative connesse all'impiego della progettazione individualizzata quale strumento tipico attraverso cui l'attivazione si realizza. Le analisi svolte negli ambiti locali sono state poi confrontate con gli esiti elaborati dagli studi comparativi europei allo scopo di sviluppare ulteriori considerazioni sul tema. Ne è emerso un quadro articolato, in cui si sono indagate le condizioni alle quali l'attivazione sviluppa le proprie potenzialità od i propri limiti, provando a formulare , infine, alcune ipotesi in merito a come i servizi locali possano implementare misure coerenti con gli esiti attesi dalle active policies.
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