L'obiettivo di questa tesi è quello di illustrare come gli itinerari interpretativi di Trevi, Galimberti e Salza giungano simultaneamente (ma partendo da prospettive diverse) a sottolineare la peculiarità dell'analisi junghiana dell'inconscio, che consiste nell'attribuire un ruolo privilegiato al confronto dialogico con esso attraverso l'immaginazione attiva. Pur partendo da premesse diverse, tutti e tre gli interpreti di Jung giungono ad attribuire un ruolo centrale all'immaginazione attiva, poiché essa pone le basi per una prospettiva in cui l'inconscio non rappresenta tanto un'istanza minacciosa i cui contenuti occorre riassorbire nella coscienza, ma costituisce la fonte di quella tensione dell'uomo a trascendere se stesso per giungere ad una piena realizzazione delle possibilità intrinseche nella sua esistenza, ad una piena attuazione del Sé. Le considerazioni di Trevi, Galimberti e Salza, rendendo esplicite le premesse contenute in molte proposizioni junghiane, sviluppano una prospettiva in cui la coscienza, impegnata da un lato ad adattarsi alla realtà fenomenica esterna, la trascende dall'altro attraverso l'immaginazione inconscia, che de-situa la coscienza dalla sua pretesa centralità e la apre all'inconscio. In questo i tre interpreti italiani di Jung si accostano (esplicitamente Galimberti, implicitamente Trevi e Salza) al pensiero di Jaspers, per il quale l'uomo è «essere frammezzo (der Mensch als Zwischensein)».

IL RUOLO DELL'IMMAGINAZIONE ATTIVA NEGLI INTERPRETI ITALIANI DI C.G. JUNG: MARIO TREVI, UMBERTO GALIMBERTI, FULVIO SALZA

CHINNI', MICHELE
2011/2012

Abstract

L'obiettivo di questa tesi è quello di illustrare come gli itinerari interpretativi di Trevi, Galimberti e Salza giungano simultaneamente (ma partendo da prospettive diverse) a sottolineare la peculiarità dell'analisi junghiana dell'inconscio, che consiste nell'attribuire un ruolo privilegiato al confronto dialogico con esso attraverso l'immaginazione attiva. Pur partendo da premesse diverse, tutti e tre gli interpreti di Jung giungono ad attribuire un ruolo centrale all'immaginazione attiva, poiché essa pone le basi per una prospettiva in cui l'inconscio non rappresenta tanto un'istanza minacciosa i cui contenuti occorre riassorbire nella coscienza, ma costituisce la fonte di quella tensione dell'uomo a trascendere se stesso per giungere ad una piena realizzazione delle possibilità intrinseche nella sua esistenza, ad una piena attuazione del Sé. Le considerazioni di Trevi, Galimberti e Salza, rendendo esplicite le premesse contenute in molte proposizioni junghiane, sviluppano una prospettiva in cui la coscienza, impegnata da un lato ad adattarsi alla realtà fenomenica esterna, la trascende dall'altro attraverso l'immaginazione inconscia, che de-situa la coscienza dalla sua pretesa centralità e la apre all'inconscio. In questo i tre interpreti italiani di Jung si accostano (esplicitamente Galimberti, implicitamente Trevi e Salza) al pensiero di Jaspers, per il quale l'uomo è «essere frammezzo (der Mensch als Zwischensein)».
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/128066