In Italia il 28 giugno 2012, è stata varata la Riforma del lavoro, promossa dalla Ministro Elsa Fornero. La Riforma apporta modifiche alla disciplina dei contratti di lavoro e della estinzione del rapporto di lavoro, e presenta le più rilevanti novità in materia previdenziale. E' proprio delle innovazioni sul versante previdenziale che questa tesi intende trattare, in particolare la riforma degli ammortizzatori sociali. In riferimento alle modifiche apportate alla tutela del reddito, l'obiettivo dichiarato dal legislatore è la riforma ¿dell'assetto degli ammortizzatori sociali¿, rendendolo più ¿equo¿ e, quindi, ¿in una prospettiva di universalizzazione¿. Dinanzi a quest'obiettivo, sorge l'interrogativo con cui la tesi è intitolata, volto ad analizzare le modifiche universalistiche ed a verificarne la corrispondenza con il modello universalistico previamente delineato. Il percorso con il quale la tesi intende volgere ad una risposta, inizia con l'individuazione di una definizione di ¿modello universalistico¿ di protezione del reddito, e discorre delle origini di tale modello, riconosciute dapprima nel modello universalistico di Beveridge. Inoltre si prendono in considerazione le classificazione dei modelli previdenziali, esposte nel corso degli anni da parte di illustri sociologi tra i quali: Morris Titmuss, Gosta Esping-Andersen, Ferrera; delineando e circoscrivendo il tipo di modello in questione. La trattazione discorre della legittimazione del modello universalistico rispetto alle disposizioni, in materia di previdenza e sicurezza sociale, nella Costituzione Italiana. A tal fine si percorrono gli articoli costituzionali riguardanti la tutela del reddito, e si analizzano i principi previdenziali previsti nell'ordinamento Italiano volti alla concreta attuazione dei principi costituzionali stessi, verificando, la loro conseguente conformità ad un modello di protezione del reddito universalistico. Viene ancora, verificata la legittimazione europea del modello universalistico attraverso l'esame delle disposizioni previdenziali contenute nei Trattati e nella Carta fondamentale dei diritti dell'unione europea. È inoltre prestata attenzione agli obiettivi di sicurezza sociale comuni ai paesi membri, conseguiti o in corso di conseguimento, tramite quello che viene denominato metodo aperto di coordinamento in materia previdenziale, attualmente indirizzato verso un sistema di flexicurity. Descrivendo poi brevemente, che cosa si intenda per flexicurity, e quali siano state le corrette applicazioni. Dopo l'individuazione di cosa sia un modello universalistico e l'accertamento della sua legittimazione a livello costituzionale ed europeo, alla luce di tale percorso, si analizza la disciplina e le modifiche della tutela del reddito nella riforma del lavoro (L. 28 giugno 2012, n.92). Tale analisi si svolge mettendo in evidenza quelli che sono gli aspetti universalistici della riforma e l'attinenza degli stessi al modello precedentemente configurato. Sono infine riportate le critiche autorevoli alla riforma, generali o in riferimento alle singole disposizioni, riguardanti la conformità o difformità della stessa al modello universalistico. Nella conclusione si tenta di capire se la riforma del lavoro abbia reso effettivamente la tutela del reddito universalistica, e di individuare quelli che sono gli ostacoli ancora presenti per la realizzazione di un modello universalistico nell'ordinamento italiano.
LA TUTELA DEL REDDITO NELLA RIFORMA DEL LAVORO. VERSO UN MODELLO UNIVERSALISTICO?
L'INTREPIDO, SONIA
2012/2013
Abstract
In Italia il 28 giugno 2012, è stata varata la Riforma del lavoro, promossa dalla Ministro Elsa Fornero. La Riforma apporta modifiche alla disciplina dei contratti di lavoro e della estinzione del rapporto di lavoro, e presenta le più rilevanti novità in materia previdenziale. E' proprio delle innovazioni sul versante previdenziale che questa tesi intende trattare, in particolare la riforma degli ammortizzatori sociali. In riferimento alle modifiche apportate alla tutela del reddito, l'obiettivo dichiarato dal legislatore è la riforma ¿dell'assetto degli ammortizzatori sociali¿, rendendolo più ¿equo¿ e, quindi, ¿in una prospettiva di universalizzazione¿. Dinanzi a quest'obiettivo, sorge l'interrogativo con cui la tesi è intitolata, volto ad analizzare le modifiche universalistiche ed a verificarne la corrispondenza con il modello universalistico previamente delineato. Il percorso con il quale la tesi intende volgere ad una risposta, inizia con l'individuazione di una definizione di ¿modello universalistico¿ di protezione del reddito, e discorre delle origini di tale modello, riconosciute dapprima nel modello universalistico di Beveridge. Inoltre si prendono in considerazione le classificazione dei modelli previdenziali, esposte nel corso degli anni da parte di illustri sociologi tra i quali: Morris Titmuss, Gosta Esping-Andersen, Ferrera; delineando e circoscrivendo il tipo di modello in questione. La trattazione discorre della legittimazione del modello universalistico rispetto alle disposizioni, in materia di previdenza e sicurezza sociale, nella Costituzione Italiana. A tal fine si percorrono gli articoli costituzionali riguardanti la tutela del reddito, e si analizzano i principi previdenziali previsti nell'ordinamento Italiano volti alla concreta attuazione dei principi costituzionali stessi, verificando, la loro conseguente conformità ad un modello di protezione del reddito universalistico. Viene ancora, verificata la legittimazione europea del modello universalistico attraverso l'esame delle disposizioni previdenziali contenute nei Trattati e nella Carta fondamentale dei diritti dell'unione europea. È inoltre prestata attenzione agli obiettivi di sicurezza sociale comuni ai paesi membri, conseguiti o in corso di conseguimento, tramite quello che viene denominato metodo aperto di coordinamento in materia previdenziale, attualmente indirizzato verso un sistema di flexicurity. Descrivendo poi brevemente, che cosa si intenda per flexicurity, e quali siano state le corrette applicazioni. Dopo l'individuazione di cosa sia un modello universalistico e l'accertamento della sua legittimazione a livello costituzionale ed europeo, alla luce di tale percorso, si analizza la disciplina e le modifiche della tutela del reddito nella riforma del lavoro (L. 28 giugno 2012, n.92). Tale analisi si svolge mettendo in evidenza quelli che sono gli aspetti universalistici della riforma e l'attinenza degli stessi al modello precedentemente configurato. Sono infine riportate le critiche autorevoli alla riforma, generali o in riferimento alle singole disposizioni, riguardanti la conformità o difformità della stessa al modello universalistico. Nella conclusione si tenta di capire se la riforma del lavoro abbia reso effettivamente la tutela del reddito universalistica, e di individuare quelli che sono gli ostacoli ancora presenti per la realizzazione di un modello universalistico nell'ordinamento italiano.File | Dimensione | Formato | |
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