La ricerca si pone l’obiettivo di indagare, attraverso le voci e gli scritti che le persone detenute hanno inviato all’associazione Antigone fino al 2008, quale spazio vi sia per i diritti costituzionalmente garantiti nella vita quotidiana in carcere. Attraverso un’analisi giuridica dell’evoluzione della tutela dei diritti dei detenuti, dalla riforma dell’ordinamento penitenziario e alle introduzioni normative successive, dalla giurisprudenza Costituzionale a quella Europea, si affronterà poi la questione dal punto di vista sociologico. In un’istituzione totale qual è il carcere, caratterizzata da continui processi di mortificazione del sé, da processi di prigionizzazione, da isolamento degli individui, sottoposti a un controllo incessante volto al mantenimento della sicurezza all’interno degli istituti di pena, quale spazio vi è per la tutela dei diritti che la Costituzione riconosce alle persone private della libertà? Attraverso questa principale questione, che ne racchiude in sé molte altre, si svolge la ricerca qualitativa sui materiali dell’archivio dell’associazione Antigone. L’analisi qualitativa delle lettere, che le persone detenute hanno inviato all’associazione dal 1996 al 2008 e che sono state catalogate attraverso un apposito archivio, permetterà di analizzare quale percezione e rappresentazione i mittenti abbiano dei loro diritti e quali situazioni siano riconosciute come lesive dagli stessi. Emergerà poi un ulteriore profilo: così come l’istituzione esercita un potere sugli individui detenuti, si potrà osservare, in determinati casi e a precise condizioni, come essi stessi pongano in essere azioni di resistenza al potere istituzionale. L’analisi permetterà di constatare, come afferma la letteratura sul tema, che l’istituzione penitenziaria in particolare si presta per le sue caratteristiche intrinseche, ma anche per caratteristiche estrinseche, ad essere luogo in cui la garanzia dei diritti costituzionali risulta fortemente ostacolata e in cui le tensioni relazionali e le continue dinamiche di negoziazione determinano una costante oscillazione dal diritto, riconosciuto come tale dall’ordinamento, a una condizione fattuale di privilegio: concedibile, revocabile e non rivendicabile.

Diritti costituzionalmente garantiti e Istituzione totale: una ricerca qualitativa sull’archivio dell’associazione Antigone

CARETTO, BIANCA
2019/2020

Abstract

La ricerca si pone l’obiettivo di indagare, attraverso le voci e gli scritti che le persone detenute hanno inviato all’associazione Antigone fino al 2008, quale spazio vi sia per i diritti costituzionalmente garantiti nella vita quotidiana in carcere. Attraverso un’analisi giuridica dell’evoluzione della tutela dei diritti dei detenuti, dalla riforma dell’ordinamento penitenziario e alle introduzioni normative successive, dalla giurisprudenza Costituzionale a quella Europea, si affronterà poi la questione dal punto di vista sociologico. In un’istituzione totale qual è il carcere, caratterizzata da continui processi di mortificazione del sé, da processi di prigionizzazione, da isolamento degli individui, sottoposti a un controllo incessante volto al mantenimento della sicurezza all’interno degli istituti di pena, quale spazio vi è per la tutela dei diritti che la Costituzione riconosce alle persone private della libertà? Attraverso questa principale questione, che ne racchiude in sé molte altre, si svolge la ricerca qualitativa sui materiali dell’archivio dell’associazione Antigone. L’analisi qualitativa delle lettere, che le persone detenute hanno inviato all’associazione dal 1996 al 2008 e che sono state catalogate attraverso un apposito archivio, permetterà di analizzare quale percezione e rappresentazione i mittenti abbiano dei loro diritti e quali situazioni siano riconosciute come lesive dagli stessi. Emergerà poi un ulteriore profilo: così come l’istituzione esercita un potere sugli individui detenuti, si potrà osservare, in determinati casi e a precise condizioni, come essi stessi pongano in essere azioni di resistenza al potere istituzionale. L’analisi permetterà di constatare, come afferma la letteratura sul tema, che l’istituzione penitenziaria in particolare si presta per le sue caratteristiche intrinseche, ma anche per caratteristiche estrinseche, ad essere luogo in cui la garanzia dei diritti costituzionali risulta fortemente ostacolata e in cui le tensioni relazionali e le continue dinamiche di negoziazione determinano una costante oscillazione dal diritto, riconosciuto come tale dall’ordinamento, a una condizione fattuale di privilegio: concedibile, revocabile e non rivendicabile.
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