Questa tesi propone un confronto tra la prima traduzione italiana (1947) de L'Étranger di Albert Camus, ad opera di Alberto Zevi, e la ritraduzione di Sergio Claudio Perroni (2015), entrambe edite da Bompiani. Posto che la ritraduzione in questione costituisce il secondo tentativo, ad oggi pubblicato, di conferire a distanza di parecchi decenni un'altra voce italiana a un romanzo che ha da tempo consolidato la sua posizione all'interno del canone francese, si è scelto d'indagare innanzitutto le possibili motivazioni alla base di tale impresa nel contesto editoriale e storico-culturale odierno. In questo senso, accanto a spinte contigenti di natura commerciale ed editoriale, sono stati presi in considerazione fattori tuttora oggetto di dibattito nel campo della teoria della traduzione, quali l'invecchiamento delle traduzioni e l'ipotetico percorso di acclimatazione del testo di partenza verso la cultura di arrivo. Un intero capitolo è stato poi votato a un'analisi prevalentemente stilistica delle peculiarità de L'Étranger, alla luce dei principali studi critici dedicati, trattando argomenti quali la pluralità degli stili nel romanzo, l'estraneità della voce del protagonista-narratore, la rispondenza tra forma (impalcatura narrativa, sintassi, lessico) e temi, il gioco prospettico che struttura i diversi piani temporali tramite cui è narrata la storia. Particolare attenzione è stata posta su quegli aspetti del testo suscettibili di comportare difficoltà maggiori all'atto traduttivo. Infine, strumenti teorici e pratici dell'analisi contrastiva sono stati adoperati per osservare e commentare le scelte dei due traduttori a proposito di alcune porzioni del testo originale, selezionate in riferimento a entrambe le parti dell'opera in base al loro grado di densità testuale. Il percorso affrontato segue alcune linee tematiche di notevole interesse che si estendono lungo tutto il récit, il quale non viene però riportato integralmente a confronto. Grazie allo studio approfondito degli aspetti stilistico-interpretativi del romanzo, dal raffronto tra i testi sono emerse differenze sostanziali che collocano la prima traduzione su un terreno di maggiore vicinanza alla lettera del testo fonte, sebbene la presenza massiccia di calchi ed errori di senso, unita a uno stravolgimento pressoché sistematico della punteggiatura originale, comprometta fortemente la qualità del lavoro di Zevi. Dal canto suo la ritraduzione di Perroni, che può vantare, oltre alla correzione di molti errori e al ripristino dei più delicati dislivelli di registro, formulazioni maggiormente rispondenti alle evoluzioni del sistema linguistico italiano, risulta danneggiata da una volontà a tratti eccessiva di distanziazione rispetto alla prima versione, tanto da comportare, in certi casi, parafrasi o scelte di traducenti non in linea con le intenzioni e del testo fonte e del suo autore.
Stranieri di chez nous. Analisi e confronto tra prima traduzione italiana e ritraduzione de "L'Étranger" di Albert Camus.
SANSEVERINO, GIULIO
2014/2015
Abstract
Questa tesi propone un confronto tra la prima traduzione italiana (1947) de L'Étranger di Albert Camus, ad opera di Alberto Zevi, e la ritraduzione di Sergio Claudio Perroni (2015), entrambe edite da Bompiani. Posto che la ritraduzione in questione costituisce il secondo tentativo, ad oggi pubblicato, di conferire a distanza di parecchi decenni un'altra voce italiana a un romanzo che ha da tempo consolidato la sua posizione all'interno del canone francese, si è scelto d'indagare innanzitutto le possibili motivazioni alla base di tale impresa nel contesto editoriale e storico-culturale odierno. In questo senso, accanto a spinte contigenti di natura commerciale ed editoriale, sono stati presi in considerazione fattori tuttora oggetto di dibattito nel campo della teoria della traduzione, quali l'invecchiamento delle traduzioni e l'ipotetico percorso di acclimatazione del testo di partenza verso la cultura di arrivo. Un intero capitolo è stato poi votato a un'analisi prevalentemente stilistica delle peculiarità de L'Étranger, alla luce dei principali studi critici dedicati, trattando argomenti quali la pluralità degli stili nel romanzo, l'estraneità della voce del protagonista-narratore, la rispondenza tra forma (impalcatura narrativa, sintassi, lessico) e temi, il gioco prospettico che struttura i diversi piani temporali tramite cui è narrata la storia. Particolare attenzione è stata posta su quegli aspetti del testo suscettibili di comportare difficoltà maggiori all'atto traduttivo. Infine, strumenti teorici e pratici dell'analisi contrastiva sono stati adoperati per osservare e commentare le scelte dei due traduttori a proposito di alcune porzioni del testo originale, selezionate in riferimento a entrambe le parti dell'opera in base al loro grado di densità testuale. Il percorso affrontato segue alcune linee tematiche di notevole interesse che si estendono lungo tutto il récit, il quale non viene però riportato integralmente a confronto. Grazie allo studio approfondito degli aspetti stilistico-interpretativi del romanzo, dal raffronto tra i testi sono emerse differenze sostanziali che collocano la prima traduzione su un terreno di maggiore vicinanza alla lettera del testo fonte, sebbene la presenza massiccia di calchi ed errori di senso, unita a uno stravolgimento pressoché sistematico della punteggiatura originale, comprometta fortemente la qualità del lavoro di Zevi. Dal canto suo la ritraduzione di Perroni, che può vantare, oltre alla correzione di molti errori e al ripristino dei più delicati dislivelli di registro, formulazioni maggiormente rispondenti alle evoluzioni del sistema linguistico italiano, risulta danneggiata da una volontà a tratti eccessiva di distanziazione rispetto alla prima versione, tanto da comportare, in certi casi, parafrasi o scelte di traducenti non in linea con le intenzioni e del testo fonte e del suo autore.File | Dimensione | Formato | |
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