La tesi tratta dello strumento arbitrale all'interno della pubblica amministrazione. Nel primo capitolo si analizza il difficile sviluppo normativo che l'arbitrato ha conosciuto nel settore dei lavori pubblici, a partire dall'allegato F della legge 20 marzo 1865 n. 2248 e sino alla legge 6 novembre 2012, n. 190. La copiosa produzione legislativa è sempre rapportata alla giurisprudenza della Corte Costituzionale, per osservare come, spesso, il legislatore se ne sia allontanato, attratto da interessi differenti rispetto a quelli di legittimità, per lo più di natura patrimoniale. Nel secondo capitolo, poi, sono prese in esame le singole situazioni giuridiche soggettive, per valutare quali tra esse siano effettivamente compromettibili e quali, al contrario, in presenza del potere della pubblica amministrazione, non lo siano. Particolare attenzione, a tal fine, è rivolta a quanto introdotto nel nostro ordinamento con la legge n. 205 del 2000 (al suo art. 6) e, in seguito, con il codice del processo amministrativo (all'art. 12). Infine, nell'ultimo capitolo, si approfondisce l'attuale disciplina processuale dell'arbitrato nelle controversie amministrative, sia secondo quanto previsto dal codice dei contratti pubblici, sia secondo quanto previsto dall'articolo 12 del codice del processo amministrativo, cercando di metterne in luce i profili di differenza e di analogia rispetto alle regole di diritto comune di cui agli artt. 806 e seguenti del codice di procedura civile.
Arbitrato e pubblica amministrazione
CASTAGNO, DAVIDE
2013/2014
Abstract
La tesi tratta dello strumento arbitrale all'interno della pubblica amministrazione. Nel primo capitolo si analizza il difficile sviluppo normativo che l'arbitrato ha conosciuto nel settore dei lavori pubblici, a partire dall'allegato F della legge 20 marzo 1865 n. 2248 e sino alla legge 6 novembre 2012, n. 190. La copiosa produzione legislativa è sempre rapportata alla giurisprudenza della Corte Costituzionale, per osservare come, spesso, il legislatore se ne sia allontanato, attratto da interessi differenti rispetto a quelli di legittimità, per lo più di natura patrimoniale. Nel secondo capitolo, poi, sono prese in esame le singole situazioni giuridiche soggettive, per valutare quali tra esse siano effettivamente compromettibili e quali, al contrario, in presenza del potere della pubblica amministrazione, non lo siano. Particolare attenzione, a tal fine, è rivolta a quanto introdotto nel nostro ordinamento con la legge n. 205 del 2000 (al suo art. 6) e, in seguito, con il codice del processo amministrativo (all'art. 12). Infine, nell'ultimo capitolo, si approfondisce l'attuale disciplina processuale dell'arbitrato nelle controversie amministrative, sia secondo quanto previsto dal codice dei contratti pubblici, sia secondo quanto previsto dall'articolo 12 del codice del processo amministrativo, cercando di metterne in luce i profili di differenza e di analogia rispetto alle regole di diritto comune di cui agli artt. 806 e seguenti del codice di procedura civile.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/127762