¿Il prezzo che una società paga quando è contaminata dal crimine organizzato, in termini di peggiore convivenza civile e mancato sviluppo economico, è alto. Contrastare le mafie, la presa che esse conservano al Sud, l'infiltrazione che tentano al Nord, serve a rinsaldare la fibra sociale del Paese, ma anche a togliere uno dei freni che rallentano il cammino della nostra economia¿. Le parole di Mario Draghi, attuale Presidente della Banca centrale europea, ex Presidente del Financial Stability Forum ed ex Governatore della Banca d'Italia, sottolineano come ormai l'economia italiana sia strettamente legata al contrasto della criminalità organizzata. Tale legame intrinseco parte dal presupposto che, in quest'epoca, il motore delle attività illecite delle organizzazioni criminali sia il denaro. E, visto che l'ordinamento è in continua evoluzione al fine di adeguarsi continuamente alle nuove frontiere del crimine, il contrasto alla criminalità organizzata ora avviene soprattutto con i due mezzi del diritto penale dell'economia e delle misure di prevenzione patrimoniali. Sul versante del primo di questi, sono state analizzate le normative di prevenzione e di repressione del riciclaggio. La prima risulta essere valida ed adeguata, anche perchè indirizzata verso la coordinazione di diverse realtà e territori, avendo in mente che la criminalità organizzata si muove su più Stati, senza limitare i propri traffici a piccole e circoscritte regioni, mentre la seconda, nonostante aver provveduto ad adeguarsi alle varie forme che il riciclaggio assume nella società moderna, non risulta coerente con l'apparato normativo in cui è stata inserita e se ne propone, perciò, un riordino. Non potendo ignorare la grande influenza che l'infiltrazione della criminalità organizzata nella p.a. svolge nel sistema economico, è stato necessario affrontare un'indagine sui mezzi di cui il diritto penale dispone per reprimere tale fenomeno. In merito, sono state svolte due indagini su gruppi di norme differenti, e cioè sul reato di abuso di ufficio e sul gruppo di norme relativo alla frode in erogazioni pubbliche. Lo studio ha illustrato come mai il reato d'abuso d'ufficio non è efficace e crea, invece, confusione in sede giurisprudenziale, e quanto invece il sistema della repressione in erogazioni pubbliche sia ben strutturato ed efficiente. Dopo l'analisi di tali argomenti, lo studio giunge al fulcro della trattazione, occupandosi delle misure di prevenzione patrimoniale. Il percorso storico che ha portato dalla legge n. 1423 del 1956 fino al d. lgs. n. 159 del 2011 evidenzia la tendenza del legislatore degli ultimi anni verso una sempre maggiore indipendenza delle misure di prevenzione patrimoniali. Questo nuovo strumento, dalla sua nascita, ha già subito alcune trasformazioni e sta diventando uno dei mezzi più usati per bloccare le attività illecite delle organizzazioni criminali. L'indagine mira a verificare se il panorama normativo attuale offra ulteriori margini di crescita per tale strumento in termini di efficacia, e sottolinea i pregi ed i difetti del nuovo Testo Unico sulle leggi antimafia, che ora si concentra soprattutto sulle misure di prevenzione e sulla documentazione antimafia, non occupandosi di molte altre norme che sarebbero invece, come in questa tesi evidenziato, intrinsecamente legate alla materia.

Il contrasto alla criminalità organizzata fra diritto penale dell'economia e misure di prevenzione patrimoniali

PISTIS, STEFANIA
2012/2013

Abstract

¿Il prezzo che una società paga quando è contaminata dal crimine organizzato, in termini di peggiore convivenza civile e mancato sviluppo economico, è alto. Contrastare le mafie, la presa che esse conservano al Sud, l'infiltrazione che tentano al Nord, serve a rinsaldare la fibra sociale del Paese, ma anche a togliere uno dei freni che rallentano il cammino della nostra economia¿. Le parole di Mario Draghi, attuale Presidente della Banca centrale europea, ex Presidente del Financial Stability Forum ed ex Governatore della Banca d'Italia, sottolineano come ormai l'economia italiana sia strettamente legata al contrasto della criminalità organizzata. Tale legame intrinseco parte dal presupposto che, in quest'epoca, il motore delle attività illecite delle organizzazioni criminali sia il denaro. E, visto che l'ordinamento è in continua evoluzione al fine di adeguarsi continuamente alle nuove frontiere del crimine, il contrasto alla criminalità organizzata ora avviene soprattutto con i due mezzi del diritto penale dell'economia e delle misure di prevenzione patrimoniali. Sul versante del primo di questi, sono state analizzate le normative di prevenzione e di repressione del riciclaggio. La prima risulta essere valida ed adeguata, anche perchè indirizzata verso la coordinazione di diverse realtà e territori, avendo in mente che la criminalità organizzata si muove su più Stati, senza limitare i propri traffici a piccole e circoscritte regioni, mentre la seconda, nonostante aver provveduto ad adeguarsi alle varie forme che il riciclaggio assume nella società moderna, non risulta coerente con l'apparato normativo in cui è stata inserita e se ne propone, perciò, un riordino. Non potendo ignorare la grande influenza che l'infiltrazione della criminalità organizzata nella p.a. svolge nel sistema economico, è stato necessario affrontare un'indagine sui mezzi di cui il diritto penale dispone per reprimere tale fenomeno. In merito, sono state svolte due indagini su gruppi di norme differenti, e cioè sul reato di abuso di ufficio e sul gruppo di norme relativo alla frode in erogazioni pubbliche. Lo studio ha illustrato come mai il reato d'abuso d'ufficio non è efficace e crea, invece, confusione in sede giurisprudenziale, e quanto invece il sistema della repressione in erogazioni pubbliche sia ben strutturato ed efficiente. Dopo l'analisi di tali argomenti, lo studio giunge al fulcro della trattazione, occupandosi delle misure di prevenzione patrimoniale. Il percorso storico che ha portato dalla legge n. 1423 del 1956 fino al d. lgs. n. 159 del 2011 evidenzia la tendenza del legislatore degli ultimi anni verso una sempre maggiore indipendenza delle misure di prevenzione patrimoniali. Questo nuovo strumento, dalla sua nascita, ha già subito alcune trasformazioni e sta diventando uno dei mezzi più usati per bloccare le attività illecite delle organizzazioni criminali. L'indagine mira a verificare se il panorama normativo attuale offra ulteriori margini di crescita per tale strumento in termini di efficacia, e sottolinea i pregi ed i difetti del nuovo Testo Unico sulle leggi antimafia, che ora si concentra soprattutto sulle misure di prevenzione e sulla documentazione antimafia, non occupandosi di molte altre norme che sarebbero invece, come in questa tesi evidenziato, intrinsecamente legate alla materia.
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