The skin microbiota represents a barrier to external aggressions and is made up of numerous of microorganisms, in particular bacteria, fungi and viruses. The variability of composition and expressions of these microorganisms is extremely high, recording inter and intra-individual differences. In fact, the microbiota varies throughout the life of an individual due to different factors, such as age, diet, lifestyle, drugs and cosmetics used, but also personal hygiene. The microorganism, in addiction to being closely interconnected with each other, also relate to the underlying epidermal tissue and an imbalance of the skin microbiota would appear to be involved in the onset of disorders or even skin disease. When the skin microbiota is altered, we speak of dysbiosis and acne vulgaris in one of the most common pathologies that can originate from this imbalance [1]. It is a disease of the pilo-sebaceous unit of an inflammatory nature, with a multifactorial development. Recently, its onset has been attributed, among many causes, to a cutaneous and intestinal dysbiosis, confirming how intestine-nervous system-skin are actually connected [2]. For this reason, cosmetic research is moving towards the study and use of functional ingredients for rebalancing the skin microbiota, not only in order to obtain an aesthetically more beautiful skin, but also to keep it healthier and more balanced. In this thesis various active substances have been analyzed that can improve the cutaneous dysbiosis of subjects with acneic skin. Among these, probiotics and prebiotics have been taken into consideration, with marked rebalancing properties [3]. These ingredients, formulated in detergents, serums and creams for cosmetic use, can offer benefits of protecting the skin from external aggressions, strengthening the natural skin barrier and rebalancing the microbiota, with a mechanism of direct competition between commensal and pathogenic microorganisms and through the production of substances capable of reducing the proliferation of pathogenic bacteria. The probiotics used in cosmetics are mainly Lactobacillus and Bifidobacterium. Among the prebiotics, the most used are the fructo-oligosaccharides, galacto-oligosaccharides, alpha-glucans and inulin [4]. In addition to these, the use of plant substances such as seaweed, Morinda citrifolia (more commonly known as Noni), a fungus called Talaromyces wortmannii and GSE (Grape Seed Extract) was also evaluated. It is a new way of taking care of skin health, with great potential. Aim is therefore to intervene by helping the skin to regain its ideal condition, also thanks to the contribution of microorganisms that normally inhabit it and that have always been human diners instead of countering the mechanism that creates a certain problem . This concept is an alternative to the use of biocides and antibiotics in the dermatological field which, on the other hand, can often have side effects and be too aggressive for the body.
Il microbiota cutaneo rappresenta una barriera alle aggressioni esterne ed è costituito da numerosi microrganismi, in particolare batteri, funghi e virus. La variabilità di composizione e di espressione di tali microrganismi è estremamente elevata, registrando differenze inter e intra-individuale. Infatti, il microbiota varia nel corso della vita di un individuo a causa di fattori differenti, come l'età, l'alimentazione, lo stile di vita, i farmaci e i cosmetici utilizzati, ma anche l'igiene personale. I microrganismi, oltre a essere strettamente interconnessi tra loro, si relazionano anche con il tessuto epidermico sottostante e uno squilibrio del microbiota cutaneo sembrerebbe implicato nell'insorgenza di disturbi o, addirittura, di patologie cutanee. Quando il microbiota cutaneo viene alterato si parla di disbiosi e l'acne vulgaris è una delle patologie più diffuse che può trarre origine da questo squilibrio [1]. Si tratta di una malattia dell'unità pilo-sebacea di carattere infiammatorio, con sviluppo multifattoriale. Recentemente, la sua insorgenza è stata attribuita, tra le tante cause, ad una disbiosi cutanea e intestinale, confermando come intestino-sistema nervoso-pelle siano effettivamente collegati [2]. Per questo, la ricerca cosmetica si sta indirizzando verso lo studio e l'utilizzo di ingredienti funzionali per il riequilibrio del microbiota cutaneo, non solo al fine di ottenere una pelle esteticamente più bella, ma anche per mantenerla più in salute e in equilibrio. In questa tesi sono stati analizzati diverse sostanze attive in grado di migliorare la disbiosi cutanea di soggetti con pelle acneica. Tra questi, sono stati presi in considerazione i probiotici e i prebiotici, dalle spiccate proprietà riequilibranti [3]. Questi ingredienti, formulati in detergenti, sieri e creme ad uso cosmetico possono offrire benefici, di protezione della pelle dalle aggressioni esterne, di rafforzamento della naturale barriera cutanea e di riequilibrio del microbiota, con un meccanismo di competizione diretta tra microrganismi commensali e patogeni e mediante la produzione di sostanze in grado di ridurre la proliferazione di batteri patogeni. I probiotici impiegati nei cosmetici sono principalmente Lactobacillus e Bifidobacterium. Tra i prebiotici, i più utilizzati sono i frutto-oligosaccaridi, galatto-oligosaccaridi, alfa-glucani e inulina [4]. Oltre a questi, si è valutato anche l'utilizzo di sostanze vegetali come alghe marine, Morinda citrifolia (piu comunemente conosciuta come Noni), un fungo chiamato Talaromyces wortmannii e GSE (Grape Seed Extract). Si tratta di un nuovo modo di prendersi cura della salute della pelle, con grandi potenzialità. L'aim è dunque quello di intervenire aiutando la pelle a ritrovare quella che è la sua condizione ideale, anche grazie al contributo di microrganismi che normalmente la abitano e che da sempre sono commensali dell'uomo invece di contrastare il meccanismo che crea un certo problema. Questo concetto è alternativo all'uso di biocidi e antibiotici in ambito dermatologico che, invece, spesso possono comportare effetti collaterali e risultare troppo aggressivi per l'organismo.
Sostanze funzionali ad uso cosmetico per riequilibrare il microbiota cutaneo
LANTERO, CLAUDIA
2019/2020
Abstract
Il microbiota cutaneo rappresenta una barriera alle aggressioni esterne ed è costituito da numerosi microrganismi, in particolare batteri, funghi e virus. La variabilità di composizione e di espressione di tali microrganismi è estremamente elevata, registrando differenze inter e intra-individuale. Infatti, il microbiota varia nel corso della vita di un individuo a causa di fattori differenti, come l'età, l'alimentazione, lo stile di vita, i farmaci e i cosmetici utilizzati, ma anche l'igiene personale. I microrganismi, oltre a essere strettamente interconnessi tra loro, si relazionano anche con il tessuto epidermico sottostante e uno squilibrio del microbiota cutaneo sembrerebbe implicato nell'insorgenza di disturbi o, addirittura, di patologie cutanee. Quando il microbiota cutaneo viene alterato si parla di disbiosi e l'acne vulgaris è una delle patologie più diffuse che può trarre origine da questo squilibrio [1]. Si tratta di una malattia dell'unità pilo-sebacea di carattere infiammatorio, con sviluppo multifattoriale. Recentemente, la sua insorgenza è stata attribuita, tra le tante cause, ad una disbiosi cutanea e intestinale, confermando come intestino-sistema nervoso-pelle siano effettivamente collegati [2]. Per questo, la ricerca cosmetica si sta indirizzando verso lo studio e l'utilizzo di ingredienti funzionali per il riequilibrio del microbiota cutaneo, non solo al fine di ottenere una pelle esteticamente più bella, ma anche per mantenerla più in salute e in equilibrio. In questa tesi sono stati analizzati diverse sostanze attive in grado di migliorare la disbiosi cutanea di soggetti con pelle acneica. Tra questi, sono stati presi in considerazione i probiotici e i prebiotici, dalle spiccate proprietà riequilibranti [3]. Questi ingredienti, formulati in detergenti, sieri e creme ad uso cosmetico possono offrire benefici, di protezione della pelle dalle aggressioni esterne, di rafforzamento della naturale barriera cutanea e di riequilibrio del microbiota, con un meccanismo di competizione diretta tra microrganismi commensali e patogeni e mediante la produzione di sostanze in grado di ridurre la proliferazione di batteri patogeni. I probiotici impiegati nei cosmetici sono principalmente Lactobacillus e Bifidobacterium. Tra i prebiotici, i più utilizzati sono i frutto-oligosaccaridi, galatto-oligosaccaridi, alfa-glucani e inulina [4]. Oltre a questi, si è valutato anche l'utilizzo di sostanze vegetali come alghe marine, Morinda citrifolia (piu comunemente conosciuta come Noni), un fungo chiamato Talaromyces wortmannii e GSE (Grape Seed Extract). Si tratta di un nuovo modo di prendersi cura della salute della pelle, con grandi potenzialità. L'aim è dunque quello di intervenire aiutando la pelle a ritrovare quella che è la sua condizione ideale, anche grazie al contributo di microrganismi che normalmente la abitano e che da sempre sono commensali dell'uomo invece di contrastare il meccanismo che crea un certo problema. Questo concetto è alternativo all'uso di biocidi e antibiotici in ambito dermatologico che, invece, spesso possono comportare effetti collaterali e risultare troppo aggressivi per l'organismo.File | Dimensione | Formato | |
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