Among the main methods of prevention and management of the avalanche risk it has to be included the ¿avalanche bulletin¿, a warning document that daily reports information about coverage and stability of the snowpack. The avalanche warning service ¿Meteomont¿ of the Carabinieri Corps - that carries-on the thirty years activity performed by the Corpo Forestale dello Stato -abolished in 2016- it is the only nationwide avalanche warning service, that covers, with its nine daily bulletins all the Italian mountain regions, except for the self-governed regions. In the recent seasons the Service has been significantly developed with a monitoring, at high altitude, provided by ¿wide ranging¿ patrols: teams of qualified snow observers who operate at high altitude and making field surveys in avalanche terrains with a slope gradient >27°. Those surveys generally consist of complete snow profile analysis and snowpack stability tests. These tests are targeted to strain with progressive loads the snow cover in order to observe the reactions (fracture and propagation), and they are used to evaluate the snowpack stability. Starting from January 1st,2018 the Carabinieri Meteomont Service has gathered 625 wide ranging open field surveys, all inclusive of complete snowprofile and stability tests. The surveys data have been used either for an in-depth analysis on the Meteomont system and its organization and for examining some snow characteristics by exploiting a database containing surveys made on both the alpine and the appennine areas. The stability tests, particularly the Rutschblock (RB) and the Extended Column Test (ECT) have been analyzed to study the frequency of the results and the depth of the induced fractures and so to identify threshold limits to be used by forecaster to better recognize possible critical situations. The position of the fracture inside the snowpack reported by the tests, together with the characteristics of the snow crystals detected in the layers where the fracture spreads has been used to correlate every snowprofile with the avalanche problems defined by the EAWS (European Avalanche Warning Services association). To assess the effect of the activity carried out by the wide ranging Patrols in relation to the ¿Avalanche bulletin¿ writing, we tried to find a correspondence between the danger level prediction and the tests results: by comparing the danger level issued on the bulletin in the same day we obtained on average 70% of correspondence with the RB test and 60% with the ECT. Lastly, it has been calculated the snowpack average density, and the values obtained were, for some regions, very similar to the values obtained by other research centres. Also the ¿density¿ resulted to have a good correlation with the climate seasonal trend: the warm weather pattern disturbance that has distinguished the drier and warmer than average winter 2018/2019 on the western alps, has found acknowledgment with the snow density, that resulted to be higher than the correspondent values measured, in the same period, either in the other alpine regions and in the Appennine areas.
Tra i principali metodi di prevenzione e gestione del pericolo valanghe, deve essere sicuramente inserito il Bollettino di pericolo valanghe, documento di allerta che giornalmente riporta informazioni sull'innevamento e sulla stabilità del manto nevoso. Il Servizio Meteomont dell'Arma dei Carabinieri - che prosegue l'attività trentennale svolta dal Corpo Forestale dello Stato, soppresso nel 2016- garantisce, con i propri nove Bollettini giornalieri, una copertura di tutte le aree montuose site nelle regioni italiane a statuto ordinario. Nelle ultime stagioni il Servizio è stato ampliato e sviluppato attraverso l'impiego di Nuclei Itineranti, ovvero squadre di rilevatori qualificati che operano in alta montagna ed effettuano rilievi su versanti con pendenze idonee al distacco valanghe (>27°). Durante tali rilievi, vengono eseguiti analisi stratigrafiche e test di stabilità del manto nevoso ovvero prove sperimentali dirette, atte a sollecitare con carichi progressivi il manto nevoso per registrarne le reazioni (frattura e propagazione), per valutare in maniera oggettiva la stabilità del manto nevoso. A partire dal 1 gennaio 2018, i nuclei itineranti del Servizio Meteomont Carabinieri hanno raccolto 625 completi di analisi stratigrafica e test di stabilità. I dati dei rilievi sono stati utilizzati sia per effettuare un approfondimento relativo all'organizzazione del Servizio, sia per analizzare alcune caratteristiche nivologiche, sfruttando una banca dati che conteneva rilievi provenienti tanto dalla zona alpina quanto da quella appenninica. I test di stabilità, in particolare il blocco di slittamento (RB) e l'Extended Column Test (ECT), sono stati analizzati studiandone la frequenza dei risultati e la profondità delle fratture generate, individuando dei livelli soglia utilizzabili dai previsori per riconoscere con maggiore facilità eventuali situazioni critiche. La posizione all'interno del manto nevoso della frattura evidenziata dai test, unitamente alle caratteristiche dei cristalli e dei grani di neve presenti negli strati in cui la stessa si è propagata, è stata utilizzata per correlare ogni rilievo con gli ¿avalanche problem¿ definiti dall'associazione europea EAWS. Per valutare le ricadute pratiche dell'attività svolta dai Nuclei Itineranti rispetto alla redazione del Bollettino di pericolo valanghe, sono stati messi a confronto i risultati dei test di stabilità con il grado di pericolo emesso nella stessa giornata sul Bollettino: si è ottenuto in media il 70% di corrispondenza nel caso del test RB e valori di poco inferiori al 60% nel caso dell'ECT. Sono state infine calcolate le masse volumiche (densità) medie del manto nevoso, ottenendo valori che, per alcuni ambiti regionali, sono risultati molto simili con quanto misurato da altri enti. Inoltre, il parametro densità è risultato avere una buona correlazione con l'andamento climatico stagionale: l'anomalia termica positiva che ha caratterizzato la prima parte dell'inverno 2018-19 (mesi di dicembre e gennaio) sulle Alpi occidentali, notevolmente secchi e con temperature superiori alla media, ha trovato riscontro a livello nivologico: nel periodo infatti i valori di densità misurati sui rilievi piemontesi sono risultati superiori a quelli misurati in tutte le altre regioni, sia alpine che appenniniche.
Analisi sull'impiego dei rilievi itineranti e dei test di stabilità del manto nevoso in un sistema previsionale: l'esempio del Servizio Meteomont Carabinieri
BERTRANDA, LORENZO
2018/2019
Abstract
Tra i principali metodi di prevenzione e gestione del pericolo valanghe, deve essere sicuramente inserito il Bollettino di pericolo valanghe, documento di allerta che giornalmente riporta informazioni sull'innevamento e sulla stabilità del manto nevoso. Il Servizio Meteomont dell'Arma dei Carabinieri - che prosegue l'attività trentennale svolta dal Corpo Forestale dello Stato, soppresso nel 2016- garantisce, con i propri nove Bollettini giornalieri, una copertura di tutte le aree montuose site nelle regioni italiane a statuto ordinario. Nelle ultime stagioni il Servizio è stato ampliato e sviluppato attraverso l'impiego di Nuclei Itineranti, ovvero squadre di rilevatori qualificati che operano in alta montagna ed effettuano rilievi su versanti con pendenze idonee al distacco valanghe (>27°). Durante tali rilievi, vengono eseguiti analisi stratigrafiche e test di stabilità del manto nevoso ovvero prove sperimentali dirette, atte a sollecitare con carichi progressivi il manto nevoso per registrarne le reazioni (frattura e propagazione), per valutare in maniera oggettiva la stabilità del manto nevoso. A partire dal 1 gennaio 2018, i nuclei itineranti del Servizio Meteomont Carabinieri hanno raccolto 625 completi di analisi stratigrafica e test di stabilità. I dati dei rilievi sono stati utilizzati sia per effettuare un approfondimento relativo all'organizzazione del Servizio, sia per analizzare alcune caratteristiche nivologiche, sfruttando una banca dati che conteneva rilievi provenienti tanto dalla zona alpina quanto da quella appenninica. I test di stabilità, in particolare il blocco di slittamento (RB) e l'Extended Column Test (ECT), sono stati analizzati studiandone la frequenza dei risultati e la profondità delle fratture generate, individuando dei livelli soglia utilizzabili dai previsori per riconoscere con maggiore facilità eventuali situazioni critiche. La posizione all'interno del manto nevoso della frattura evidenziata dai test, unitamente alle caratteristiche dei cristalli e dei grani di neve presenti negli strati in cui la stessa si è propagata, è stata utilizzata per correlare ogni rilievo con gli ¿avalanche problem¿ definiti dall'associazione europea EAWS. Per valutare le ricadute pratiche dell'attività svolta dai Nuclei Itineranti rispetto alla redazione del Bollettino di pericolo valanghe, sono stati messi a confronto i risultati dei test di stabilità con il grado di pericolo emesso nella stessa giornata sul Bollettino: si è ottenuto in media il 70% di corrispondenza nel caso del test RB e valori di poco inferiori al 60% nel caso dell'ECT. Sono state infine calcolate le masse volumiche (densità) medie del manto nevoso, ottenendo valori che, per alcuni ambiti regionali, sono risultati molto simili con quanto misurato da altri enti. Inoltre, il parametro densità è risultato avere una buona correlazione con l'andamento climatico stagionale: l'anomalia termica positiva che ha caratterizzato la prima parte dell'inverno 2018-19 (mesi di dicembre e gennaio) sulle Alpi occidentali, notevolmente secchi e con temperature superiori alla media, ha trovato riscontro a livello nivologico: nel periodo infatti i valori di densità misurati sui rilievi piemontesi sono risultati superiori a quelli misurati in tutte le altre regioni, sia alpine che appenniniche.File | Dimensione | Formato | |
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