È possibile, in una situazione di emergenza, prendere decisioni razionali? Come si determina la ¿risposta proporzionata¿ ad una catastrofe naturale? E ancora, quali sono le conseguenze di una cattiva gestione, di una legislazione straordinaria adottata in clima di stress? Se il rischio è un tipo di realtà virtuale, la regolamentazione di questo forza il legislatore a pensarlo e trattarlo in termini reali. Il rischio non può essere compreso in astratto, ne è necessaria una materializzazione attraverso una mediazione che sia scientifica, politica, economica o popolare. Questo studio si propone di rispondere a dette questioni esaminando i sistemi europeo e giapponese di analisi, gestione e comunicazione del rischio in caso di crisi alimentari. È stato scelto l'incidente nucleare avvenuto a Fukushima nel marzo 2011, in primo luogo, perché associabile ad una nozione di rischio alimentare senza barriere né geografiche, né sociali, né economiche (le radiazioni non comprendono, infatti, il concetto di "confine"); inoltre, l'analisi di tale caso permette uno studio comparato delle politiche, orientale ed occidentale, di gestione del rischio. Le calamità naturali, sempre più frequenti, hanno rappresentato un campanello d'allarme per le imprese e per il legislatore, i quali, piombati in una "società del potrebbe", sono costretti a modernizzare la loro comprensione della gestione del rischio, dando vita a strategie volte a prevenire i disastri o ad attenuare i loro effetti. Un'applicazione eccessiva del principio di precauzione, però, benché base del Diritto Alimentare, cela il pericolo dell'affermarsi del mito della sicurezza assoluta - la paura delle paure - il quale può farci spostare dalla "società del rischio" verso la "società della proibizione", travestita da precauzione. Una efficace gestione del rischio, che abbia alle spalle un'analisi oggettiva - fondata esclusivamente sui più recenti dati scientifici - e che prenda in considerazione tutti gli aspetti necessari ad una corretta identificazione del pericolo, è la chiave per assicurare alle vittime dei disastri naturali, non solo la salute, ma, altresì, il rispristino di una buona realtà socio-economica.

Gestione di Crisi Alimentari Derivanti da Disastro Naturale

GROSSO, STEFANIA
2011/2012

Abstract

È possibile, in una situazione di emergenza, prendere decisioni razionali? Come si determina la ¿risposta proporzionata¿ ad una catastrofe naturale? E ancora, quali sono le conseguenze di una cattiva gestione, di una legislazione straordinaria adottata in clima di stress? Se il rischio è un tipo di realtà virtuale, la regolamentazione di questo forza il legislatore a pensarlo e trattarlo in termini reali. Il rischio non può essere compreso in astratto, ne è necessaria una materializzazione attraverso una mediazione che sia scientifica, politica, economica o popolare. Questo studio si propone di rispondere a dette questioni esaminando i sistemi europeo e giapponese di analisi, gestione e comunicazione del rischio in caso di crisi alimentari. È stato scelto l'incidente nucleare avvenuto a Fukushima nel marzo 2011, in primo luogo, perché associabile ad una nozione di rischio alimentare senza barriere né geografiche, né sociali, né economiche (le radiazioni non comprendono, infatti, il concetto di "confine"); inoltre, l'analisi di tale caso permette uno studio comparato delle politiche, orientale ed occidentale, di gestione del rischio. Le calamità naturali, sempre più frequenti, hanno rappresentato un campanello d'allarme per le imprese e per il legislatore, i quali, piombati in una "società del potrebbe", sono costretti a modernizzare la loro comprensione della gestione del rischio, dando vita a strategie volte a prevenire i disastri o ad attenuare i loro effetti. Un'applicazione eccessiva del principio di precauzione, però, benché base del Diritto Alimentare, cela il pericolo dell'affermarsi del mito della sicurezza assoluta - la paura delle paure - il quale può farci spostare dalla "società del rischio" verso la "società della proibizione", travestita da precauzione. Una efficace gestione del rischio, che abbia alle spalle un'analisi oggettiva - fondata esclusivamente sui più recenti dati scientifici - e che prenda in considerazione tutti gli aspetti necessari ad una corretta identificazione del pericolo, è la chiave per assicurare alle vittime dei disastri naturali, non solo la salute, ma, altresì, il rispristino di una buona realtà socio-economica.
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