La tesi vuole cercare di approfondire le dinamiche storico-insediative del sito venuto alla luce in località Valle Garavaglia, nel comune di Castiglionese Torinese. Viene affrontata dapprima un'analisi stratigrafica, che ha lo scopo di delineare i rapporti tra i diversi strati e di definire una sequenza cronologica relativa, e quindi uno studio sistematico delle classi di materiali rinvenuti che, integrando i dati stratigrafici, ha permesso di inquadrare in una cronologia assoluta le diverse evidenze e, in misura minore, di comprendere il ruolo del sito rispetto all'area circostante. Sulla base dei dati a disposizione è stato possibile individuare più fasi di occupazione antropica che coprono un lasso di tempo esteso dalla fine del II-I sec. a.C. all'età tardo-antica, fino ai giorni d'oggi. La prima fase (fase I), collocabile tra la fine del II sec. a.C. e tutto il I sec. a.C., cui sono da ascrivere alcuni sottofondi murari e il relativo piano di frequentazione ricco di materiale di tradizione indigena (olle situliformi, ciotole-coperchio), sembra indicare una persistenza dei caratteri locali nella zona, in un momento in cui la romanizzazione si sta affermando in maniera massiccia in tutto il Piemonte. L'occupazione dell'area in età imperiale risulta ben leggibile nella fase II: dapprima, in età augustea, sembra trattarsi di una frequentazione limitata e di difficile interpretazione funzionale, mentre nel corso del I sec. d.C., assume maggiore definizione. A questo periodo risale la costruzione di un piccolo edificio composto verosimilmente da due ambienti e di una tettoia al di sotto della quale si trovavano numerosi oggetti, anche di un certo pregio, disposti per classi di appartenenza: da coppette e vasellame ceramico a pesi da telaio, da unguentari e manufatti vitrei a specchi metallici a monete. Secondo questi elementi, il sito in età imperiale poteva ospitare un piccolo emporio, in cui venivano commercializzati numerosi manufatti, alcuni di produzione locale, altri di importazione. Sulla base dei confronti sembra di poter riconoscere alcune aree di importazione, ubicate sia in territorio regionale (Canavese e Novarese), sia extra-regionale quali il Ticino, la Val Padana orientale e la Gallia Meridionale. La vitalità e la ricettività del centro sono probabilmente il risultato della sua felice posizione, in prossimità del corso del fiume Po e a metà strada rispetto ai tre grandi municipia di Industria, Carreum Potentia e Augusta Taurinorum. Nel corso del II sec. d.C. le testimonianze archeologiche scemano fino a scomparire del tutto tra la fine del II e la fine del III sec., quando si assiste ad una ricostruzione parziale dell'edificio, le cui motivazioni rimangono ad oggi sconosciute. Le ultime attestazioni risalgono alla prima metà del IV sec. L'area viene quindi rioccupata in età moderna, quando vengono realizzate numerose fosse di difficile interpretazione, caratterizzate da riempimento litico, e quindi destinata allo sfruttamento agricolo.

Castiglione Torinese, località Valle Garavaglia. Analisi stratigrafica e studio dei reperti mobili

CELI, FIORENZA
2010/2011

Abstract

La tesi vuole cercare di approfondire le dinamiche storico-insediative del sito venuto alla luce in località Valle Garavaglia, nel comune di Castiglionese Torinese. Viene affrontata dapprima un'analisi stratigrafica, che ha lo scopo di delineare i rapporti tra i diversi strati e di definire una sequenza cronologica relativa, e quindi uno studio sistematico delle classi di materiali rinvenuti che, integrando i dati stratigrafici, ha permesso di inquadrare in una cronologia assoluta le diverse evidenze e, in misura minore, di comprendere il ruolo del sito rispetto all'area circostante. Sulla base dei dati a disposizione è stato possibile individuare più fasi di occupazione antropica che coprono un lasso di tempo esteso dalla fine del II-I sec. a.C. all'età tardo-antica, fino ai giorni d'oggi. La prima fase (fase I), collocabile tra la fine del II sec. a.C. e tutto il I sec. a.C., cui sono da ascrivere alcuni sottofondi murari e il relativo piano di frequentazione ricco di materiale di tradizione indigena (olle situliformi, ciotole-coperchio), sembra indicare una persistenza dei caratteri locali nella zona, in un momento in cui la romanizzazione si sta affermando in maniera massiccia in tutto il Piemonte. L'occupazione dell'area in età imperiale risulta ben leggibile nella fase II: dapprima, in età augustea, sembra trattarsi di una frequentazione limitata e di difficile interpretazione funzionale, mentre nel corso del I sec. d.C., assume maggiore definizione. A questo periodo risale la costruzione di un piccolo edificio composto verosimilmente da due ambienti e di una tettoia al di sotto della quale si trovavano numerosi oggetti, anche di un certo pregio, disposti per classi di appartenenza: da coppette e vasellame ceramico a pesi da telaio, da unguentari e manufatti vitrei a specchi metallici a monete. Secondo questi elementi, il sito in età imperiale poteva ospitare un piccolo emporio, in cui venivano commercializzati numerosi manufatti, alcuni di produzione locale, altri di importazione. Sulla base dei confronti sembra di poter riconoscere alcune aree di importazione, ubicate sia in territorio regionale (Canavese e Novarese), sia extra-regionale quali il Ticino, la Val Padana orientale e la Gallia Meridionale. La vitalità e la ricettività del centro sono probabilmente il risultato della sua felice posizione, in prossimità del corso del fiume Po e a metà strada rispetto ai tre grandi municipia di Industria, Carreum Potentia e Augusta Taurinorum. Nel corso del II sec. d.C. le testimonianze archeologiche scemano fino a scomparire del tutto tra la fine del II e la fine del III sec., quando si assiste ad una ricostruzione parziale dell'edificio, le cui motivazioni rimangono ad oggi sconosciute. Le ultime attestazioni risalgono alla prima metà del IV sec. L'area viene quindi rioccupata in età moderna, quando vengono realizzate numerose fosse di difficile interpretazione, caratterizzate da riempimento litico, e quindi destinata allo sfruttamento agricolo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/127430