Il settore bancario, per le sue caratteristiche intrinseche di instabilità, è stato oggetto di particolari attenzioni da parte del legislatore per garantire e tutelare il regolare svolgimento delle attività e dei servizi che esso offre al sistema. Le esigenze di garanzia della stabilità hanno causato, per lungo tempo, un'incertezza sull'applicabilità di determinate norme agli istituti bancari e finanziari, in alcuni casi con previsioni di deroghe esplicite. Questa incertezza ha riguardato soprattutto le norme poste a tutela della concorrenza, per il noto trade off tra la protezione della stabilità micro e macro sistemica e la promozione della concorrenza. La disciplina delle concentrazioni, argomento centrale di questo lavoro, rientra nell'ambito sopra citato. Solo nel 1981, con la sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea nel caso Züchner, si arriva ad avere la certezza dell'applicabilità, al settore bancario, dei principi antitrust. Ma è solo con il Regolamento (CEE) n. 4064/89, relativo al controllo delle operazioni di concentrazione tra imprese, che la Commissione europea assume poteri di controllo su tali operazioni a livello comunitario, comprese quelle tra istituti bancari. Le concentrazioni bancarie analizzate dalla Commissione non hanno, finora, mai dato origine a particolari problemi concorrenziali. All'interno dei singoli paesi comunitari, invece, la situazione è differente. Prendendo ad esempio l'Italia, si può notare come le concentrazioni tra banche siano state piuttosto numerose negli ultimi venticinque anni. Nel settore bancario italiano, caratterizzato da numerosi istituti di credito di piccole o medie dimensioni, le concentrazioni realizzate hanno avuto talvolta una rilevanza estesa all'intero mercato nazionale, realizzando spesso effetti considerevoli soltanto in mercati geografici di dimensioni più limitate, come quello regionale o provinciale. Tali effetti hanno però reso necessaria, in diversi casi, l'adozione di misure volte alla tutela della concorrenza nei mercati in questione. Due casi significativi sono i processi che hanno portato alla formazione dei più grandi gruppi bancari italiani: Intesa Sanpaolo e UniCredit. Proprio UniCredit può essere considerata una fra le prime banche a tentare di creare un gruppo di dimensione e struttura realmente europea, tramite l'acquisizione della banca tedesca Bayerische Hypo-und Vereinsbank (HVB), che a sua volta controllava il gruppo austriaco Bank Austria-Creditanstalt (BA-CA). Questa operazione ha permesso a UniCredit di ottenere un'importante presenza in Italia, Germania e Austria, ma anche nei mercati emergenti delle nazioni dell'est Europa, oltre a quote di mercato di rilevanza minore in diversi altri paesi non appartenenti all'Unione europea. Sarà lo studio di questa concentrazione transnazionale che ci permetterà di capire meglio il funzionamento delle leggi e dei controlli posti a tutela della concorrenza in Europa. Essa consentirà altresì di approfondire lo studio sul significato economico di queste operazioni così complesse, soprattutto alla luce della crisi finanziaria che nel 2007 ha colpito i mercati di tutto il mondo, con notevoli conseguenze non solo sull'economia reale, ma anche sulla regolamentazione dell'intero settore finanziario e della vigilanza degli istituti che ne fanno parte.

Le concentrazioni nel settore bancario - Profili giuridici ed economici

SCAVUZZO, DAVIDE
2013/2014

Abstract

Il settore bancario, per le sue caratteristiche intrinseche di instabilità, è stato oggetto di particolari attenzioni da parte del legislatore per garantire e tutelare il regolare svolgimento delle attività e dei servizi che esso offre al sistema. Le esigenze di garanzia della stabilità hanno causato, per lungo tempo, un'incertezza sull'applicabilità di determinate norme agli istituti bancari e finanziari, in alcuni casi con previsioni di deroghe esplicite. Questa incertezza ha riguardato soprattutto le norme poste a tutela della concorrenza, per il noto trade off tra la protezione della stabilità micro e macro sistemica e la promozione della concorrenza. La disciplina delle concentrazioni, argomento centrale di questo lavoro, rientra nell'ambito sopra citato. Solo nel 1981, con la sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea nel caso Züchner, si arriva ad avere la certezza dell'applicabilità, al settore bancario, dei principi antitrust. Ma è solo con il Regolamento (CEE) n. 4064/89, relativo al controllo delle operazioni di concentrazione tra imprese, che la Commissione europea assume poteri di controllo su tali operazioni a livello comunitario, comprese quelle tra istituti bancari. Le concentrazioni bancarie analizzate dalla Commissione non hanno, finora, mai dato origine a particolari problemi concorrenziali. All'interno dei singoli paesi comunitari, invece, la situazione è differente. Prendendo ad esempio l'Italia, si può notare come le concentrazioni tra banche siano state piuttosto numerose negli ultimi venticinque anni. Nel settore bancario italiano, caratterizzato da numerosi istituti di credito di piccole o medie dimensioni, le concentrazioni realizzate hanno avuto talvolta una rilevanza estesa all'intero mercato nazionale, realizzando spesso effetti considerevoli soltanto in mercati geografici di dimensioni più limitate, come quello regionale o provinciale. Tali effetti hanno però reso necessaria, in diversi casi, l'adozione di misure volte alla tutela della concorrenza nei mercati in questione. Due casi significativi sono i processi che hanno portato alla formazione dei più grandi gruppi bancari italiani: Intesa Sanpaolo e UniCredit. Proprio UniCredit può essere considerata una fra le prime banche a tentare di creare un gruppo di dimensione e struttura realmente europea, tramite l'acquisizione della banca tedesca Bayerische Hypo-und Vereinsbank (HVB), che a sua volta controllava il gruppo austriaco Bank Austria-Creditanstalt (BA-CA). Questa operazione ha permesso a UniCredit di ottenere un'importante presenza in Italia, Germania e Austria, ma anche nei mercati emergenti delle nazioni dell'est Europa, oltre a quote di mercato di rilevanza minore in diversi altri paesi non appartenenti all'Unione europea. Sarà lo studio di questa concentrazione transnazionale che ci permetterà di capire meglio il funzionamento delle leggi e dei controlli posti a tutela della concorrenza in Europa. Essa consentirà altresì di approfondire lo studio sul significato economico di queste operazioni così complesse, soprattutto alla luce della crisi finanziaria che nel 2007 ha colpito i mercati di tutto il mondo, con notevoli conseguenze non solo sull'economia reale, ma anche sulla regolamentazione dell'intero settore finanziario e della vigilanza degli istituti che ne fanno parte.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/127313