BACKGROUND: Since December 2019 a novel virus, named SARS-CoV-2, quickly spread all over the world posing a global health emergency. About COVID-19 clinical presentation, over the months it has become more evident that many patients may also present anosmia and/or dysgeusia; these symptoms rapidly became extremely suggestive of SARS-CoV-2 infection. OBJECTIVES: The aim of this study was to investigate COVID-19 related smell and taste disorders, accessing their prevalence, analyzing clinical and epidemiological features and determining the duration of the disorders and related symptoms. Furthermore, this study aims to explore the risk factors associated with these disorders in COVID-19. METHODS: A retrospective study was conducted on 6322 patients who tested positive for COVID-19 in Turin between 1st March 2020 and 30th June 2020. We collected data from the SISP (Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’ASL Città di Torino) database, the Piattaforma COVID-19 Piemonte and the software Zcare Monitor. In addition, specific data about smell and taste disorders were obtained through a questionnaire. The patients answered the questionnaire about 5 to 9 months after healing. RESULTS: Olfactory and gustatory alterations were observed in 554 patients, who represented 8,8% of all patients and 32,2% of the patients we had clinical data. The risk factors that were most frequently associated with these disorders were female sex (OR: 1.41), younger age (OR: 2.15 between 31 and 45 years, OR: 1.87 between 46 and 69 years) and duration of the infection >21 days (OR: 2.06). The mean duration was 49.7 days for olfactory disorders and 42.7 days for gustatory disorders. The most common symptoms experienced by the patients were asthenia, fever and cough; 33 patients did not report any other symptom (11%). Among patients with smell or taste disturbances, 17 patients only experienced taste dysfunction (4%), 47 only had smell dysfunction (12%); 334 had both symptoms (84%). Among patients with smell disorders, 67.7% presented anosmia; 70.6% of the patients with taste disorders had ageusia; in both cases, complete loss of smell or taste showed a tendency to be associated with residual disfunction. Only 57.5% of patients had a complete recovery of smell and only 66.7% of patients experienced a complete recovery of taste. Finally, in the current study we found that a longer persistence of these symptoms was associated with a more serious dysfunction and with a lower recovery. CONCLUSION: In conclusion, the results of this study indicate that smell and taste disturbances are more common in females, young people and in longer infections. Moreover, the current study highlights the relevance of these symptoms in SARS-CoV-2 infection due to their duration and tendency to persist after the illness recovery. Despite the difficulty in collecting information from non-hospitalized patients with mild to moderate disease, especially during the outbreak period of the pandemic, our study achieved to explore the main aspects of olfactory and gustatory alterations in COVID-19. Further research is needed in order to elucidate long-term effects of COVID-19 related olfactory and gustatory alterations and their impact on the quality of life, changes in eating habits and cardiovascular complications.
BACKGROUND: La rapida diffusione a livello mondiale del SARS-CoV-2 ha spinto i ricercatori ad acquisire una quantità di informazioni progressivamente maggiore riguardo questo nuovo virus. Anche se inizialmente le alterazioni di gusto e olfatto non venivano considerate sintomi tipici di COVID-19, con il tempo sono diventati tra le manifestazioni cliniche extrapolmonari più caratteristiche dell’infezione da SARS-CoV-2. OBIETTIVI: L’obiettivo dello studio è quello di indagare le alterazioni di gusto e olfatto, determinandone la prevalenza, analizzando le caratteristiche epidemiologiche e cliniche dei pazienti affetti, valutando la durata dei sintomi e il rapporto con la restante sintomatologia. Lo studio si propone inoltre di analizzare i fattori che potrebbero presentare un’associazione con questi due sintomi in pazienti con COVID-19. METODI: È stato condotto uno studio osservazionale retrospettivo sui 6322 pazienti residenti nella città di Torino che sono risultati positivi al test molecolare per SARS-CoV-2 tra il 1° marzo 2020 e il 30 giugno 2020. I dati analizzati derivano dal database informatizzato in uso dal SISP (Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’ASL Città di Torino), dalla piattaforma COVID-19 Piemonte e dal software Zcare Monitor. Inoltre, dopo 5-9 mesi dalla guarigione è stato somministrato un questionario elaborato dal gruppo di lavoro ai pazienti con disfunzione olfattiva o gustativa. RISULTATI: Si sono osservate alterazioni dell’olfatto e del gusto in 554 pazienti con COVID-19, corrispondenti all’8,8% di tutti i pazienti positivi e al 32,2% dei pazienti di cui si hanno informazioni cliniche. I fattori di rischio risultati associati ad anosmia e disgeusia sono il sesso femminile (OR: 1.41), la giovane età (OR: 2.15 tra i 31 e i 45 anni, OR: 1.87 tra i 46 e i 69 anni) e la durata di malattia superiore ai 21 giorni (OR: 2.06). Dallo studio risulta una durata media di 49,7 giorni per l’alterazione dell’olfatto e di 42,7 giorni per quella del gusto. I sintomi più comuni nei pazienti con alterazioni di olfatto e gusto sono astenia, febbre e tosse; 33 pazienti non presentavano altri sintomi (11%). Tra i pazienti con alterazione olfattiva o gustativa, 17 presentavano solo una alterazione gustativa (4%) e 47 solo una alterazione olfattiva (12%); i restanti 334 (84%) presentavano entrambi i sintomi. Il 67,7% dei pazienti con disfunzione olfattiva ha avuto anosmia e il 70,6% di quelli con disfunzione gustativa ha avuto ageusia; in entrambi i casi la perdita totale di gusto o olfatto è risultata associata a un maggior rischio di presentare una disfunzione residua. In generale, si è verificato un recupero totale solo nel 57,5% dei pazienti con alterazione olfattiva e nel 66,7% dei pazienti con alterazione gustativa. Infine, dall’analisi della varianza a misure ripetute (ANOVA) è emerso che pazienti con una alterazione più duratura tendono ad avere una disfunzione più grave e recupero di grado inferiore rispetto ai pazienti con una alterazione di più breve durata. CONCLUSIONI: I risultati dello studio dimostrano che i disturbi di olfatto e gusto sono più frequenti nelle femmine, nei giovani e in soggetti con malattia di lunga durata. Inoltre, lo studio mette in evidenza l’importanza delle alterazioni di olfatto e gusto in COVID-19 per la lunga durata e lo scarso tasso di recupero totale. Nonostante la difficoltà nel reperire informazioni da pazienti non ospedalizzati con malattia lieve-moderata, soprattutto durante la fase iniziale della pandemia, il nostro studio è stato in grado di analizzare gli aspetti principali delle alterazioni di gusto e olfatto in COVID-19. Sarebbero necessarie ulteriori indagini per indagare l’impatto di questi sintomi sulle abitudini alimentari, la qualità di vita e lo sviluppo di patologie.
ALTERAZIONI DELL’OLFATTO E DEL GUSTO IN COVID19: STUDIO OSSERVAZIONALE RETROSPETTIVO SULLA POPOLAZIONE TORINESE
TREVES, BIANCAMARIA
2020/2021
Abstract
BACKGROUND: La rapida diffusione a livello mondiale del SARS-CoV-2 ha spinto i ricercatori ad acquisire una quantità di informazioni progressivamente maggiore riguardo questo nuovo virus. Anche se inizialmente le alterazioni di gusto e olfatto non venivano considerate sintomi tipici di COVID-19, con il tempo sono diventati tra le manifestazioni cliniche extrapolmonari più caratteristiche dell’infezione da SARS-CoV-2. OBIETTIVI: L’obiettivo dello studio è quello di indagare le alterazioni di gusto e olfatto, determinandone la prevalenza, analizzando le caratteristiche epidemiologiche e cliniche dei pazienti affetti, valutando la durata dei sintomi e il rapporto con la restante sintomatologia. Lo studio si propone inoltre di analizzare i fattori che potrebbero presentare un’associazione con questi due sintomi in pazienti con COVID-19. METODI: È stato condotto uno studio osservazionale retrospettivo sui 6322 pazienti residenti nella città di Torino che sono risultati positivi al test molecolare per SARS-CoV-2 tra il 1° marzo 2020 e il 30 giugno 2020. I dati analizzati derivano dal database informatizzato in uso dal SISP (Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’ASL Città di Torino), dalla piattaforma COVID-19 Piemonte e dal software Zcare Monitor. Inoltre, dopo 5-9 mesi dalla guarigione è stato somministrato un questionario elaborato dal gruppo di lavoro ai pazienti con disfunzione olfattiva o gustativa. RISULTATI: Si sono osservate alterazioni dell’olfatto e del gusto in 554 pazienti con COVID-19, corrispondenti all’8,8% di tutti i pazienti positivi e al 32,2% dei pazienti di cui si hanno informazioni cliniche. I fattori di rischio risultati associati ad anosmia e disgeusia sono il sesso femminile (OR: 1.41), la giovane età (OR: 2.15 tra i 31 e i 45 anni, OR: 1.87 tra i 46 e i 69 anni) e la durata di malattia superiore ai 21 giorni (OR: 2.06). Dallo studio risulta una durata media di 49,7 giorni per l’alterazione dell’olfatto e di 42,7 giorni per quella del gusto. I sintomi più comuni nei pazienti con alterazioni di olfatto e gusto sono astenia, febbre e tosse; 33 pazienti non presentavano altri sintomi (11%). Tra i pazienti con alterazione olfattiva o gustativa, 17 presentavano solo una alterazione gustativa (4%) e 47 solo una alterazione olfattiva (12%); i restanti 334 (84%) presentavano entrambi i sintomi. Il 67,7% dei pazienti con disfunzione olfattiva ha avuto anosmia e il 70,6% di quelli con disfunzione gustativa ha avuto ageusia; in entrambi i casi la perdita totale di gusto o olfatto è risultata associata a un maggior rischio di presentare una disfunzione residua. In generale, si è verificato un recupero totale solo nel 57,5% dei pazienti con alterazione olfattiva e nel 66,7% dei pazienti con alterazione gustativa. Infine, dall’analisi della varianza a misure ripetute (ANOVA) è emerso che pazienti con una alterazione più duratura tendono ad avere una disfunzione più grave e recupero di grado inferiore rispetto ai pazienti con una alterazione di più breve durata. CONCLUSIONI: I risultati dello studio dimostrano che i disturbi di olfatto e gusto sono più frequenti nelle femmine, nei giovani e in soggetti con malattia di lunga durata. Inoltre, lo studio mette in evidenza l’importanza delle alterazioni di olfatto e gusto in COVID-19 per la lunga durata e lo scarso tasso di recupero totale. Nonostante la difficoltà nel reperire informazioni da pazienti non ospedalizzati con malattia lieve-moderata, soprattutto durante la fase iniziale della pandemia, il nostro studio è stato in grado di analizzare gli aspetti principali delle alterazioni di gusto e olfatto in COVID-19. Sarebbero necessarie ulteriori indagini per indagare l’impatto di questi sintomi sulle abitudini alimentari, la qualità di vita e lo sviluppo di patologie.| File | Dimensione | Formato | |
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