Over the past decades, socio-economic changes have led to land-use changes in large portions of Italian Alps. As a consequence, grassland multifunctionality has been negatively affected. The abandonment, as well as the changes in pasture management, have caused the degradation of grassland coenoses, followed by shrub and tree encroachment. These changes have widely occurred in Val Troncea Natural Park, where shrubs have increased from 2% to 14% in the last 30 years. One of the proposed approaches for landscape, habitat, and biodiversity conservation is based on the monitoring of indicator species. In this context, the conservation of alpine galliformes has a significant ecological role. In fact, these species are considered environmental indicators because of their high sensitivity to land use variations, human actions, and climate change. During the last decades, the populations of alpine galliformes have decreased in many alpine areas. The goal of this study is to identify the most appropriate land management to preserve alpine galliformes habitats. As far, in the Alps some interventions have been performed by mechanical clearing of shrubs for this purpose. In this work we tested the placement of salt blocks available to grazing animals on the pastures (¿salt area¿), in order to improve habitat heterogeneity and diversity. The placement of salt blocks in strategic sites of the pastures is a system to attract livestock in marginal areas modifying animal grazing distribution. Unlike mechanical cutting, salt areas can directly affect soil characteristics as well as vegetation composition and structure. In fact, the animal trampling and the deposition and degradation of herbivore dung are key processes able to brake shrub cover and increase soil fertility. Fourteen dry or young cows were monitored by means of a GPS/GIS assessment: ¿ to evaluate the natural and anthropic factors influencing animals managed under continuous grazing (1); ¿ to evaluate the attractive efficiency of salt areas (2). 1) Relationships among spatial site use by grazing animals and natural and anthropic variables potentially affecting grazing behaviour were analysed with multiple linear regression. Grazing frequency was used as dependent variable and the 20 variables available as predictors. Four significant variables were included in the model: distance to salt areas, pastoral value, herbaceous cover, and mean slope. Further statistical analysis confirmed that: ¿ grasslands with higher pastoral values and herbaceous cover are the most frequented; ¿ nutrient loss, shrub encroachment, and biodiversity and herbaceous cover reductions were caused by a lower frequency of highest or steepest areas. In addition, the importance of grazing for biodiversity conservation has been underlined by the positive correlation between herbaceous cover and plant biodiversity. 2) Results showed that salt points have not been effective to manage nutrient distribution in the first year of study. The contemporary presence of farm salt points in flat areas, the presence of defined animal tracks, and the low visibility of some experimental salt points, are the main causes that could have affected the experiment. Actually, salt points have been one of a series of land management practices applied at the same time, such as night camps in shrublands, which need at any rate a longer period (about 3-5 years) to develop their effects on vegetation at high altitudes.

Lo studio è stato effettuato all'interno del Parco Naturale della Val Troncea, su due aziende che ben rappresentano la situazione di molti alpeggi presenti sul settore occidentale dell'arco alpino. L'individuazione di strumenti gestionali da impiegare quotidianamente nell'attività agronomico - pastorale, anche allo scopo di conservare la biodiversità animale e vegetale presente, è il principale fine di questo studio; punti d'integrazione salina, impiegati in combinazione con interventi di mandratura e l'introduzione del pascolamento turnato, sono stati gli strumenti multifunzionali da noi proposti. Le popolazioni di Galliformi alpini (Tetrao tetrix, Lagopus mutus e Alectoris graeca saxatilis), individuate quali specie indicatrici della gestione dell'ambiente pascolivo e forestale montano, sono da molti anni tutelate dalla Direttiva Europea 92/43/CEE; anche minime variazioni dell'habitat in cui vivono possono causare una diminuzione o una totale scomparsa di questi selvatici, che hanno elevate esigenze ecologiche e che sono stati definiti specie ombrello. Attraverso l'applicazione di punti d'integrazione salina in aree caratterizzate da un eccessivo contributo della componente arbustiva si è iniziato a influenzare il comportamento animale, da anni legato al pascolamento libero. Richiamando i domestici a una più intensa frequentazione di tali aree si è cercato di contrastare l'aumento della componente arbustiva. A un'analisi conoscitiva degli aspetti vegetazionali e stazionali dell'area oggetto di studio, con un dettaglio fino ad ora non disponibile in nessun Parco o Area Protetta, è seguito il monitoraggio di un campione di bovini rappresentativo dell'intera; a seguito del posizionamento di strumenti di localizzazione GPS al collo degli animali, è stato possibile monitorare tutti i loro spostamenti ogni 15'. La movimentazione dei domestici monticati nel Parco è apparsa influenzata in modo significativo da quattro fattori: la pendenza delle aree, il loro grado di copertura erbacea, il Valore Pastorale e la distanza minima dai punti sale. Le aree più frequentate sono state quelle con VP superiori a 24, pendenza inferiore a 19° e copertura erbacea superiore al 70%, mentre quelle meno frequentate sono state tutte le aree legate a condizioni di pendenza eccessiva (superiore a 30°) e grado di copertura erbacea limitato (inferiore al 35%). I risultati ottenuti nel primo anno non hanno tuttavia evidenziato differenze significative di frequentazione dei bovini nell'intorno dei punti sale collocati a fini faunistici, rispetto ad aree per vegetazione e morfologia simili nelle quali non sono stati posizionati i punti salini di richiamo. Questo risultato, indubbiamente temporaneo, è dovuto a diverse cause, prima fra tutte la presenza di punti attrattivi aziendali, da sempre posizionati dagli allevatori in aree più comode da raggiungere e meno arbustate, in grado di influenzare le scelte delle bovine ghiotte di sale, gestite con la tecnica del pascolamento libero. Il posizionamento di punti sale al fine di gestire la fertilità, nonostante non sia risultato efficace al termine del primo anno di sperimentazione, può essere considerato come il primo di un insieme più ampio di interventi che sono stati contemporaneamente applicati (mandrature su aree arbustate), o che saranno gradualmente adottati in futuro, dai quali però non è ancora stato possibile ottenere dei risultati.

ANALISI DEL PASCOLAMENTO E DEI FATTORI NATURALI E ANTROPICI INFLUENZANTI IL COMPORTAMENTO ANIMALE

IUSSIG, GABRIELE
2010/2011

Abstract

Lo studio è stato effettuato all'interno del Parco Naturale della Val Troncea, su due aziende che ben rappresentano la situazione di molti alpeggi presenti sul settore occidentale dell'arco alpino. L'individuazione di strumenti gestionali da impiegare quotidianamente nell'attività agronomico - pastorale, anche allo scopo di conservare la biodiversità animale e vegetale presente, è il principale fine di questo studio; punti d'integrazione salina, impiegati in combinazione con interventi di mandratura e l'introduzione del pascolamento turnato, sono stati gli strumenti multifunzionali da noi proposti. Le popolazioni di Galliformi alpini (Tetrao tetrix, Lagopus mutus e Alectoris graeca saxatilis), individuate quali specie indicatrici della gestione dell'ambiente pascolivo e forestale montano, sono da molti anni tutelate dalla Direttiva Europea 92/43/CEE; anche minime variazioni dell'habitat in cui vivono possono causare una diminuzione o una totale scomparsa di questi selvatici, che hanno elevate esigenze ecologiche e che sono stati definiti specie ombrello. Attraverso l'applicazione di punti d'integrazione salina in aree caratterizzate da un eccessivo contributo della componente arbustiva si è iniziato a influenzare il comportamento animale, da anni legato al pascolamento libero. Richiamando i domestici a una più intensa frequentazione di tali aree si è cercato di contrastare l'aumento della componente arbustiva. A un'analisi conoscitiva degli aspetti vegetazionali e stazionali dell'area oggetto di studio, con un dettaglio fino ad ora non disponibile in nessun Parco o Area Protetta, è seguito il monitoraggio di un campione di bovini rappresentativo dell'intera; a seguito del posizionamento di strumenti di localizzazione GPS al collo degli animali, è stato possibile monitorare tutti i loro spostamenti ogni 15'. La movimentazione dei domestici monticati nel Parco è apparsa influenzata in modo significativo da quattro fattori: la pendenza delle aree, il loro grado di copertura erbacea, il Valore Pastorale e la distanza minima dai punti sale. Le aree più frequentate sono state quelle con VP superiori a 24, pendenza inferiore a 19° e copertura erbacea superiore al 70%, mentre quelle meno frequentate sono state tutte le aree legate a condizioni di pendenza eccessiva (superiore a 30°) e grado di copertura erbacea limitato (inferiore al 35%). I risultati ottenuti nel primo anno non hanno tuttavia evidenziato differenze significative di frequentazione dei bovini nell'intorno dei punti sale collocati a fini faunistici, rispetto ad aree per vegetazione e morfologia simili nelle quali non sono stati posizionati i punti salini di richiamo. Questo risultato, indubbiamente temporaneo, è dovuto a diverse cause, prima fra tutte la presenza di punti attrattivi aziendali, da sempre posizionati dagli allevatori in aree più comode da raggiungere e meno arbustate, in grado di influenzare le scelte delle bovine ghiotte di sale, gestite con la tecnica del pascolamento libero. Il posizionamento di punti sale al fine di gestire la fertilità, nonostante non sia risultato efficace al termine del primo anno di sperimentazione, può essere considerato come il primo di un insieme più ampio di interventi che sono stati contemporaneamente applicati (mandrature su aree arbustate), o che saranno gradualmente adottati in futuro, dai quali però non è ancora stato possibile ottenere dei risultati.
ITA
Over the past decades, socio-economic changes have led to land-use changes in large portions of Italian Alps. As a consequence, grassland multifunctionality has been negatively affected. The abandonment, as well as the changes in pasture management, have caused the degradation of grassland coenoses, followed by shrub and tree encroachment. These changes have widely occurred in Val Troncea Natural Park, where shrubs have increased from 2% to 14% in the last 30 years. One of the proposed approaches for landscape, habitat, and biodiversity conservation is based on the monitoring of indicator species. In this context, the conservation of alpine galliformes has a significant ecological role. In fact, these species are considered environmental indicators because of their high sensitivity to land use variations, human actions, and climate change. During the last decades, the populations of alpine galliformes have decreased in many alpine areas. The goal of this study is to identify the most appropriate land management to preserve alpine galliformes habitats. As far, in the Alps some interventions have been performed by mechanical clearing of shrubs for this purpose. In this work we tested the placement of salt blocks available to grazing animals on the pastures (¿salt area¿), in order to improve habitat heterogeneity and diversity. The placement of salt blocks in strategic sites of the pastures is a system to attract livestock in marginal areas modifying animal grazing distribution. Unlike mechanical cutting, salt areas can directly affect soil characteristics as well as vegetation composition and structure. In fact, the animal trampling and the deposition and degradation of herbivore dung are key processes able to brake shrub cover and increase soil fertility. Fourteen dry or young cows were monitored by means of a GPS/GIS assessment: ¿ to evaluate the natural and anthropic factors influencing animals managed under continuous grazing (1); ¿ to evaluate the attractive efficiency of salt areas (2). 1) Relationships among spatial site use by grazing animals and natural and anthropic variables potentially affecting grazing behaviour were analysed with multiple linear regression. Grazing frequency was used as dependent variable and the 20 variables available as predictors. Four significant variables were included in the model: distance to salt areas, pastoral value, herbaceous cover, and mean slope. Further statistical analysis confirmed that: ¿ grasslands with higher pastoral values and herbaceous cover are the most frequented; ¿ nutrient loss, shrub encroachment, and biodiversity and herbaceous cover reductions were caused by a lower frequency of highest or steepest areas. In addition, the importance of grazing for biodiversity conservation has been underlined by the positive correlation between herbaceous cover and plant biodiversity. 2) Results showed that salt points have not been effective to manage nutrient distribution in the first year of study. The contemporary presence of farm salt points in flat areas, the presence of defined animal tracks, and the low visibility of some experimental salt points, are the main causes that could have affected the experiment. Actually, salt points have been one of a series of land management practices applied at the same time, such as night camps in shrublands, which need at any rate a longer period (about 3-5 years) to develop their effects on vegetation at high altitudes.
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