Il metodo DIN 51360/2: 1981 (DIN = Deutsches Institut für Normung) rappresenta il riferimento per la valutazione del potere anticorrisivo delle emulsioni lubrorefrigeranti. Il test serve, appunto, a stabilire il potere anticorrosivo delle emulsioni lubrorefrigeranti (metalworking fluids) impiegate nella lavorazione di metalli in impianti industriali. Il test è caratterizzato da tempi lunghi di esecuzione, da un elevato coinvolgimento manuale, da ampi spazi di esecuzione e da una certa soggettività nell'interpretazione dei risultati. Queste caratteristiche motivano il lavoro di ricerca svolto, il cui fine è trovare un metodo che renda veloce, oggettiva e automatizzabile la procedura d'analisi per stabilire il potere anticorrosivo delle emulsioni lubrorefrigeranti. Per sviluppare un metodo di valutazione del potere anticorrosivo rapido ma, soprattutto, facilmente automatizzabile, ci siamo rivolti ad una misura fotometrica del potere antiossidante delle emulsioni con radicale cationico ABTS, acido 2,2'-azino-bis (3-etilbenzotiazolin-6-sulfonico). L'obiettivo è quello di ricavare da misure eseguite sulla sola emulsione in esame, sia fresca sia usata, le informazioni che con il metodo DIN 51360/2: 1981 si ricavano da una simulazione più realistica, ma lunga e manualmente coinvolgente, delle condizioni di lavoro in impianto delle emulsioni lubrificanti. Cammin facendo, però, ci si è trovati a sviluppare un cambiamento di punto di vista. Riconosciuta l'alta valenza analitica del metodo classico, capace di rispondere con efficacia al quesito industriale, si è infatti compreso che era possibile valorizzare l'archivio analitico presente per arrivare con il calcolo laddove le misure alternative a quella in uso non stavano permettendo di arrivare. L'impiego delle tecniche chemiometriche di soft modelling ha permesso di creare un archivio specifico di dati per la classificazione della capacità anticorrosiva di campioni incogniti. Uno sviluppo dell'elaborazione dei dati analitici con metodi chemiometrici avanzati ha, infatti, consentito la definizione indiretta (attribuzione di classe mediante calcolo) della capacità anticorrosiva delle emulsioni lubrorefrigeranti, eliminando così la necessità, almeno nella maggior parte dei casi, di effettuare la misura sperimentale con il metodo DIN 51360/2: 1981.

Valutazione del potere anticorrosivo di emulsioni lubrorefrigeranti per la lavorazione di metalli

ABBA', ALESSIO
2010/2011

Abstract

Il metodo DIN 51360/2: 1981 (DIN = Deutsches Institut für Normung) rappresenta il riferimento per la valutazione del potere anticorrisivo delle emulsioni lubrorefrigeranti. Il test serve, appunto, a stabilire il potere anticorrosivo delle emulsioni lubrorefrigeranti (metalworking fluids) impiegate nella lavorazione di metalli in impianti industriali. Il test è caratterizzato da tempi lunghi di esecuzione, da un elevato coinvolgimento manuale, da ampi spazi di esecuzione e da una certa soggettività nell'interpretazione dei risultati. Queste caratteristiche motivano il lavoro di ricerca svolto, il cui fine è trovare un metodo che renda veloce, oggettiva e automatizzabile la procedura d'analisi per stabilire il potere anticorrosivo delle emulsioni lubrorefrigeranti. Per sviluppare un metodo di valutazione del potere anticorrosivo rapido ma, soprattutto, facilmente automatizzabile, ci siamo rivolti ad una misura fotometrica del potere antiossidante delle emulsioni con radicale cationico ABTS, acido 2,2'-azino-bis (3-etilbenzotiazolin-6-sulfonico). L'obiettivo è quello di ricavare da misure eseguite sulla sola emulsione in esame, sia fresca sia usata, le informazioni che con il metodo DIN 51360/2: 1981 si ricavano da una simulazione più realistica, ma lunga e manualmente coinvolgente, delle condizioni di lavoro in impianto delle emulsioni lubrificanti. Cammin facendo, però, ci si è trovati a sviluppare un cambiamento di punto di vista. Riconosciuta l'alta valenza analitica del metodo classico, capace di rispondere con efficacia al quesito industriale, si è infatti compreso che era possibile valorizzare l'archivio analitico presente per arrivare con il calcolo laddove le misure alternative a quella in uso non stavano permettendo di arrivare. L'impiego delle tecniche chemiometriche di soft modelling ha permesso di creare un archivio specifico di dati per la classificazione della capacità anticorrosiva di campioni incogniti. Uno sviluppo dell'elaborazione dei dati analitici con metodi chemiometrici avanzati ha, infatti, consentito la definizione indiretta (attribuzione di classe mediante calcolo) della capacità anticorrosiva delle emulsioni lubrorefrigeranti, eliminando così la necessità, almeno nella maggior parte dei casi, di effettuare la misura sperimentale con il metodo DIN 51360/2: 1981.
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