I diritti del detenuto e la loro tutela giurisdizionale

The following work outlines the dramatic situation that the prisoners in jails had to face in the last few years, focusing on prisoners and internees and rediscovering the rights and the tools that the legal world offers them as a mean of empowerment. The analysis starts from the judgment Torreggiani (January 8, 2013), which denounces a situation not longer sustainable and underlines the passivity of the legislature to implement operational and effective measures in favor of the detainees. In fact that pilot-judgment has found in the Italian system of protection of the convicts' rights, a double outline of inefficiency: in jurisprudence, because of the lack of an effective legal remedy for the prisoner, capable to prevent the continued violation of the rights and to obtain the restoration of the suffered injustice; and in fact, for the inability to guarantee to the prisoners an healthy living space to prevent inhuman and degrading living conditions (this disagrees with the art. 3 ECHR). The ¿long journey¿ explores, from a legal and sociological point of view, the plagues of the detention, by examining what it was and what is now the prison - a mere container of the excluded, a place of isolation and a set for the misfit ¿ which pathological consequences it involves and how it should become, with the intent to re-socialize the incarcerated and to offer them the opportunity to pay for their debts and to be reintegrated in the community. The detainee is placed within a framework where the prison is not the only possible punishment, but, if necessary, it has to be both human and a means of rehabilitation. In the analysis the prisoners play the role of the main characters and they are revalued because they are seen, first of all, as human beings rather than as criminals and, for that reason, not exposed to suffering and disabilities in excess of those of their sentence. The discussion traces the declaration of January 2010 which outlined a national state of emergency in prisons, which it was extended up to 2012 for the overshoot of the ¿average of tolerable capacity¿ of overcrowded prisons which resulted in our country to be repeatedly sentenced by the European Court of human rights. The conclusion at regulatory level has been reached finally by the two emergency decrees: d.l. December 23, 2013, no. 146 , conv. in L. February 21, 2014, n.10, which was named "urgent measures in dealing with the protection of fundamental rights of prisoners and controlled reduction of the prison population" and the d.l. June 26, 2014 92 , conv. , with edit., in L. August 11, 2014, n.117 , entitled "urgent provisions concerning the compensation in favor of prisoners, the custody in prison and further interventions in penal", which, among the most innovative measures, have introduced a remedy quote (art.35 ter o.p. ) and a compensatory remedy (art.35 bis o.p. ), which can be activated by the person concerned that suffers injury in order to obtain the elimination and the compensation for it. This is aimed to improve, though not exhaustively, the custodial sentences panorama.

Il presente lavoro ha avuto ad oggetto la drammatica situazione carceraria di questi ultimi anni, concentrandosi sui suoi ospiti, detenuti e internati, riscoprendone i diritti e gli strumenti che il mondo giuridico offre loro per farli valere. L'analisi muove dalla sentenza Torreggiani dell'8 gennaio 2013, che ha denunciato una situazione non più sostenibile e spronato l'inerzia del legislatore a mettere in atto interventi operativi e efficaci. La sentenza-pilota ha, infatti, riscontrato nel sistema italiano di tutela dei diritti dei detenuti un duplice profilo di ineffettività: in diritto, per la mancanza di un rimedio giurisdizionale efficace per il detenuto, atto a impedire il protrarsi della violazione ai suoi diritti e ottenere la riparazione del pregiudizio sofferto; e in fatto, per l'impossibilità di avere uno spazio vitale tale da non subire condizioni detentive inumane e degradante (in contrasto con l'art. 3 CEDU). Il lungo cammino esplora da un punto di vista giuridico e sociologico le piaghe della detenzione esaminando cos'era e cos'è il carcere ¿ mero contenitore degli esclusi, luogo di isolamento e disadattamento ¿ quali conseguenze patologiche comporta e come invece dovrebbe diventare, in un'ottica di risocializzazione del reo capace di offrirgli l'opportunità di scontare il suo debito con la comunità nell'intento poi di reinserirsi, cambiato, in essa. Ponendosi in un quadro dove la reclusione, non è l'unica pena possibile, e qualora indispensabile deve essere al contempo umana e rieducativa, il detenuto assume il ruolo di protagonista dell'analisi, rivalutato in quanto, prima che criminale, persona e, in quanto tale, non esponibile a sofferenze e menomazioni eccedenti quelle proprie della pena detentiva. La trattazione ripercorre la dichiarazione, nel gennaio del 2010 dello stato di emergenza nazionale delle carceri, prorogato a tutto il 2012 per lo sforamento della ¿capienza media tollerabile¿ di sovraffollamento carcerario esponendo il nostro Paese a condanne plurime da parte della giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo. Il punto d'arrivo finale, a livello normativo, è stato raggiunto dai due decreti emergenziali: d.l. 23 dicembre 2013, n.146, conv. in L. 21 febbraio 2014, n.10, intitolato ¿Misure urgenti in tema di tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e di riduzione controllata della popolazione penitenziaria¿ e il d.l. 26 giugno 2014 n.92, conv., con modif., in L.11 agosto 2014, n.117, intitolato ¿Disposizioni urgenti concernenti il risarcimento in favore dei detenuti, la custodia cautelare in carcere e ulteriori interventi in materia penitenziaria¿, i quali, tra i più innovativi provvedimenti, hanno introdotto un rimedio preventivo (art.35 ter o.p.) e un rimedio compensativo (art.35 bis o.p.) attivabili dall'interessato che subisca un pregiudizio per ottenerne l'eliminazione e il risarcimento, migliorando così, anche se non esaustivamente, il panorama detentivo.