The analysis has as its objective the examination of governance systems of joint stock company incorporated under Italian law, with particular attention to the dualistic system, as reformed by d. lgs. 6/2003, the so-called reform of company law. The focus will be placed on the discipline of the Italian dualistic system and the plausible reasons for his lack of success in the application practice, bearing in mind that the main reference model is the German one, in which the ratio of the adoption of the system goes beyond the end of interposing a professionalized committee monitoring the management between it and the shareholders, but it pushes us to recognize a right to active participation and co-management for the employees of the company, who have the right to appoint or co-opt members of the Supervisory representatives from among theirs . In Italy, in addition to the well-known reluctance to innovation, has also contributed to the failure of the take off of the dualistic system a mindset and culture too rooted in the ideological confrontation between owners and workers, so much so that major companies have made since the adoption of the same such and so many exceptions to the legal provisions, and many burdensome procedural decision-making process as to nullify the purpose of protection of minority shareholders, the right to be present and attend resolving the latter into a duty of members of the most influential wait patiently for the exposure of their reasons. Finally, we attempted to examine the critical issues of the regulatory framework, due mostly to excessive use of the legislation of reference that makes continual reference to the rules of the traditional system where compatible, forcing the interpreter, time to time, to wonder about whether and the extent to which these rules are applicable to the dualistic without altering its structure and purpose.
L'analisi ha come obiettivo l'esame dei sistemi di governance delle società per azioni di diritto italiano con particolare attenzione al sistema dualistico, come riformati dal d. lgs. 6/2003, cosiddetta riforma del diritto societario. L'attenzione sarà posta sulla disciplina italiana del sistema dualistico e sulle plausibili ragioni del suo mancato successo applicativo nella prassi, avendo presente che il principale modello di riferimento è quello tedesco, in cui la ratio dell'adozione del sistema va oltre il mero fine di frapporre un organo professionalizzato di sorveglianza sulla gestione all'assemblea dei soci, bensì si spinge a riconoscere un diritto di partecipazione e cogestione attiva ai lavoratori dell'impresa, i quali hanno diritto di nominare e cooptare membri dell'organo di sorveglianza scegliendoli tra loro rappresentanti. In Italia, oltre alla ben nota ritrosia alle novità, ha contribuito al mancato decollo del sistema dualistico anche uno schema mentale e culturale troppo radicato nella contrapposizione ideologica tra proprietà e lavoratori, tant'è che importanti imprese in seguito all'adozione dello stesso hanno apportato tali e tante deroghe alle previsioni legali, e tanti appesantimenti procedurali al processo decisionale da vanificare il fine di tutela delle minoranze azionarie, risolvendosi il diritto di intervento di queste ultime in un dovere dei soci più influenti di attendere pazientemente l'esposizione delle loro ragioni. Infine si è tentato di esaminare le criticità dell'impianto normativo, dovute più che altro a un eccessivo utilizzo della legislazione di rinvio che fa continui riferimenti alle norme del sistema tradizionale in quanto compatibili, costringendo l'interprete di volta in volta a interrogarsi sul se e in che misura tali norme sono applicabili al dualistico senza snaturarne la struttura e i fini.
I sistemi di governance alternativi al sistema tradizionale nell'esperienza italiana
VARACALLI, LUCA
2013/2014
Abstract
L'analisi ha come obiettivo l'esame dei sistemi di governance delle società per azioni di diritto italiano con particolare attenzione al sistema dualistico, come riformati dal d. lgs. 6/2003, cosiddetta riforma del diritto societario. L'attenzione sarà posta sulla disciplina italiana del sistema dualistico e sulle plausibili ragioni del suo mancato successo applicativo nella prassi, avendo presente che il principale modello di riferimento è quello tedesco, in cui la ratio dell'adozione del sistema va oltre il mero fine di frapporre un organo professionalizzato di sorveglianza sulla gestione all'assemblea dei soci, bensì si spinge a riconoscere un diritto di partecipazione e cogestione attiva ai lavoratori dell'impresa, i quali hanno diritto di nominare e cooptare membri dell'organo di sorveglianza scegliendoli tra loro rappresentanti. In Italia, oltre alla ben nota ritrosia alle novità, ha contribuito al mancato decollo del sistema dualistico anche uno schema mentale e culturale troppo radicato nella contrapposizione ideologica tra proprietà e lavoratori, tant'è che importanti imprese in seguito all'adozione dello stesso hanno apportato tali e tante deroghe alle previsioni legali, e tanti appesantimenti procedurali al processo decisionale da vanificare il fine di tutela delle minoranze azionarie, risolvendosi il diritto di intervento di queste ultime in un dovere dei soci più influenti di attendere pazientemente l'esposizione delle loro ragioni. Infine si è tentato di esaminare le criticità dell'impianto normativo, dovute più che altro a un eccessivo utilizzo della legislazione di rinvio che fa continui riferimenti alle norme del sistema tradizionale in quanto compatibili, costringendo l'interprete di volta in volta a interrogarsi sul se e in che misura tali norme sono applicabili al dualistico senza snaturarne la struttura e i fini.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/127075