La storia della filosofia politica è governata dall’alternarsi di teorie volte a rispondere alla domanda relativa alla forma di governo più adatta e giusta, ma in fin dei conti ognuna di esse può avere un riscontro negativo. Prendendo in analisi la democrazia, essa è la forma di governo che si basa sulla sovranità popolare, ma effettivamente qual’è il principio che permette di parlare di una Democrazia reale? Nel corso del Novecento si è sviluppato un dibattito filosofico-giuridico da cui emerge il pensiero dell’ideologia liberal-democratica che afferma come tale forma politica non possa essere considerata una semplice legittimazione del potere politico dato dal principio maggioritario. Essa è stata espressione centrale della politica di Hans Kelsen, il quale vede la democrazia poggiarsi sul principio di libertà, che nasce dalla trasformazione della libertà negativa in positiva e sul principio di eguaglianza. L’elemento dominante si rivela la libertà e quindi quel presupposto al bisogno dell’uomo di sentirsi padrone di se stesso, di essere considerato come parte necessaria della società politica e dell’attività dello Stato. Per il secondo aspetto invece, l’uguaglianza consiste nel considerare uguali gli individui solo in riferimento ai diritti e ai doveri politici in virtù della formazione dell’ordinamento sociale. Ecco il motivo per cui la democrazia rappresenta il governo del popolo: garantisce la possibilità di partecipare alla creazione delle norme generali e allo stesso tempo la sicurezza di non essere dominati da un potere non legittimato dal basso o addirittura legittimato invocando principi come il diritto divino. Il rispetto delle opinioni altrui, il primato del parlamento e del sistema proporzionale che contribuiscono al raggiungimento di quel compromesso, quale fulcro attorno a cui gira tutta l’organizzazione democratica secondo Kelsen, sono i principi cardine della sua teoria. Una caratteristica fondamentale del suo modo di pensare è l’approccio che intraprende nei confronti della democrazia: essa deve essere la garanzia dei diritti e delle libertà fondamentali. Qui viene introdotta l’idea di relativismo e di una concezione proceduralistica della democrazia, che contribuiscono a definire la forma chiamata “democrazia da” in opposizione a quella “per”. Per Kelsen, è proprio l’idea della democrazia come “governo da” che si rivela maggiormente funzionale alla protezione delle libertà fondamentali e alla promozione di uno spazio di confronto pubblico improntato al principio del relativismo e della tolleranza che, ai suoi occhi, sono interconnessi. Lo scopo di questa relazione è quello di fornire una trattazione delle vicende personali che hanno caratterizzato la formazione culturale del giurista Hans Kelsen, in correlazione a uno studio della visione e considerazione che egli ha avuto nel corso della sua vita in merito alla democrazia. Mi soffermerò in particolare sulle caratteristiche della filosofia che anima le sue riflessioni in merito a tale argomento e, quindi, la sua visione della teoria democratica come rappresentativa, parlamentare e relativistica.

La democrazia secondo Hans Kelsen

ARCANGELI, GIOVANNA
2020/2021

Abstract

La storia della filosofia politica è governata dall’alternarsi di teorie volte a rispondere alla domanda relativa alla forma di governo più adatta e giusta, ma in fin dei conti ognuna di esse può avere un riscontro negativo. Prendendo in analisi la democrazia, essa è la forma di governo che si basa sulla sovranità popolare, ma effettivamente qual’è il principio che permette di parlare di una Democrazia reale? Nel corso del Novecento si è sviluppato un dibattito filosofico-giuridico da cui emerge il pensiero dell’ideologia liberal-democratica che afferma come tale forma politica non possa essere considerata una semplice legittimazione del potere politico dato dal principio maggioritario. Essa è stata espressione centrale della politica di Hans Kelsen, il quale vede la democrazia poggiarsi sul principio di libertà, che nasce dalla trasformazione della libertà negativa in positiva e sul principio di eguaglianza. L’elemento dominante si rivela la libertà e quindi quel presupposto al bisogno dell’uomo di sentirsi padrone di se stesso, di essere considerato come parte necessaria della società politica e dell’attività dello Stato. Per il secondo aspetto invece, l’uguaglianza consiste nel considerare uguali gli individui solo in riferimento ai diritti e ai doveri politici in virtù della formazione dell’ordinamento sociale. Ecco il motivo per cui la democrazia rappresenta il governo del popolo: garantisce la possibilità di partecipare alla creazione delle norme generali e allo stesso tempo la sicurezza di non essere dominati da un potere non legittimato dal basso o addirittura legittimato invocando principi come il diritto divino. Il rispetto delle opinioni altrui, il primato del parlamento e del sistema proporzionale che contribuiscono al raggiungimento di quel compromesso, quale fulcro attorno a cui gira tutta l’organizzazione democratica secondo Kelsen, sono i principi cardine della sua teoria. Una caratteristica fondamentale del suo modo di pensare è l’approccio che intraprende nei confronti della democrazia: essa deve essere la garanzia dei diritti e delle libertà fondamentali. Qui viene introdotta l’idea di relativismo e di una concezione proceduralistica della democrazia, che contribuiscono a definire la forma chiamata “democrazia da” in opposizione a quella “per”. Per Kelsen, è proprio l’idea della democrazia come “governo da” che si rivela maggiormente funzionale alla protezione delle libertà fondamentali e alla promozione di uno spazio di confronto pubblico improntato al principio del relativismo e della tolleranza che, ai suoi occhi, sono interconnessi. Lo scopo di questa relazione è quello di fornire una trattazione delle vicende personali che hanno caratterizzato la formazione culturale del giurista Hans Kelsen, in correlazione a uno studio della visione e considerazione che egli ha avuto nel corso della sua vita in merito alla democrazia. Mi soffermerò in particolare sulle caratteristiche della filosofia che anima le sue riflessioni in merito a tale argomento e, quindi, la sua visione della teoria democratica come rappresentativa, parlamentare e relativistica.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/127028