Nel mio elaborato intendo mettere in evidenza il dualismo delle armi chimiche, ovvero il modo in cui, a partire da sostanze utili per il progresso, impiegate nell’industria soprattutto tessile, la mano dell’uomo le ha poi trasformate in sostanze pericolose, perfino mortali impiegandole contro i suoi simili nell’evento forse più tragico della storia: la prima Guerra Mondiale. Si è verificato, tuttavia, anche un processo inverso, infatti numerosi agenti prima utilizzati per distruggere, combinati diversamente con altri elementi, hanno portato alla realizzazione di nuove sostanze benefiche come medicinali, prodotti per la pulizia o fertilizzanti. La parte storica ci fornisce un quadro completo in cui il binomio chimica-industria viene sostituito dal binomio chimica-guerra delineando lo sviluppo sempre più raffinato e attento di gas letali come i nervini, o quelli soffocanti e tossici. Dal punto di vista della chimica organica però, l’argomento approfondito riguarda il FOSGENE, ovvero il cloruro di carbonile, probabilmente l’agente chimico che ha causato più morti. Questa sostanza di per sé non è pericolosa, anzi, è tutt’oggi impiegata nell’industria alla base della produzione di poliuretani e del materiale kevlar, oltre che come intermedio per la realizzazione di pesticidi e coloranti. Tuttavia, reagendo con l’acqua presente all’interno del corpo umano, il fosgene genera una molecola di anidride carbonica e due molecole acido cloridrico, e questo irrita fortemente le mucose delle vie respiratorie, portando alla morte per soffocamento. Dal momento che l’aumento di morti a causa delle armi chimiche iniziò a fare breccia nell’opinione pubblica, nel primo dopoguerra iniziarono ad essere sottoscritti dei patti fra Stati che miravano ad impedire l’uso di aggressivi chimici, ma la situazione non si sbloccò fino al 1993 con la Convenzione sulla Proibizione delle Armi Chimiche di Parigi. Anche se da quell’anno ad oggi tristi episodi legati all’uso di queste sostanze non sono mancati…
“IL DUALISMO DELLE ARMI CHIMICHE: DA DISTRUZIONE A RISORSA
COLETTA, ANNALISA
2020/2021
Abstract
Nel mio elaborato intendo mettere in evidenza il dualismo delle armi chimiche, ovvero il modo in cui, a partire da sostanze utili per il progresso, impiegate nell’industria soprattutto tessile, la mano dell’uomo le ha poi trasformate in sostanze pericolose, perfino mortali impiegandole contro i suoi simili nell’evento forse più tragico della storia: la prima Guerra Mondiale. Si è verificato, tuttavia, anche un processo inverso, infatti numerosi agenti prima utilizzati per distruggere, combinati diversamente con altri elementi, hanno portato alla realizzazione di nuove sostanze benefiche come medicinali, prodotti per la pulizia o fertilizzanti. La parte storica ci fornisce un quadro completo in cui il binomio chimica-industria viene sostituito dal binomio chimica-guerra delineando lo sviluppo sempre più raffinato e attento di gas letali come i nervini, o quelli soffocanti e tossici. Dal punto di vista della chimica organica però, l’argomento approfondito riguarda il FOSGENE, ovvero il cloruro di carbonile, probabilmente l’agente chimico che ha causato più morti. Questa sostanza di per sé non è pericolosa, anzi, è tutt’oggi impiegata nell’industria alla base della produzione di poliuretani e del materiale kevlar, oltre che come intermedio per la realizzazione di pesticidi e coloranti. Tuttavia, reagendo con l’acqua presente all’interno del corpo umano, il fosgene genera una molecola di anidride carbonica e due molecole acido cloridrico, e questo irrita fortemente le mucose delle vie respiratorie, portando alla morte per soffocamento. Dal momento che l’aumento di morti a causa delle armi chimiche iniziò a fare breccia nell’opinione pubblica, nel primo dopoguerra iniziarono ad essere sottoscritti dei patti fra Stati che miravano ad impedire l’uso di aggressivi chimici, ma la situazione non si sbloccò fino al 1993 con la Convenzione sulla Proibizione delle Armi Chimiche di Parigi. Anche se da quell’anno ad oggi tristi episodi legati all’uso di queste sostanze non sono mancati… File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/127010