Gli ordigni esplosivi improvvisati (Improvised Explosive Device – IED) sono costruiti artigianalmente con materiali non convenzionali. Generalmente per la loro realizzazione vengono utilizzati residuati bellici non esplosi (UXO – Unexploded Ordnance) come mine, proiettili di artiglieria, munizionamento vario, materiale esplodente ed innescante. Gli IED vengono impiegati in contesti in cui l’effetto sorpresa è premiante. Per questo motivo vengono posti ai bordi delle strade e fatti esplodere al passaggio degli obiettivi, sotto ponti o in posti improbabili. Essi costituiscono una grande minaccia da parte di forze non governative e/o organizzazioni sub statali contro organismi militari ufficiali in conflitti asimmetrici. L’impiego di questi artifizi esplosivi ha causato un grande numero di perdite patite dalle Forze Armate occidentali in Afghanistan e Iraq. Un fattore che ha incrementato il pericolo di minaccia IED è stato l’uso incondizionato di Internet che ha messo in contatto strutture terroristiche garantendo un flusso di informazioni e un supporto logistico che hanno implementato le tecnologie sfruttate e una crescita esponenziale delle innovazioni e sperimentazioni. Si assiste a continui sviluppi di IED sofisticati che segnano una minaccia concreta e il bisogno di preparazione tattica di forze addestrate e pronte ad ogni contesto operativo. L’uso di ordigni esplosivi improvvisati affonda le proprie radici nella storia durante la Seconda Guerra Mondiale. In particolare, granate di artiglieria modificate venivano poste lungo i binari per far deragliare i treni che garantivano il supporto logistico nella guerriglia dei partigiani bielorussi contro i tedeschi. Un altro esempio è fornito dalla guerra d’Algeria, nella nota battaglia di Algeri, in cui i francesi misero in atto strategie volte a contrastare questa nuova forma di minaccia con strategie di extrajudicial killing di fabbricanti di IED. Non si può non ricordare la guerra del Vietnam dove i Vietcong utilizzavano i materiali ricavati da munizioni inesplose per costruire ordigni. Dagli anni 2000 sono state perpetrate azioni coordinate su larga scala con l’uso di IED. La tesi tratta l’analisi matematica dell’esplosione di uno IED. Procedendo a ritroso, è illustrata la propagazione dell’onda d’urto a seguito di una detonazione e gli effetti di distruzione generati. Successivamente è descritto uno IED, la composizione e le modalità di funzionamento, come viene assemblato e cosa rende possibile la sua esplosione. In particolar modo, per la trattazione scientifica, è stato analizzato uno RCIED (Radio Controlled Improvised Explosive Device) e le possibili contromisure elettroniche che, grazie alle interferenze delle onde, riescono ad influenzarne il funzionamento. ​

ANALISI DELL'ESPLOSIONE DI UNO IED

PIACENTI, FEDERICA
2020/2021

Abstract

Gli ordigni esplosivi improvvisati (Improvised Explosive Device – IED) sono costruiti artigianalmente con materiali non convenzionali. Generalmente per la loro realizzazione vengono utilizzati residuati bellici non esplosi (UXO – Unexploded Ordnance) come mine, proiettili di artiglieria, munizionamento vario, materiale esplodente ed innescante. Gli IED vengono impiegati in contesti in cui l’effetto sorpresa è premiante. Per questo motivo vengono posti ai bordi delle strade e fatti esplodere al passaggio degli obiettivi, sotto ponti o in posti improbabili. Essi costituiscono una grande minaccia da parte di forze non governative e/o organizzazioni sub statali contro organismi militari ufficiali in conflitti asimmetrici. L’impiego di questi artifizi esplosivi ha causato un grande numero di perdite patite dalle Forze Armate occidentali in Afghanistan e Iraq. Un fattore che ha incrementato il pericolo di minaccia IED è stato l’uso incondizionato di Internet che ha messo in contatto strutture terroristiche garantendo un flusso di informazioni e un supporto logistico che hanno implementato le tecnologie sfruttate e una crescita esponenziale delle innovazioni e sperimentazioni. Si assiste a continui sviluppi di IED sofisticati che segnano una minaccia concreta e il bisogno di preparazione tattica di forze addestrate e pronte ad ogni contesto operativo. L’uso di ordigni esplosivi improvvisati affonda le proprie radici nella storia durante la Seconda Guerra Mondiale. In particolare, granate di artiglieria modificate venivano poste lungo i binari per far deragliare i treni che garantivano il supporto logistico nella guerriglia dei partigiani bielorussi contro i tedeschi. Un altro esempio è fornito dalla guerra d’Algeria, nella nota battaglia di Algeri, in cui i francesi misero in atto strategie volte a contrastare questa nuova forma di minaccia con strategie di extrajudicial killing di fabbricanti di IED. Non si può non ricordare la guerra del Vietnam dove i Vietcong utilizzavano i materiali ricavati da munizioni inesplose per costruire ordigni. Dagli anni 2000 sono state perpetrate azioni coordinate su larga scala con l’uso di IED. La tesi tratta l’analisi matematica dell’esplosione di uno IED. Procedendo a ritroso, è illustrata la propagazione dell’onda d’urto a seguito di una detonazione e gli effetti di distruzione generati. Successivamente è descritto uno IED, la composizione e le modalità di funzionamento, come viene assemblato e cosa rende possibile la sua esplosione. In particolar modo, per la trattazione scientifica, è stato analizzato uno RCIED (Radio Controlled Improvised Explosive Device) e le possibili contromisure elettroniche che, grazie alle interferenze delle onde, riescono ad influenzarne il funzionamento. ​
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