Alla base di questo studio è presente l'analisi dello strumento finanziario denominato microcredito, il quale entra a far parte di quella che viene più comunemente definita: finanza informale. Accanto ai mercati finanziari tradizionali infatti si sviluppano nuove relazioni finanziarie alternative con lo scopo di rafforzare la responsabilità nei confronti dell'economia e della società. Questo tipo di finanza quindi, è caratterizzata da disciplina, reciprocità e capacità di mobilizzare il risparmio. I dati della banca mondiale ammettono che, anche grazie a questo fenomeno, dal 1990 ad oggi gli individui definiti “poverissimi”, ossia coloro che vivono con meno di 1,25 dollari al giorno, sono diminuiti drasticamente, passando dal 43% della popolazione mondiale sino al 14%, l'equivalente di circa 250 milioni di persone. I paesi che riscontrano questi casi delicati sono l'Africa sub-sahariana, il Sudamerica e l'Asia, dove la globalizzazione ancora non ha agito come strumento di crescita economica. Le motivazioni che mi hanno spinto ad approfondire questo tema richiamano l'interessante connubio di sviluppo, sia in ambito economico che sociale, di cui proprio il microcredito è regista. Quest'ultimo infatti favorisce in maniera esponenziale l'equo accesso da parte di tutti i cittadini alle opportunità ed alle risorse disponibili e risulta essere un ottimo punto di partenza su cui costruire una società priva di esclusione sociale, discriminazione e povertà. Il microcredito quindi nasce come strumento capace di erogare piccole somme di denaro a persone considerate non solvibili dalle banche, poiché non in possesso di garanzie economiche sufficienti. Questo trattato parte dalla definizione di microcredito e si snoda in quatto capitoli, considerandone origini, caratteristiche principali e metodi di erogazione. Successivamente viene evidenziata la figura di Muhammad Yunus, premio Nobel per la pace 2006, fondatore della Grameen Bank e padre della duplice valenza del microcredito, sia economica sia di inclusione sociale. Viene svolta un'analisi degli attori e dei clienti della microfinanza, toccando il tema dell'emancipazione femminile e della lotta alla povertà, sempre più legata a questioni di genere. Infine verrà esaminata l'ottica delle Nazioni Unite in relazione al microcredito e lo sviluppo dello stesso in Europa ed Italia, valida base attraverso la quale favorire lo sviluppo del mezzogiorno nel nostro paese.

Il microcredito: l'analisi di uno strumento finanziario che sfida la povertà e favorisce l'inclusione sociale.

MORRA, GIULIO
2019/2020

Abstract

Alla base di questo studio è presente l'analisi dello strumento finanziario denominato microcredito, il quale entra a far parte di quella che viene più comunemente definita: finanza informale. Accanto ai mercati finanziari tradizionali infatti si sviluppano nuove relazioni finanziarie alternative con lo scopo di rafforzare la responsabilità nei confronti dell'economia e della società. Questo tipo di finanza quindi, è caratterizzata da disciplina, reciprocità e capacità di mobilizzare il risparmio. I dati della banca mondiale ammettono che, anche grazie a questo fenomeno, dal 1990 ad oggi gli individui definiti “poverissimi”, ossia coloro che vivono con meno di 1,25 dollari al giorno, sono diminuiti drasticamente, passando dal 43% della popolazione mondiale sino al 14%, l'equivalente di circa 250 milioni di persone. I paesi che riscontrano questi casi delicati sono l'Africa sub-sahariana, il Sudamerica e l'Asia, dove la globalizzazione ancora non ha agito come strumento di crescita economica. Le motivazioni che mi hanno spinto ad approfondire questo tema richiamano l'interessante connubio di sviluppo, sia in ambito economico che sociale, di cui proprio il microcredito è regista. Quest'ultimo infatti favorisce in maniera esponenziale l'equo accesso da parte di tutti i cittadini alle opportunità ed alle risorse disponibili e risulta essere un ottimo punto di partenza su cui costruire una società priva di esclusione sociale, discriminazione e povertà. Il microcredito quindi nasce come strumento capace di erogare piccole somme di denaro a persone considerate non solvibili dalle banche, poiché non in possesso di garanzie economiche sufficienti. Questo trattato parte dalla definizione di microcredito e si snoda in quatto capitoli, considerandone origini, caratteristiche principali e metodi di erogazione. Successivamente viene evidenziata la figura di Muhammad Yunus, premio Nobel per la pace 2006, fondatore della Grameen Bank e padre della duplice valenza del microcredito, sia economica sia di inclusione sociale. Viene svolta un'analisi degli attori e dei clienti della microfinanza, toccando il tema dell'emancipazione femminile e della lotta alla povertà, sempre più legata a questioni di genere. Infine verrà esaminata l'ottica delle Nazioni Unite in relazione al microcredito e lo sviluppo dello stesso in Europa ed Italia, valida base attraverso la quale favorire lo sviluppo del mezzogiorno nel nostro paese.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/126917