Il suolo viene definito come quel corpo indipendente posto sulla superficie terrestre avente caratteristiche e proprietà fisiche, chimiche e biologiche peculiari formatesi per l'interazione nel tempo di organismi, roccia madre, rilievo e clima. Esso rappresenta un sostegno fondamentale per la vita di una grande varietà di esseri viventi, ed è alla base di molteplici ecosistemi ed habitat. I suoli espletano diverse funzioni indispensabili per il ciclo biologico di flora, fauna ed esseri umani, come anche per la regolazione del clima e dei cicli biogeochimici. Tra questi, negli ultimi decenni, ha assunto una valenza primaria il ruolo svolto dai suoli nello stoccaggio e nel sequestro di carbonio. Il tasso di sequestro di carbonio nel suolo dipende dal rapporto tra gli input di carbonio ed il tasso di mineralizzazione e decomposizione della sostanza organica, che rappresentano gli output di carbonio, e sono effettuate dai microrganismi presenti nel terreno. Esistono però anche ulteriori fattori che influiscono sull'accumulo di carbonio nel suolo, come la topografia del sito, il suo drenaggio, la tessitura, oltre che alle condizioni climatiche. Indipendentemente dalla qualità e quantità di sostanza organica e carbonio organico che giungono al suolo, è importare tenere in considerazione che il carbonio nel suolo viene trattenuto e stabilizzato da processi fisici, chimici e biochimici assai complessi. A tal proposito risulta quindi indispensabile preservare e gestire in maniera sostenibile i suoli, affinché il carbonio possa essere immagazzinato in essi in modo stabile. Particolarmente rilevanti in questa tematica sono i suoli presenti nelle aree forestali montane dove, nel corso dei secoli, si sono sviluppate una grande varietà di popolazioni e culture. In generale, i suoli di montagna sono poco profondi e si evolvono piuttosto lentamente a causa della limitata azione biologica dovuta alle basse temperature. L'esposizione, la quota e la pendenza sono i fattori chiave che maggiormente influenzano lo sviluppo di questi suoli. La crescita di vegetazione forestale adattata a queste condizioni topografiche e climatiche molto particolari è indispensabile per il controllo dell'erosione, principale fonte di degrado di tali suoli, oltre che per la regolazione del ciclo dei nutrienti ed il relativo sequestro di carbonio. Il sequestro di carbonio nel suolo è un importante arma contro il cambiamento climatico ed i relativi danni che provoca al pianeta Terra. Tuttavia la salute dei suoli ha subito un impatto tutt'altro che trascurabile negli ultimi decenni, riportando variazioni significative nel contenuto di sostanza organica e di carbonio. Analizzando i suoli agricoli e agroforestali si evince come, in tale contesto di crisi climatica, le emissioni di CO2, che avvengono da suddetti suoli, sono fortemente condizionate ed incrementate da attività antropiche. Errate pratiche colturali e gestionali favoriscono, infatti, fenomeni di disgregazione fisica degli aggregati nel suolo che espongono il carbonio presente nel suolo alla decomposizione da parte dei microrganismi e alla successiva mineralizzazione con elevate emissioni di anidride carbonica in atmosfera. Risulta, dunque, necessario traslare i metodi ordinari e convenzionali di tali suoli verso pratiche di gestione raccomandate volte ad un utilizzo del suolo maggiormente responsabile e sostenibile al fine di preservare ed incrementare il ruolo che esso svolge nel sequestro di carbonio.

Ruolo ambientale svolto dai suoli forestali di montagna nel sequestro e stoccaggio di carbonio

GAIA, FABIO
2019/2020

Abstract

Il suolo viene definito come quel corpo indipendente posto sulla superficie terrestre avente caratteristiche e proprietà fisiche, chimiche e biologiche peculiari formatesi per l'interazione nel tempo di organismi, roccia madre, rilievo e clima. Esso rappresenta un sostegno fondamentale per la vita di una grande varietà di esseri viventi, ed è alla base di molteplici ecosistemi ed habitat. I suoli espletano diverse funzioni indispensabili per il ciclo biologico di flora, fauna ed esseri umani, come anche per la regolazione del clima e dei cicli biogeochimici. Tra questi, negli ultimi decenni, ha assunto una valenza primaria il ruolo svolto dai suoli nello stoccaggio e nel sequestro di carbonio. Il tasso di sequestro di carbonio nel suolo dipende dal rapporto tra gli input di carbonio ed il tasso di mineralizzazione e decomposizione della sostanza organica, che rappresentano gli output di carbonio, e sono effettuate dai microrganismi presenti nel terreno. Esistono però anche ulteriori fattori che influiscono sull'accumulo di carbonio nel suolo, come la topografia del sito, il suo drenaggio, la tessitura, oltre che alle condizioni climatiche. Indipendentemente dalla qualità e quantità di sostanza organica e carbonio organico che giungono al suolo, è importare tenere in considerazione che il carbonio nel suolo viene trattenuto e stabilizzato da processi fisici, chimici e biochimici assai complessi. A tal proposito risulta quindi indispensabile preservare e gestire in maniera sostenibile i suoli, affinché il carbonio possa essere immagazzinato in essi in modo stabile. Particolarmente rilevanti in questa tematica sono i suoli presenti nelle aree forestali montane dove, nel corso dei secoli, si sono sviluppate una grande varietà di popolazioni e culture. In generale, i suoli di montagna sono poco profondi e si evolvono piuttosto lentamente a causa della limitata azione biologica dovuta alle basse temperature. L'esposizione, la quota e la pendenza sono i fattori chiave che maggiormente influenzano lo sviluppo di questi suoli. La crescita di vegetazione forestale adattata a queste condizioni topografiche e climatiche molto particolari è indispensabile per il controllo dell'erosione, principale fonte di degrado di tali suoli, oltre che per la regolazione del ciclo dei nutrienti ed il relativo sequestro di carbonio. Il sequestro di carbonio nel suolo è un importante arma contro il cambiamento climatico ed i relativi danni che provoca al pianeta Terra. Tuttavia la salute dei suoli ha subito un impatto tutt'altro che trascurabile negli ultimi decenni, riportando variazioni significative nel contenuto di sostanza organica e di carbonio. Analizzando i suoli agricoli e agroforestali si evince come, in tale contesto di crisi climatica, le emissioni di CO2, che avvengono da suddetti suoli, sono fortemente condizionate ed incrementate da attività antropiche. Errate pratiche colturali e gestionali favoriscono, infatti, fenomeni di disgregazione fisica degli aggregati nel suolo che espongono il carbonio presente nel suolo alla decomposizione da parte dei microrganismi e alla successiva mineralizzazione con elevate emissioni di anidride carbonica in atmosfera. Risulta, dunque, necessario traslare i metodi ordinari e convenzionali di tali suoli verso pratiche di gestione raccomandate volte ad un utilizzo del suolo maggiormente responsabile e sostenibile al fine di preservare ed incrementare il ruolo che esso svolge nel sequestro di carbonio.
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